UNA VITA DA GATTO
Tom Brand è un egocentrico magnate newyorkese talmente concentrato sul lavoro – e impegnato in imprese fini a se stesse come quella di costruire il grattacielo più alto dell’emisfero boreale – da trascurare tutto il resto. Con un divorzio alle spalle, e il figlio di primo letto che lavora con lui nella sua corporation, Tom ignora completamente le esigenze della sua nuova famiglia, in cui la bella e paziente moglie Lara deve crescere praticamente da sola la figlioletta Rebecca. Quando quest’ultima compie undici anni, Tom accetta di comprarle come regalo di compleanno – più che altro per mancanza di altre idee – quello che la ragazzina ha espressamente chiesto: un gatto. Finisce quindi in uno strano negozio di animali dove il proprietario, il bizzarro Felix Perkins, gli vende il pelosissimo Mr. Fuzzypants, con cui Tom, che odia i felini, se ne torna verso casa. Costretto a una deviazione dall’ennesimo contrattempo lavorativo, Tom rimane vittima di un terribile incidente che lo manda in ospedale, in coma profondo, e lo fa reincarnare nel gatto. Ohibò, come uscirne?
Un uomo, che trascura la famiglia per occuparsi solo dei suoi affari, viene trasformato in un gatto per ridere la sua vita da un angolo totalmente diverso. Un film inconsistente con pochi momenti divertenti
Valori Educativi
In un film che dovrebbe essere indirizzato ai bambini, si affronta con disinvoltura il tema del fine vita, ritenendo una giusta decisione quella di staccare la spina a una persona in coma
Pubblico
14+Per alcuni accenni volgari e per le tematiche trattate, non adatte a un pubblico di bambini
Giudizio Artistico
Un imbolsito Kevin Spacey, trasformato per magia sulla falsariga di precedenti più famosi (Canto di Natale, The Family Man) non riesce a salvare un film con pochi momenti originali e divertenti
Cast & Crew
Regia
Barry Sonnenfeld
Sceneggiatura
Gwyn Lurie
Matt R. Allen
Caleb Wilson
Daniel Antoniazzi
Ben Shiffrin;
Our Review
Prodotto dalla francese Europacorp, fondata da Luc Besson, e diretto dal Barry Sonnenfeld dei due Addams Family e dei tre Men In Black, questo piccolo film (meno di un’ora e mezza di durata), ripesca il fortunato archetipo fantasy in cui un uomo apparentemente irredimibile, abbarbicato ai suoi vizi e ai suoi difetti, precipita in una situazione paradossale che gli fa guardare la realtà con occhi diversi, espiare le sue colpe e cambiare vita.
La storia, stranamente, non è ambientata durante le feste di Natale, il contesto narrativo perfetto per far accettare anche allo spettatore più smaliziato quel tocco di magia in più, non altrimenti credibile. I precedenti illustri sono innumerevoli, da Canto di Natale di Dickens al sottovalutato The Family Man con Nicolas Cage, passando dal fondamentale La vita è meravigliosa di Frank Capra e da tanti film di Walt Disney con protagonisti quadrupedi, e non è certo l’originalità che si chiede a un prodotto di questo tipo.
Nonostante la strada spianata, però, il film s’incaglia proprio dove dovrebbe filare: leggermente più volgare e ammiccante dei classici film per ragazzi (il grattacielo come simbolo fallico, le battute sul botulino…), ha una premessa del tutto incomprensibile per gli spettatori più giovani, con i suoi dialoghi velocissimi in cui si parla di vendita di azioni, fusioni miliardarie e consigli di amministrazione. Gli addetti al casting, poi, hanno pensato che a incarnare il protagonista – per cui fare il tifo nonostante la profusione di cinismo, in un ruolo che vent’anni prima sarebbe stato di Bill Murray – andasse bene l’imbolsito Kevin Spacey (scelta viziata senz’altro dalla performance dell’attore nella serie House of Cards). Neanche è chiaro perché la decisione di staccare la spina all’uomo in coma, caldeggiata all’inizio solo dal cattivo del film (il numero 2 dell’azienda che vuole fare le scarpe a Tom), dopo pochissimi giorni venga condivisa anche dalla moglie che pensa, in lacrime, di fare così “il bene della figlia” (?): come generatore del conto alla rovescia entro il quale Tom è chiamato a completare il suo arco di trasformazione, una forzatura.
In fin dei conti, un film abbastanza scialbo, dove si salvano solo il tema (“l’amore è sacrificio”, sbandierato in quella che gli esperti chiamano scena di exposition, cioè spiattellato senza una costruzione drammatica), cinque minuti divertenti con i tentativi di Tom, appena diventato gatto, di gestire la situazione negli inediti panni, e un Christopher Walken deliziosamente perfido nelle vesti del mago, o forse dell’angelo, responsabile del complotto felino.
Autore: Raffaele Chiarulli
Details of Movie
Titolo Originale | Nine Lives |
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Paese | USA Francia Cina |
Etichetta | Non classificato |
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