LE CHIAVI DEL PARADISO

1946132 minTutti   Amicizia, Ispirazione CristianaMissione, Uomini e Donne di Chiesa

Tratto dall’omonimo romanzo The Keys of the Kingdom (Le chiavi del Regno) di Archibald J. Cronin. Narra la storia di un giovane sacerdote, missionario nella Cina degli inizi del secolo scorso, che riesce a fondare una comunità cristiana nonostante i pregiudizi culturali, religiosi e sociali incontrati nel suo duro lavoro. Disponibile su Youtube

In una piccola chiesetta scozzese, nel 1938, in un diario, impolverato e abbandonato su una mensola, un monsignore – arrivato per rimuovere il vecchio e “inutile” Padre Franco Chisholm dalla sua parrocchia – legge la storia della sua eccezionale vita, a partire da quando era piccolo (1878), della sua famiglia, di come, a seguito della morte della sua amata Nora, decide di diventare sacerdote e delle difficoltà incontrate; legge di come l’originalità del suo pensiero e i modi fuori dal comune gli procurarono insuccessi e critiche da parte dei fedeli, inducendo il suo vescovo a proporgli di partire in missione in Cina dove fioriranno tutte le sue qualità umane, prima ancora che spirituali, permettendogli di creare una missione animata da una carità straordinaria grazie alla sua ineguagliabile bontà e umiltà.


Valori Educativi



L’umiltà e la bontà del giovane sacerdote gli permettono, nonostante i pregiudizi, di riuscire a trasmettere un messaggio profondamente evangelico concretizzando un vero processo di inculturazione. Esemplari le amicizie che il giovane sacerdote riesce ad instaurare nel corso della sua vita.

Pubblico

Tutti

Il film, sebbene un capolavoro della storia del cinema, è degli anni 40, quindi, in bianco e nero, ricco di abbondanti dialoghi e musiche solenni. Lo si può segnalare come adatto a tutti perché non contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità degli spettatori, ma certamente è più gradito agli amanti dei vecchi film.

Giudizio Artistico



Il film risente degli schemi tipici della cinematografia degli anni 40. Candidato a quattro premi Oscar potrebbe risultare pesante ai nostri giorni, anche se si segue con piacere. La trama è guidata dalla voice-over del monsignore che, nel corso del film, è sostituita dalla voce dello stesso protagonista che racconta la sua vita in un diario. I vari capitoli del racconto sono introdotti dall’immagine di una pagina di diario che riporta la narrazione del protagonista.

Our Review

Un film gradevole, coinvolgente, ben realizzato (come si capisce dalle 4 candidature all’Oscar), appassionante, e a tratti spiritoso e commovente. Capace di cambiare registro narrativo e di trasmettere la leggerezza della vita per chi, umilmente, si dona agli altri cogliendo il bene presente nel cuore di ogni uomo.

Un film vecchio, in bianco e nero, dal quale tanto hanno da imparare i moderni pastori guardando alla figura del protagonista: un sacerdote. Nonostante sia datato (1944), è un richiamo sincero a cosa deve essere e come deve operare un sacerdote.

Senza paura del giudizio, lontano da pregiudizi, libero dai condizionamenti altrui: «Troppo ribelle perfino all’uso dell’ombrello» dirà il suo vescovo, ironizzando ma ben definendo la libertà d’animo del giovane sacerdote. Ed è proprio il suo vescovo che, con la bontà paterna di chi è capace di cogliere i doni racchiusi nel cuore del giovane prete, ad affidargli una missione per niente facile che lui condurrà in un modo esemplare, con coraggio, abnegazione e dedizione.

Il motivo per cui proponiamo la visione un film così vecchio? Non solo perché si tratta di un capolavoro: gli appassionati dei vecchi film non possono non vederlo! Ma anche perché in esso ritroviamo i criteri chiari per capire cosa – o meglio – “chi” è e deve essere un sacerdote. Una fra tutte: la ricerca della solitudine con Dio in tutti i momenti della propria esistenza, siano essi tristi che quelli di gioia. Alcuni ritengono che il giovane Gregory Peck (il protagonista) possa risultare mieloso nella parte di padre Franco, incapace di impersonificare un personaggio complesso e, magari, troppo preoccupato di “dare una buona impressione”. Riteniamo, invece, che la sua figura sfidi il tempo e vada oltre, richiamando il significato profondo dell’essere sacerdote. Sì, è vero che si preoccupa di mostrarsi in un certo modo, ma senza affettazione, bensì mostrando lo sforzo di un uomo (all’inizio presentato nella sua umanità anche nell’affetto sincero per la giovane Nora) di essere un vero prete, come lui stesso dichiarerà: «Quante volte ho sofferto nella mia vita per avvicinarmi a Dio». Una fatica che si manifesta e diventa pesante quando, arrivato in Cina, non scende a patti con le usanze locali secondo le quali si potevano “acquistare convertiti” pagandoli con il riso: sarà proprio la sua determinazione e la sua serietà, invece, a garantirgli il successo apostolico.

A tal proposito riteniamo davvero significative le amicizie che il giovane sacerdote è capace di costruire nel corso della sua lunga vita: quella con il suo amico ateo, con il mandarino (signorotto locale) e con il ministro protestante e la sua consorte (insediatisi nella vicina cittadina e per nulla ritenuti rivali nell’opera di evangelizzazione). Ma, tra tutte, l’amicizia con madre Maria Veronica, inizialmente mostratasi con tutta la sua superbia contraria ad ogni suo tentativo di collaborare e che lui riesce a conquistare con bontà e profonda umiltà. Arriverà ad affermare, a proposito della loro amicizia, «in questo giorno ho detto addio alla Reverenda Madre Veronica, come si può dire addio ad un amico con cui si sono divisi i disinganni e le soddisfazioni di tutta una vita. Abbiamo lavorato insieme tanti anni… ed eravamo giunti a conoscerci a fondo».

Le profonde amicizie con l’ateo, il mandarino cinese, il pastore protestante e, soprattutto, con Madre Veronica, danno al film un carattere di originalità rispetto ai tempi. L’apertura all’altro, a chi non la pensa allo stesso modo e, addirittura, con una persona dell’altro sesso (per giunta consacrata) sono elementi che, ai tempi in cui il film è uscito, hanno una caratteristica di unicità in quanto – non lo dobbiamo dimenticare – mancano ancora due decenni a quell’evento straordinario di Chiesa, il Concilio Vaticano II, che segnerà una svolta significativa proprio prendendo in considerazione le aperture presentate e vissute nel film dal protagonista.

Il film, sebbene prolisso nei dialoghi, offre, in diverse scene e colloqui, espressioni e verità che ai tempi si faceva fatica ad accettare. Si pensi, oltre alla già citata amicizia tra un uomo e una donna (consacrati), l’affermare che un ateo potesse essere in Paradiso (verità, questa, sì facente parte del patrimonio di verità della Chiesa, ma maturata nel tempo).

E poi, l’attualità del messaggio, la leggiamo anche nel sentire la risposta, che all’inizio del film, l’oramai vecchio sacerdote dà al monsignore che lo rimprovera: «Temo padre che lei abbia perduto il controllo delle anime» e a cui lui risponde candidamente: «Ma io non desidero controllare nessun’anima». Per alcuni potrà sembrare una banalità, ma nell’epoca in cui le forme di controllo e abuso, assumono le più diverse forme (non solo fisico, ma anche psicologico, umano, spirituale, ecc) ricordare che un sacerdote è chiamato a guidare le anime e non a sostituirsi ad esse, ha davvero il sapore di una verità di altri tempi.

In questo senso ci sentiamo di consigliare anche la lettura del libro a cui è ispirato il film e che permette di cogliere tutta la bellezza che un vecchio film è capace di trasmettere.

Buona visione a tutti!

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Autore Enzo Vitale
Etichetta
Paese  USA
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
Tipologia
Titolo Originale The Keys of the Kingdom
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Users Reviews

  1. Mariastella

    Davvero un gran bel film, tanto quanto la recensione che lo accompagna

    10,0 rating

    Davvero un gran bel film, tanto quanto la recensione che lo accompagna

  2. Piera

    Un film di altri tempi, si potrebbe dire, vista la datazione, ma ciò che esso racconta credo sia qualcosa che non conosce il tempo. Il sacerdote di ieri, infatti, come quello di oggi è chiamato a seguire Cristo, a calcare le Sue orme. Il suo compito è quello di guadagnare anime a Dio. È ciò che il protagonista del film ha perseguito vivendo nell’umiltà, aperto agli altri in una piena Carità. Significativo l’aspetto riguardante le Amicizie instaurate dal sacerdote e che viene sottolineato nell’ottima recensione nella quale l’autore offre argomenti validi per accogliere l’invito a guardare il film. Grazie.

    10,0 rating

    Un film di altri tempi, si potrebbe dire, vista la datazione, ma ciò che esso racconta credo sia qualcosa che non conosce il tempo. Il sacerdote di ieri, infatti, come quello di oggi è chiamato a seguire Cristo, a calcare le Sue orme. Il suo compito è quello di guadagnare anime a Dio. È ciò che il protagonista del film ha perseguito vivendo nell’umiltà, aperto agli altri in una piena Carità. Significativo l’aspetto riguardante le Amicizie instaurate dal sacerdote e che viene sottolineato nell’ottima recensione nella quale l’autore offre argomenti validi per accogliere l’invito a guardare il film. Grazie.