Palermo, 2014. Adele, divorziata con due figli da accudire, una di 12 e l’altro di 18, è assessore alle Politiche Sociali di Palermo. Sono frequenti gli arrivi di navi cariche di profughi e Adele si preoccupa soprattutto dei minori non accompagnati, diventandone la tutrice legale. Arriva un giorno importante: è prevista la firma, in comune, del protocollo per l’istituzione di tutori volontari per minori stranieri. Ma la giornata è già carica di impegni: bisogna organizzare la festa di compleanno della figlia, un centro di raccolta è stato chiuso e occorre trovare una nuova residenza per quei ragazzi che si erano ormai abituati a vivere a Palermo..
La storia vera di una donna che si è battuta per dare dignitosa accoglienza ai minorenni non accompagnati immigrati in Italia. Una bella storia che poteva essere raccontata meglio.
Il piccolo Josh ha dieci anni e frequenta la Waldron Mercy Academy, una rinomata scuola cattolica di Philadephia. A settembre inizia l’anno scolastico ma la gioia di ritrovare i propri compagni e amici di classe è offuscata dalla tristezza per un recente lutto familiare: da poco tempo è morto il nonno che viveva in casa sua e a cui voleva molto bene. Del nonno ricorda in particolare la sua fede profonda e per questo, anche se non si considera molto credente, decide di chiedere a Dio un segno che gli dia la sicurezza che il nonno sta bene…
Sono ormai sette mesi che l’adolescente Angela è stata violentata e uccisa nella campagna non lontano dalla sua casa. Mildred, la madre, non si dà pace e per scuotere il torpore della polizia fa affiggere tre grossi cartelli stradali che chiedono a Willoughby, lo sceriffo della contea, perché non ci sia stato finora neanche un arresto. Lo sceriffo è molto apprezzato dalla comunità locale e quei cartelli suonano come un insulto. Quando lo sceriffo si suicida perché ammalato gravemente di cancro, la gente pensa che la colpa del gesto debba ricadere su Mildred …
La Prima guerra mondiale è appena terminata e Anna, come molti suoi concittadini tedeschi, piange il suo giovane fidanzato Frantz caduto in battaglia per mano dei francesi. Tutti i giorni si reca sulla sua tomba. Durante una delle sue visite al cimitero Anna incontra Adrien, un giovane francese desideroso di rendere omaggio al suo amico tedesco Frantz morto in guerra. Nella piccola comunità in cui vive Anna la presenza di un francese susciterà reazioni contrastanti tra gli abitanti, ma Adrien porta con sé anche un mistero per la famiglia di Frantz.
In un villaggio non lontano da Timbuktù durante il breve periodo, alla fine del 2012, in cui il Mali del Nord fu controllato da jihadisti affiliati ad al-Qai’da, truppe armate si aggirano per le strade per far applicare le più rigide norme islamiche e i loro tribunali funzionano a pieno regime. Le donne debbono indossare sempre il velo e i guanti, è vietato cantare o giocare a pallone. Dei giovani vengono frustrati purché sorpresi a suonare la chitarra; una ragazza è costretta con la forza a sposare uno dei guerriglieri . Kidane, che vive pacificamente tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore 12enne Issan, un giorno uccide incidentalmente un pescatore ed ora anche lui deve presentarsi davanti al tribunale jihadista..
In una tranquilla cittadina inglese vive Tony che dopo la morte improvvisa della moglie di cancro, cade in depressione. In certi momenti sente l’impulso al suicidio ma trova conforto nel prendersi cura del suo cane e nel vedere dei filmati confidenziali che gli ha lasciato la moglie. Per il resto continua a lavorare in un giornale locale che raccoglie banalissime cronache della vita di quel piccolo centro ma, partendo dal presupposto che per lui la vita non ha nessun valore, dice a tutti quello che pensa nel modo più brutale. Si comporta in questo modo nei confronti del cognato Matt che cerca invece di confortarlo, di un suo collega bonaccione, della melanconica segretaria Kath, del postino, della simpatica prostituta Roxy, del vagabondo triste che gli fornisce la droga. Solo quando va al cimitero ha piacere di intrattenersi con la vedova Anne, con la quale riflette sul senso da dare alla loro vita dopo che sono rimasti soli…
Soheila è un’infermiera che non trova nel lavoro quell’ equilibrio che è necessario per dare serenità ai suoi pazienti: la sua vita privata infatti si è spenta da quando deve vivere in casa con un marito, di professione ginecologo, che continua a tradirla. Azar ha bisogno di lavorare e riesce ad essere assunta come segretaria dallo stesso ginecologo marito di Soheila; i soldi le servono per recuperare una certa indipendenza visto che sta per divorziare dal marito, che ha trovato come amante una donna già divorziata. Masha è una giovane studentessa universitaria innamorata di un suo compagno, ma grande è la sua delusione quando scopre che lui la tradisce con una compagna del suo stesso college…
Che Dio ci aiuti è una serie televisiva che va in onda su Rai 1 dal 2011; ha per protagonista suor Angela, una donna con un passato turbolento: da ragazza ha preso parte ad una rapina, durante la quale è stato ucciso un uomo. In seguito, però, la sua vita è cambiata completamente: una profonda conversione, infatti, l’ha trasformata interiormente e l’ha portata a prendere anche i voti. Ora vive in un convento sito a Fabriano, nelle Marche, dove si trova a gestire, con le consorelle, anche una residenza interna al convento ed un bar. Qui ha la possibilità di entrare in contatto con molte persone, di conoscere le loro situazioni e i loro problemi, dai quali si lascia ripetutamente coinvolgere. Generosa, determinata e piena di buona volontà suor Angela non si tira mai indietro se c’è da aiutare qualcuno. Cerca di farsi prossima a tutti quelli che incontra, specie a coloro che vivono nella residenza del suo convento, diventando, all’occasione, sorella, madre o amica...
In una foresta vicino Milano, dopo l'anno 1100. Il piccolo Alberto da Giussano, figlio di fabbro, si allena a tirare con l'arco mentre è in corso una battuta al cinghiale. Un cavaliere è stato disarcionato e sta per essere caricato dall'animale. Alberto scocca rapido la freccia e salva il cavaliere: questi altri non è che Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa che riconoscente gli regala un suo pugnale. Alberto intanto cresce e si innamora di una sua amica di infanzia, Eleonora, che ha fama di avere doti di veggente perché è stata risparmiata da un fulmine. Alberto avrà modo di incontrare nuovamente l'imperatore durante l'assedio di Milano che comportò la completa distruzione della città. Conscio del fatto che la sconfitta è stata causata dalle divisioni fra i comuni italiani, Alberto organizza la compagnia della morte: giovani di varie città della Lombardia pronti a ribellarsi al giogo tedesco...
Una donna riesce a convincere il contesto civile e politico in cui vive sull’importanza e la bellezza del riuscire a prendersi cura di quei ragazzi che sono dovuti fuggire dai loro paesi
Pubblico
Tutti
Giudizio Artistico
Il racconto di un nobile impegno di dedizione verso ragazzi immigrati viene portato avanti attraverso un sovraccarico di eventi che mortificano una riflessione più profonda
“La grande madre non sono io; la grande madre è Palermo e tutte le persone che sanno che le differenze culturali non sono un pericolo ma una risorsa; tutti quelli che sanno che nessuno decide dove nascere; tutti quelli che accolgono migranti come figli. E certo, i figli hanno bisogno di noi e noi ci siamo. Dobbiamo esserci”. E’ questo il messaggio programmatico che Adele lancia alla fine del film, rivolto agli spettatori e che sintetizza il suo impegno a favore dei minori che sono arrivati a Palermo dall’Africa. Il film ricostruisce in modo romanzato le attività di Agnese Ciulla, che è stata assessore alla Cittadinanza sociale del comune di Palermo dal 2012 al 2017 nella giunta di Leoluca Orlando. Isabella Aragonese, che interpreta Agnese, rende bene la sua energia incrollabile che cerca continuamente di portare avanti le sue idee in un contesto molto complesso e spesso ostile. Ma la frase che lei pronuncia alla fine del film (sintesi di quanto ha detto, in vari contesti la vera Agnese) appare profondamente vera: a lei va il merito di essersi impegnata in prima persona in quest’opera che ha sentito profondamente come giusta ma al contempo ha trovato un contesto favorevole dove le sue idee hanno germogliato, grazie alla collaborazione del sindaco, del giudice tutelare, della procura, del garante per l’infanzia ma soprattutto della città di Palermo, che ha mostrato il suo grande cuore e ha risposto generosamente al suo appello, riuscendo a trovare un tutore per ognuno di quei ragazzi. Come coronamento di questo impegno, nell’aprile 2017 è stata approvata la legge 47, che sancisce il rispetto dei diritti dei minori stranieri non accompagnati al pari di quelli dei minori di cittadinanza italiana e dell’Unione Europea.
Sicuramente una storia interessante che valeva la pena di raccontare (è già uscito il libro, “La grande madre”, edito da Sperling & Kupfer e scritto da Agnese con la giornalista palermitana Alessandra Turrisi) ma la soluzione narrativa che è stata adottata per il film lascia perplessi. Si è deciso di raccontare una unica giornata palermitana di Agnese, una giornata dove gli autori hanno cercato di raccontarci tutto del contesto e delle iniziative dell’assessore, attraverso una serie incalzante di eventi e di problemi nuovi che continuamente accadono, mentre Agnese corre in giro trafelata per porre ovunque dei rattoppi e arrivando sempre in ritardo. Si inizia con Agnese che ha problemi come madre perché il suo lavoro le fa trascurare i figli; subito dopo deve accorrere nel centro di accoglienza dove stanno sgomberando dei minori ma intanto occorre organizzare la cerimonia che avverrà nel pomeriggio nelle sale del comune per la firma del protocollo. Intanto una ragazza di colore cerca di buttarsi dalla finestra perché è stata raggiunta in Italia dal marito violento e Agnese, arrivata al porto, deve tuffarsi in acqua per salvare un bambino che è caduto. Si tratta di una soluzione troppo apertamente didascalica che cerca di incrociare problemi privati e sociali e disegna il ritratto di un’Africa primitiva e violenta che consenta di giustificare gli arrivi di tanti immigrati. Era giusto celebrare una figura così ricca di materna umanità ma era opportuno presentare questo valore con l’evidenza della sua stessa forza, senza che fosse necessario per lei buttarsi nelle acque luride del porto o subire le incomprensioni (che risultano artificialmente costruite) della figlia piccola.
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