ZERO DARK THIRTY
La ricostruzione dei dieci anni che sono stati necessari alla CIA per riuscire ad uccidere Osama Bin Laden visti con gli occhi di una donna, l’agente della CIA Maya che si è dedicata interamente a questo scopo. Un film duro sui metodi spesso scomodi adottati per raggiungere un obiettivo necessario
Valori Educativi
Pubblico
18+Alcune scene di alta tensione e di torture sia fisiche che psicologiche
Giudizio Artistico
Cast & Crew
Produzione
Mark Boal
Kathryn Bigelow
MEGAN ELLISON PER ANNAPURNA PICTURES
Regia
Kathryn Bigelow
Sceneggiatura
Mark Boal
Our Review
Maya è l’indubbia protagonista del film. E’ stata scelta lei come punto focale di questa dettagliata ricostruzione su come la CIA è riuscita a infrangere l’impenetrabile mistero che Osama Bin Laden era riuscito a costruirsi intorno per tanti anni. Un lavoro paziente alla ricerca di una breccia nella sua barriera difensiva: individuare chi faceva da messaggero fra lui ed il resto dell’organizzazione, visto che non ha mai usato né Internet né il telefono.
La regista Kathryn Bigelow e lo sceneggiatore Mark Boal, che avevano già lavorato insieme in The Hurt Locker, raccontano i fatti con un taglio secco, essenziale; non ci sono fronzoli né divagazioni pseudo-letterarie. Anche il linguaggio adottato è importante perché invita lo spettatore a calarsi in quelle realtà così specifiche, sia che si tratti del gergo dei Navy Seals o di quello degli agenti della CIA, anche a rischio di render difficile la comprensione di quello che dicono.
Ai due autori spetta il merito di aver concepito una nuova forma di cinema-verità. E’ un cinema molto particolare che solo apparentemente si concentra sulla descrizione dei fatti e non è certo un action movie ma al contrario è la conseguenza diretta di una loro particolare visione antropologica: ciò che conta non sono i fatti che vengono narrati ma gli uomini e le donne che li compiono. Un uomo è, ontologicamente, ciò che fa, si realizza e si esprime totalmente nella sua missione.
In entrambi i film della Bigelow e di Boal sono sono presenti molti militari, visti come dei guerrieri corazzati di tutto punto: se è vero che ognuno è ciò che fa, i militari ne sono la quintessenza proprio per una loro immedesimazione totale al compito che debbono svolgere.
Il film ha fatto scorrere fiumi di inchiostro sulle scene di tortura che sono presenti soprattutto nella prima mezzo’ora. Si tratta di ciò che la CIA ha chiamato eufemisticamente “enhanced interrogation”: si tratta di tecniche che non creano ferite ma mirano a fiaccare l’interrogato con forme di soffocamento, come l’ormai famoso waterboarding o con forme varie di umiliazione, significative specificatamente per degli uomini di fede islamica. La Bigelow non forza la mano ma è evidente che la sua intenzione è quella di passare in rassegna tutti i metodi adottati, sottolineando che sono stati impiegati dal 2002 al 2009, poi ufficialmente condannate da Obana con un discorso alla televisione del 16 novembre 2008 (riprodotto nel film). La protagonista Maya, impersonata dalla bravissima Jessica Chastain, appare implicitamente non gradire questi interrogatori, forse indicando anche il giudizio della regista, ma alla fine non può fare a meno di raccoglierne i frutti per proseguire le indagini. Né si può sottovalutare il modo sbrigativo con cui i Navy Seals, durante l’incursione a Abbottabad uccidono i componenti della famiglia di Obama. “Giustizia è stata fatta”: in quelle scene sembra rieccheggiare il discorso che Obama fece il mattino seguente.
Alla fine Maya sale su un gigantesco aereo da trasporto. Ancora una volta è completamente sola. Il pilota osserva che la donna deve esere un personaggio particolarmente importante, visto che le hanno assegnato un volo tutto per lei. L’aereo parte e qualche lacrima a freddo scende sul volto di Maya, mentre i sottotitoli ricordano quanti civili, soldati o agenti della CIA sono stati uccisi dall’11 settembre e che tre triliardi di dollari sono stati spesi fino a questo momento nella lotta contro il terrorismo. “Non ci sono stati attacchi significativi dopo il 9/11 ma probabilmente ce ne saranno ancora”: avverte la didascalia.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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