Palermo, 2014. Adele, divorziata con due figli da accudire, una di 12 e l’altro di 18, è assessore alle Politiche Sociali di Palermo. Sono frequenti gli arrivi di navi cariche di profughi e Adele si preoccupa soprattutto dei minori non accompagnati, diventandone la tutrice legale. Arriva un giorno importante: è prevista la firma, in comune, del protocollo per l’istituzione di tutori volontari per minori stranieri. Ma la giornata è già carica di impegni: bisogna organizzare la festa di compleanno della figlia, un centro di raccolta è stato chiuso e occorre trovare una nuova residenza per quei ragazzi che si erano ormai abituati a vivere a Palermo..
La storia vera di una donna che si è battuta per dare dignitosa accoglienza ai minorenni non accompagnati immigrati in Italia. Una bella storia che poteva essere raccontata meglio.
Angie non è molto fortunata nel lavoro e la sua vita familiare è alquanto dissestata, con un ragazzo da allevare e un padre che non si è più fatto vedere. Ma crede di saper far bene una cosa: il collocamento di manodopera immigrata nelle tante fabbriche che operano intorno a Londra. Ha decisione e grinta da vendere e avvia quindi un'agenzia di collocamento assieme a una sua amica. Ma le cose non sono così facili come aveva sperato...
Sono ormai sette mesi che l’adolescente Angela è stata violentata e uccisa nella campagna non lontano dalla sua casa. Mildred, la madre, non si dà pace e per scuotere il torpore della polizia fa affiggere tre grossi cartelli stradali che chiedono a Willoughby, lo sceriffo della contea, perché non ci sia stato finora neanche un arresto. Lo sceriffo è molto apprezzato dalla comunità locale e quei cartelli suonano come un insulto. Quando lo sceriffo si suicida perché ammalato gravemente di cancro, la gente pensa che la colpa del gesto debba ricadere su Mildred …
Piombino. Anna e Francesca, amiche inseparabili, sono due adolescentidi quattordici anni che vivono nelle case popolari sullo sfondo delle acciaierie che danno lavoro e disperazione a mezza città. Provengono da situazioni familiari disastrate (una ha in padre in carcere, l’altro è un violento) e in balia di loro stesse finiscono per fare scelte sbagliate o frettolose. Solo Alessio, il fratello di Anna, non disprezza di fare l’operaio nell’acciaieria e non cerca di fuggire da Piombino…
George e Anne sono una coppia di anziani insegnanti di musica ormai in pensione. Anne subisce un ictus invalidante e George le promette di prendersi cura di lei e di non portarla più in ospedale. La figlia Eva passa talvolta a trovarli ma è molto impegnata all’estero e non fornisce alcun aiuto concreto..
Marc, ispettore delle imposte di Parigi in temporanea trasferta in una cittadina di provincia, perde l’ultimo treno per tornare a casa. Chiede a Sylvie, una ragazza che ha incontrato in un bar, qual è l’albergo più vicino per passare la notte. In realtà né lui né lei vogliono chiudere in questo modo la serata e passano tutta la notte chiacchierando per le stradine della città. All’alba decidono di incontrarsi di nuovo a Parigi ma senza scambiarsi il numero di telefono. Marc non potrà andare all’appuntamento perché colpito da infarto e tornerà più volte in quel paesino, nell’infruttuosa ricerca di Sylvie. Durante le sue ricerche incontra Sophie e se ne innamora. Non sa che è la sorella di Sylvie…
Paul Asher è un giovane promettente giornalista, con una buona preparazione anche teologica, che si è fatto conoscere per un suo reportage in Afghanistan dove aveva raccolto le riflessioni di soldati di fede cristiana che stavano combattendo in quel paese così lontano e ostile. Il suo ritorno in patria risulta particolarmente difficile: la vista di tanta sofferenza ha incrinato la sua fede e si sente responsabile della crisi coniugale che sta attraversando perché per seguire la sua passione professionale ha finito per trascurare sua moglie che ora vuole lasciarlo. In un momento così difficile per la sua vita inizia a intervistare uno strano personaggio che dichiara di essere Dio…
Che Dio ci aiuti è una serie televisiva che va in onda su Rai 1 dal 2011; ha per protagonista suor Angela, una donna con un passato turbolento: da ragazza ha preso parte ad una rapina, durante la quale è stato ucciso un uomo. In seguito, però, la sua vita è cambiata completamente: una profonda conversione, infatti, l’ha trasformata interiormente e l’ha portata a prendere anche i voti. Ora vive in un convento sito a Fabriano, nelle Marche, dove si trova a gestire, con le consorelle, anche una residenza interna al convento ed un bar. Qui ha la possibilità di entrare in contatto con molte persone, di conoscere le loro situazioni e i loro problemi, dai quali si lascia ripetutamente coinvolgere. Generosa, determinata e piena di buona volontà suor Angela non si tira mai indietro se c’è da aiutare qualcuno. Cerca di farsi prossima a tutti quelli che incontra, specie a coloro che vivono nella residenza del suo convento, diventando, all’occasione, sorella, madre o amica...
Alcuni adolescenti si ritrovano a trascorrere una lunga degenza nello stesso ospedale e saldano fra loro una forte amicizia. Concretizzano la loro solidarietà indossando quei braccialetti rossi che avevano ricevuto come identificativo in occasione dei loro interventi chirurgici. Leo ha avuto una gamba amputata a causa del cancro e nella seconda stagione è diventato il leader del gruppo. Si sente legato da un forte sentimento a Cristina (Cris) che era stata ricoverata per anoressia ma che ora è potuta tornare a casa anche se non perde occasione per andare a trovare Leo in ospedale. Di recente è arrivata anche Nina, una ragazza a cui dovrà esser amputato un seno e che trova in Leo un valido sostegno, creando non pochi problemi al rapporto fra Leo e Cris. Vale, un tempo una colonna del gruppo, si rifiuta di effettuare i dovuti controlli per paura che gli venga diagnosticato nuovamente un tumore abbandonando di fatto gli amici. Leo è costretto a cacciarlo dal gruppo perché "un Braccialetto Rosso non è un vigliacco". Nella seconda stagione viene ricoverato anche Chicco, un ragazzo filippino che guidando il motorino da ubriaco, è caduto investendo Bea, che è ora in coma. Isolato e disprezzato dagli altri ragazzi per la sua incoscienza, salda un bella amicizia con la piccola Flaminia, una bambina non vedente che deve subire una delicato intervento agli occhi...
Una donna riesce a convincere il contesto civile e politico in cui vive sull’importanza e la bellezza del riuscire a prendersi cura di quei ragazzi che sono dovuti fuggire dai loro paesi
Pubblico
Tutti
Giudizio Artistico
Il racconto di un nobile impegno di dedizione verso ragazzi immigrati viene portato avanti attraverso un sovraccarico di eventi che mortificano una riflessione più profonda
“La grande madre non sono io; la grande madre è Palermo e tutte le persone che sanno che le differenze culturali non sono un pericolo ma una risorsa; tutti quelli che sanno che nessuno decide dove nascere; tutti quelli che accolgono migranti come figli. E certo, i figli hanno bisogno di noi e noi ci siamo. Dobbiamo esserci”. E’ questo il messaggio programmatico che Adele lancia alla fine del film, rivolto agli spettatori e che sintetizza il suo impegno a favore dei minori che sono arrivati a Palermo dall’Africa. Il film ricostruisce in modo romanzato le attività di Agnese Ciulla, che è stata assessore alla Cittadinanza sociale del comune di Palermo dal 2012 al 2017 nella giunta di Leoluca Orlando. Isabella Aragonese, che interpreta Agnese, rende bene la sua energia incrollabile che cerca continuamente di portare avanti le sue idee in un contesto molto complesso e spesso ostile. Ma la frase che lei pronuncia alla fine del film (sintesi di quanto ha detto, in vari contesti la vera Agnese) appare profondamente vera: a lei va il merito di essersi impegnata in prima persona in quest’opera che ha sentito profondamente come giusta ma al contempo ha trovato un contesto favorevole dove le sue idee hanno germogliato, grazie alla collaborazione del sindaco, del giudice tutelare, della procura, del garante per l’infanzia ma soprattutto della città di Palermo, che ha mostrato il suo grande cuore e ha risposto generosamente al suo appello, riuscendo a trovare un tutore per ognuno di quei ragazzi. Come coronamento di questo impegno, nell’aprile 2017 è stata approvata la legge 47, che sancisce il rispetto dei diritti dei minori stranieri non accompagnati al pari di quelli dei minori di cittadinanza italiana e dell’Unione Europea.
Sicuramente una storia interessante che valeva la pena di raccontare (è già uscito il libro, “La grande madre”, edito da Sperling & Kupfer e scritto da Agnese con la giornalista palermitana Alessandra Turrisi) ma la soluzione narrativa che è stata adottata per il film lascia perplessi. Si è deciso di raccontare una unica giornata palermitana di Agnese, una giornata dove gli autori hanno cercato di raccontarci tutto del contesto e delle iniziative dell’assessore, attraverso una serie incalzante di eventi e di problemi nuovi che continuamente accadono, mentre Agnese corre in giro trafelata per porre ovunque dei rattoppi e arrivando sempre in ritardo. Si inizia con Agnese che ha problemi come madre perché il suo lavoro le fa trascurare i figli; subito dopo deve accorrere nel centro di accoglienza dove stanno sgomberando dei minori ma intanto occorre organizzare la cerimonia che avverrà nel pomeriggio nelle sale del comune per la firma del protocollo. Intanto una ragazza di colore cerca di buttarsi dalla finestra perché è stata raggiunta in Italia dal marito violento e Agnese, arrivata al porto, deve tuffarsi in acqua per salvare un bambino che è caduto. Si tratta di una soluzione troppo apertamente didascalica che cerca di incrociare problemi privati e sociali e disegna il ritratto di un’Africa primitiva e violenta che consenta di giustificare gli arrivi di tanti immigrati. Era giusto celebrare una figura così ricca di materna umanità ma era opportuno presentare questo valore con l’evidenza della sua stessa forza, senza che fosse necessario per lei buttarsi nelle acque luride del porto o subire le incomprensioni (che risultano artificialmente costruite) della figlia piccola.
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