TI GUARDO – DESDE ALLA’

201593 minDiseducativo  

Armando è un uomo di mezza età, scapolo, con grandi difficoltà nella relazione con gli altri. Recluta giovani ragazzi dalla strada e, in cambio di cospicue somme di denaro, li guarda spogliarsi davanti a lui, senza che ci sia mai alcun contatto fisico con loro. Un giorno però Armando incontra Elder, un ragazzo che vive di espedienti, e in un certo senso se ne innamora. Inizialmente Elder cerca di sfruttare la situazione a suo vantaggio, ma successivamente cede alle attenzioni e alle cure che Armando generosamente gli offre.

Questo film venezuelano-messicano ha vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia 2015. Realizzato con realismo estremo e immagini fortemente rappresentative, racconta una storia particolarmente disturbante senza risolvere i molteplici temi sollevati


Valori Educativi



Il film fa parte di una trilogia che vorrebbe indagare sul tema della genitorialità, tuttavia Ti guardo si sofferma soprattutto sulle difficoltà e le conseguenze di un concetto distorto di paternità, si concentra su una problematica esasperata ed estrema: il cattivo rapporto con il padre visto come causa di terribili problemi relazionali nei figli; ma non offre una chiara visione d’insieme, non giunge ad una vera conclusione e non dà alcuna risposta né sul tema in generale né sul particolare aspetto preso in considerazione.

Pubblico

Diseducativo

Sono presenti scene di violenza, diverse scene di nudo maschile e rapporti omosessuali.

Giudizio Artistico



Il film è girato con realismo estremo, i dialoghi sono ridotti all’essenziale e la storia parla per immagini fortemente rappresentative. La fotografia è meritevole e descrive bene il contesto sociale e ambientale della città di Caracas. Leone doro al festival di Venezia 2015

Cast & Crew

Our Review

Con questo suo lavoro Vigas non sembra voler esprimere un giudizio sul tema dell’omosessualità, né cerca di spiegarla facendola risalire a qualche oscuro trauma infantile nel rapporto padre- figlio e nemmeno desidera raccontare le difficoltà della vita in una città impietosa e terribilmente discriminante come Caracas. Un film come Ti guardo in realtà spiega il suo senso proprio attraverso il titolo originale: Desde allà in catalano significa “da lontano”. Le scene del film sembrano infatti un’osservazione fatta “da lontano” sui personaggi e le loro vicende, come uno sguardo che scruta con attenzione una realtà, cruda e desolante, senza addentrarvisi. Il mondo dei due protagonisti, soprattutto del più anziano dei due, Armando, nel film è osservato con paziente attenzione fin nei minimi dettagli. Le immagini e le sequenze più che narrare, compongono, attraverso le poche vicende della storia, una sempre più dettagliata psicologia del personaggio senza raccontare in realtà nulla del suo passato e senza di fatto creare alcuna empatia.

Armando (Alfredo Castro) è un uomo di mezza età, scapolo, una figura distinta e discreta, quasi invisibile, con un buon lavoro ma con grandi difficoltà nella relazione con gli altri. Armando non sa amare e per questo soddisfa le sue pulsioni solo guardando da lontano l’oggetto del suo desiderio: giovani ragazzi che recluta dalla strada e che, in cambio di cospicue somme di denaro, si spogliano davanti a lui, senza che ci sia mai alcun contatto fisico tra loro. Un giorno però Armando incontra Elder, un ragazzo che vive di espedienti, e in un certo senso se ne innamora. Inizialmente Elder, disgustato dalle attenzioni dell’uomo, cerca più possibile e senza alcuno scrupolo di sfruttare la situazione a suo vantaggio, ma successivamente cede alle attenzioni e alle cure che Armando generosamente gli offre e comincia a sua volta a provare attrazione per l’uomo.

Armando e Elder sono accomunati dalla stessa sofferenza che nasce da un distorto rapporto con la figura paterna. Armando è un uomo solo, incapace di esprimere i propri sentimenti e dialogare con essi, ma desideroso di amare; nel portare via Elder dalla strada cerca di dare un senso al proprio esistere e al proprio dolore. Elder invece è un ragazzo con una forte energia, cresciuto in una realtà dura e spietata, abituato a badare da solo a se stesso e a pensare esclusivamente alla propria sopravvivenza; ma quando comincia a ricevere da Armando le cure, la protezione e una forma di affetto che non aveva mai conosciuto prima, cede, svela la propria fragilità e si dona completamente e in modo quasi follemente insensato ad un uomo più grande di lui. Si viene così a creare una ambigua relazione tra i due a metà tra quella omosessuale e quella genitore-figlio. Le attenzioni che Armando offre ad Elder, per quanto delicate e generose, lasciano comunque sempre il gusto amaro di un rapporto ambiguo e di una profonda problematica interiore irrisolta.

Il film fa parte di una trilogia che vorrebbe indagare sul tema della genitorialità. Tuttavia Ti guardo, che rappresenta il secondo capitolo della serie, si sofferma soprattutto sulle difficoltà e le conseguenze di un concetto distorto di paternità. Il regista sembra essere più interessato a osservare e descrivere una problematica esasperata ed estrema: il cattivo rapporto con il padre come causa di terribili problemi relazionali nei figli; ma non offre una chiara visione d’insieme, non giunge ad una vera conclusione e non dà alcuna risposta né sul tema in generale né sul particolare aspetto preso in considerazione.

Desde allà è un film crudo e disarmante per la schiettezza con cui descrive una storia forte con un esito drammatico senza che nulla di fatto si risolva nel film. È girato con realismo estremo, i dialoghi sono ridotti all’essenziale e la storia parla per immagini fortemente rappresentative. La fotografia è meritevole e descrive bene il contesto sociale e ambientale della città di Caracas. Eppure si tratta di un film che spiazza lo spettatore proponendo una storia sconcertante ma senza che questa contribuisca a dare allo spettatore un’idea in merito ai temi trattati che rimangono sospesi.

Autore: Vania Amitrano

Details of Movie

Titolo Originale Desde Allà
Paese Venezuela Messico
Etichetta
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