TRASCENDENCE
Will Caster è un geniale ricercatore nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Partner nel lavoro come nella vita, sua moglie Evelyn. Ma le ricerche di Will e altri laboratori preoccupano un gruppo di terroristi antitecnologia che organizza degli attentati multipli, in uno dei quali viene ferito anche Will. Contaminato dal polonio, Will può solo aspettare di morire, ma Evelyn non si arrende e decide di “caricare” la sua coscienza sul supercomputer che il marito stava studiando, in modo da non perderlo per sempre… le conseguenze di questo gesto saranno imprevedibili.
Una donna, ancora innamorata del marito morto, riesce a “riportarlo in vita” all’interno di un computer grazie a un audace esperimento Ennesima parabola sui pericoli della tecnologia e sulla tentazione tutta umana di farsi Dio, alquanto farraginosa sul piano della narrazione.
Valori Educativi
A dispetto di quanto potrebbe far pensare il titolo, Transcendence ha poco a che fare con il problema della “trascendenza”, perché vede sostanzialmente l’uomo come creatore dei propri dei, siano essi quelli di una sopravvivenza oltre la morte tecnologicamente esperita, o quelli più “tradizionali” delle epoche precedenti
Pubblico
14+Alcune scene violente e lievemente sensuali
Giudizio Artistico
Visivamente senza dubbio ammirevole, Trascendence è un oggetto assai meno pregevole sul piano della narrazione e i personaggi, a parte il terzetto di protagonisti, restano del tutto superficiali
Cast & Crew
Regia
Wally Pfister
Sceneggiatura
Jack Paglen
Our Review
Ennesima parabola sui pericoli della tecnologia e sulla tentazione tutta umana di farsi Dio, Transcendence, firmato dall’abituale direttore della fotografia di Christopher Nolan (che qui produce), ricama con non grande originalità su temi e situazioni già note, poggiandosi soprattutto sul declinante carisma di Johnny Depp, improbabile genio dell’informatica che l’amore della moglie e la tecnica fanno sopravvivere all’interno di un computer.
In molte tradizioni favolistiche appaiono racconti di innamorati che siglano patti con le forze oscure per riavere l’amato perduto per poi scoprire che colui che torna dalla morte non è mai la stessa persona che si è perduta…sempre che di persona si possa parlare… Queste false resurrezioni, infatti, sono più una maledizione che un miracolo e portano solo sofferenza, morte e follia.
Qui a fare le veci della strega o del diavolo è una tecnologia ormai senza limiti di sviluppo, siano essi dati dalla scienza stessa o dalla morale, del resto risultati non cambiano molto.
A fungere da voce della saggezza è il collega Max Waters (Bettany), esperto di neuroscienze, che inizialmente, anche se con riluttanza, aiuta Evelyn nel suo folle progetto di trasferire la coscienza del marito moribondo in un mega computer, ma quasi immediatamente coglie i pericoli e l’intrinseca assurdità dell’operazione e finisce per guidare l’opposizione ai progetti di Evelyn e del redivivo (?) Will. Non è certamente casuale che gli autori del film abbiamo messo in bella mostra al collo di Max, il primo a criticare il tentativo di “far risorgere” e rendere onnipotente Will, una croce, anche se il personaggio non sembra essere particolarmente religioso. Abbastanza discutibile, per altro, appare la sua adesione, anche se all’inizio forzata, alle posizioni di un gruppo di persone che sono gli assassini del suo migliore amico come di molte altre persone.
Lo sviluppo della trama, per il vero, è abbastanza farraginoso: da una parte Evelyn e Will-computer intenti ad espandere la sua potenza e le sue capacità, inizialmente con scopi benefici e poi sempre più discutibili e inquietanti, dall’altra il gruppo di terroristi antitecnologia responsabili della “morte” di Will come di molti altri scienziati; a sorpresa accanto a questi secondi si schiereranno sia Max, che dopo essere stato rapito ne ha abbracciato le convinzioni se non i metodi, ma anche il vecchio mentore di Max e Will, il professor Tagger, lui stesso sopravvissuto a un attentato, come pure un agente dell’FBI.
Se Trascendence non sembra in grado di dire, sui pericoli delle tecnologie, molto di nuovo rispetto a narrazioni più ardite e articolate (a partire da 2001 Odissea nello spazio o Terminator, per continuare con Io sono leggenda o il recente Snowpiercer), più interessante appare lo sviluppo del rapporto tra Evelyn e Will. Dalla totale simbiosi iniziale (che impedisce a Evelyn di lasciare andare il marito la prima volta) ad un’inquietante convivenza perenne, in cui lo sguardo riverente dell’amante si tramuta nell’occhiuta guardia del carceriere, fino al sogno di una sorta di fusione tecnologica che sembra aspirare all’annullamento dell’alterità. La natura del rapporto che lega i coniugi Caster è anche la chiave della soluzione finale, tanto mirabolante quanto semplice nella sua radice: la capacità di sacrificio.
Una riflessioni anche tematicamente profonda sostenuta però da una narrazione un po’ claudicate e da personaggi che, a parte il terzetto di protagonisti, restano del tutto superficiali. A dispetto di quanto potrebbe far pensare per assonanza il titolo, Transcendence ha poco a che fare con il problema della “trascendenza”, anche perché vede sostanzialmente l’uomo come creatore dei propri dei, siano essi quelli di una sopravvivenza oltre la morte tecnologicamente esperita, o quelli più “tradizionali” delle epoche precedenti.
Visivamente senza dubbio ammirevole (e non stupisce vista la provenienza del regista dal reparto fotografia), Trascendence è un oggetto assai meno pregevole sul piano della narrazione, una pellicola, insomma, che alla fine rischia di lasciare l’impressione di “molto rumore per nulla”.
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | Trascendence |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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