IN FONDO AL CUORE

1999106 min10+   Amore per i figli

Una madre, non riesce più a trovare suo figlio di tre anni che aveva portato con se a una festa. Un intenso dramma familiare raccontato nella prospettiva dei genitori e dei figli coinvolti. Su Netflix

Giunta a Chicago per una rimpatriata con le sue vecchie compagne di liceo, Beth Cappadocia perde di vista Ben, il suo bambino che aveva portato con sé assieme al figlio maggiore Vincent e alla loro sorellina Carry ancora in tenerissima età. Si scopre che il bambino è stato rapito e non se ne avranno più notizie per 9 lunghi anni. Le ripercussioni dell’accaduto sulla serenità familiare sono molto forti. La tensione fra Beth e Pat, suo marito, li porta a una crisi dalla quale non riescono a risollevarsi. Ma un giorno un bambino dell’età del loro figlio Ben e con la sua stessa fisionomia, bussa per caso alla porta della loro casa…


Valori Educativi



In questo dramma che coinvolge in modo diverso una madre, un padre, un figlio trascurato e un figlio ritrovato, la famiglia diventa l’impalcatura portante alla quale tutti possono appoggiarsi

Pubblico

10+

Le scene dove una mamma si dispera per la perdita del figlio possono impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Ottima interpretazione di Michelle Pfeiffer e di Woopy Goldberg ma anche i ragazzi Jonathan Jackson (Vincent) e Ryan Merriman (Sam) sono molto espressivi. Si tratta di un film soprattutto di scrittura con una impostazione classica, in grado di evidenziare i nodi della storia e l’evoluzione del mondo interiore dei protagonisti

Cast & Crew

Our Review

Tratto dall’omonimo romanzo del 1996 di Jacquelyn Mitchard, “In fondo al cuore” (titolo originale “The Deep End of the Ocean”), indaga sugli effetti di una profonda crisi familiare, causata dalla scomparsa, forse la perdita, di un figlio.

Un tema che rompe gli equilibri fra i coniugi e i figli e la cui ricomposizione è lenta e dolorosa, che vede tutti impegnati a ritrovare le ragioni del loro vivere insieme.

Un tema che aveva in seguito affrontato Nanni Moretti in La stanza del figlio (2001): anche in quel caso era stato molto più facile isolarsi subito nel proprio dolore e molto più faticoso, dopo, rinascere tutti insieme come famiglia. L’altro tema, quello del recupero della vera identità di un figlio era stato esplorato nel film giapponese Father and son (2013) dove due genitori scoprono che il figlio di sei anni non è in realtà il loro, perché era stato scambiato nella culla film dal giorno della sua nascita. Anche in questo caso si era ripresentata la tematica del futuro di questo bambino: crescere presso la sua famiglia naturale o in quella dove ha vissuto fino a quel momento?

Anche in questo In fondo al cuore un evento così tanto sconvolgente come il rapimento di un figlio (Beth , scoprirà le vere ragioni della sua scomparsa solo nove anni dopo) mette a dura prova la stabilità di una famiglia. La conflittualità tra i suoi componenti attraversa la trama del film in modo costante. Emergono la grande sofferenza di Vincent per la mancanza di attenzioni soprattutto da parte della madre, ripiegata ormai nel suo dolore e nei suoi sensi di colpa in quanto si sente responsabile del rapimento del fratellino. Fanno dunque da filo conduttore le relazioni tra i protagonisti, nonché la difficoltà a tenere unita la famiglia in un frangente così difficile. Viene inoltre sottolineato un aspetto fondamentale del rapporto madre/ figli: l’amore che li unisce è qualcosa che si genera già dal concepimento, quando  inizia una “relazione d’amore” fra madre e figlio. Una madre dà la vita per il proprio figlio ed è disposta a qualsiasi sacrificio per il suo bene. Come Beth che rendendosi conto della sofferenza di suo figlio, rinunzia a tenerlo con sé pur di vederlo felice.

Il film beneficia di una convincente interpretazione della grande Michelle Pfeiffer nel ruolo di Beth, moglie e mamma di tre bellissimi bambini. Non altrettanto persuasiva la performance di Treat Williams – suo marito nel film – che di fronte all’accaduto mostra un atteggiamento e una reazione diversa rispetto alla moglie.  Mostra una grande maturità e un animo sensibile il piccolo Mat – questo il nome assunto nella sua nuova famiglia dopo il rapimento – che regala allo spettatore un finale a sorpresa non necessariamente prevedibile (il finale fu in effetti cambiato in fase di postproduzione). La sua grande espressività assieme a quella di Vincent, suo fratello maggiore, rendono il prosieguo del film commovente e carico di emozioni.

Va sicuramente infine sottolineata la magnifica interpretazione di Woopy Goldberg  nella veste di Candy Bliss, la poliziotta incaricata delle indagini. 

Si tratta di un film soprattutto di scrittura con una impostazione classica, finalizzata a far risaltare i nodi della storia, dove è poco importante la componente thriller (perché Ben è stato rapito?) quanto l’evoluzione del mondo interiore dei personaggi. 

Un lavoro nel complesso di buona qualità e che mette al centro la famiglia, tema sempre di primaria importanza e che oggi risente di molteplici attacchi da chi non la vede più come un valore da difendere e da custodire, nonostante le difficoltà e le prove a cui inevitabilmente è sottoposta.

Il film, ora disponibile su Netflix, è stato più volte presentato su TV2000

Autore: Piera di Girolamo

Details of Movie

Paese  USA
Tipologia
Titolo Originale The Deep End of the Ocean
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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