TAKEN – LA VENDETTA
Bryan Mills, ex agente della CIA in pensione, dopo aver salvato la figlia Kim da un’organizzazione di tratta delle bianche, sta cercando di ricucire il rapporto con la ex moglie Lenore. Per questo invita lei e Kim a raggiungerlo a Istanbul, dove ha appena terminato un incarico. Bryan però non sa che Murad, il padre di uno degli uomini che ha eliminato durante il salvataggio di Kim, è deciso a vendicarsi e ha organizzato il rapimento di tutta la famiglia…
Liam Neeson (alias Bryan Mills) aveva salvato nella precedente puntata sua figlia Kim da un’organizzazione di tratta delle bianche ma ora c’è qualcuno che vuol rapire tutta la sua famiglia. Un action movie fracassone con un familismo di maniera
Valori Educativi
La morale assolutoria del film, il suo familismo di maniera, il suo patriottismo facile facile si accompagnano bene al popcorn, ma rischiano di fare altrettanto danno
Pubblico
18+Numerose e insistite scene di violenza brutale, tortura, qualche scena sensuale, turpiloquio
Giudizio Artistico
Il film sembra un aggiornamento, pure un po’ elementare e senza dimensione psicologica, delle vecchie pellicole di Stallone, Schwarzenegger e Seagal ,pure se Neeson ha decisamente più espressioni di tutti e tre messi insieme
Cast & Crew
Produzione
da Luc Besson per Europa Corp
Grive Productions
Canal +
M6 Films
CINÉ +
Regia
Olivier Megaton
Our Review
C’è poco di diverso, se non l’ambientazione – là Parigi, qui Istanbul – nel nuovo capitolo (di sicuro non sarà l’ultimo) della saga action che ha rilanciato la carriera del sessantenne Liam Neeson. Dopo un prologo che promette ricostituzione del nucleo familiare- Kim è si ancora un po’ traumatizzata e non riesce a prendere la patente, ma il nuovo marito di sua madre Lenore si è gentilmente eclissato e lei è bisognosa di tutto l’affetto dell’ex Bryan- appena i cattivi entrano in azione è tutto un susseguirsi di scene di scontri e sparatorie più o meno improbabili nei vicoli e sui tetti della città turca (e nel finale Besson, qui sceneggiatore, cerca forse anche la citazione colta de La promessa dell’assassino con una scazzottata in un bagno turco).
Se Kim – sarà l’aria del Medio Oriente o la genetica che non mente – sembra acquisire nel giro di pochi minuti abilità simili a quelle paterne (lancia granate, cammina sui cornicioni, calcola distanze sulle mappe, anche se con la guida ancora un po’ tentenna) e diventa una valida aiutante, in realtà non si esce dalla logica della donna indifesa da salvare, anche se qui a fare la parte della vittima è la povera Lenore. Per fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista), Bryan, come lui stesso si definisce, è un cane che non molla il suo osso (brutta e inquietantemente corretta metafora) e anche legato e con un cappuccio in testa già sta pianificando la reazione.
All’esordio negli Stati Uniti la pellicola ha guadagnato il doppio del capitolo precedente e promette di fare sfracelli anche in giro per il mondo, ma non si può fare a meno di chiedersi come questo aggiornamento, pure un po’ elementare e senza dimensione psicologica, delle vecchie pellicole di Stallone, Schwarzenegger e Seagal (pure se Neeson ha decisamente più espressioni di tutti e tre messi insieme) riesca a toccare in modo così immediato almeno un certo pubblico.
Di sicuro la sua morale assolutoria (alla fine del gioco il conto delle vittime di Bryan si è notevolmente allungato e la sua proposta di tregua al nemico suona quantomeno fasulla), il suo familismo di maniera, il suo patriottismo facile facile si accompagnano bene al popcorn, ma rischiano di fare altrettanto danno. E il Bryan Mills di Liam Neeson diventa la versione più inquietante e totalmente priva di ironia del suocero di Ti presento i miei, che non riusciva a vedere nulla di buono fuori dal suo “cerchio della fiducia”. Solo che qui fuori dal cerchio c’è tutto il resto del mondo…
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | Taken 2 |
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Paese | Francia |
Etichetta | Non classificato |
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