SCOOP Chiara Toffoletto

Durante una vacanza a Londra, una studentessa di giornalismo americana riceve una soffiata dal fantasma di un reporter: il noto "serial killer dei tarocchi" è in realtà il rampollo di una nobilissima famiglia inglese…

Valori Educativi



Strampalata accoppiata padre-figlia, in cui si crea un bel rapporto di complicità e reciproca dipendenza

Pubblico

14+

Atteggiamento disinvolto della ragazza che finisce per andare a letto con le persone che desidera intervistare

Giudizio Artistico



Woody riesce a creare una macchina comica funzionante, costruita intorno a battute incisive, tempi quasi perfetti ed efficaci ellissi narrative. Woody riesce a creare una macchina comica funzionante, costruita intorno a battute incisive, tempi quasi perfetti ed efficaci ellissi narrative.

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Un nuovo delitto si consuma negli ambienti dell’aristocrazia londinese. Ricompaiono in Scoop molti degli ingredienti di Match Point, ma l’impasto è diverso. Se è vero che una semplice piega della bocca  basta a fare di una maschera tragica una maschera comica e che un paio di occhiali demodé possono trasformare un sex symbol come Scarlett Johansson in una ragazzotta ingenua e un poco goffa, allora anche una raggelante tragedia sulla casualità dell’esistenza può lasciare il posto a una commedia leggera, godibile, riscaldata da qualche sprazzo del miglior umorismo alleniano. Ottimo digestivo, questo, per mandar giù la consueta dose di cinismo.

Che la commedia abbia una stretta parentela con la tragedia, lo confermano il funerale in apertura del film e la presenza ricorrente della Morte (non solo in forma antropomorfa): una sagoma scura, incappucciata e muta, che si concede qualche capatina nell’aldiquà per recuperare le sue vittime più attaccate alla vita, e portarle per sempre là dove “non c’è più niente”.

Tra queste, il giornalista Joe Strombel, già in viaggio sul traghetto per l’Aldilà, raccoglie una soffiata che potrebbe regalargli lo scoop più sensazionale degli ultimi anni: la soluzione del misterioso caso del killer dei tarocchi, in cui sono coinvolte le sfere più alte e insospettabili dell’aristocrazia londinese.

Stromberg ha pochissimo tempo per delegare lo scoop al mondo dei vivi e la scelta cade su Sandra Prensky, una studentessa di giornalismo di New York (per una volta Brooklyn, non Manhattan, e si vede). Il defunto giornalista appare alla ragazza durante uno spettacolo del sedicente mago Splendini, bizzarro personaggio modellato sul fisico e sulle nevrosi dell’ultrasettantenne Allen.

L’ottimismo e la pervicacia della giovane americana, abbagliata dal miraggio dello scoop, trascinano lo scettico Splendini nel pedinamento del rampollo di uno dei Lord più in vista dell'aristocrazia inglese. La coppia improbabile si infiltra in ville principesche e party esclusivi, facendosi passare per padre e figlia. E mentre Sandra a poco a poco si innamora dell’indiziato, arrivando a dubitare delle informazioni ricevute, Splendini si insospettisce sempre più… Chi avrà ragione?

Per la verità, non è molto chiaro, a monte, perché lo strambo prestigiatore sia tanto necessario alle indagini di Sandra: la sceneggiatura, comunque, non sembra interessata a scavare nelle motivazioni, accontentandosi di creare una macchina comica funzionante, costruita intorno a battute incisive, tempi quasi perfetti ed efficaci ellissi narrative.

Ma ciò che rende Scoop un’operazione riuscita, consentendogli di emergere dal blocco anonimo delle commedie prodotte “in serie” dall’ultimo Allen, è il fatto che, per una volta, il regista non si proponga nel ruolo – non più sostenibile – di amante/compagno della co-protagonista di turno. Per una volta, Woody fa un passo indietro rispetto a se stesso, e accetta di calarsi in un ruolo meno centrale e auto-referenziale (azzeccata, a questo proposito, la battuta autoironica “Di nascita sono di confessione ebraica, poi però mi sono convertito al narcisismo”), ritagliando per sé la parte che  anagraficamente gli si addice di più, e cioè il padre, anche se putativo.

A un padre, soprattutto se un po’ avanti in età, si possono perdonare fissazioni e debolezze, difetti che sarebbero stati solo irritanti o patetici, se dati – e per l’ennesima volta – a un partner. La trovata più fresca di Scoop, insomma, è questa strampalata accoppiata padre-figlia, in cui si crea un bel rapporto di complicità e reciproca dipendenza (non è un caso che Splendini sia un uomo solo, lasciato dalla moglie e senza figli). La seconda buona intuizione di Allen è aver fatto scendere Scarlett Johansson dal piedistallo – dove lui per primo l’aveva posta, esasperandone la sensualità in Match Point e creando una sorta di icona – ricacciandola nei panni di una ragazza tutto sommato “normale” e positiva, che per amore sarebbe disposta anche a rinunciare al suo scoop.

Che poi quella di Sandra sia un’intuizione giusta, è tutto da vedere. Del resto, per Allen, il bicchiere è sempre mezzo pieno. Di veleno.

Autore: Chiara Toffoletto

Details of Movie

Titolo Originale Scoop
Paese USA/ GB
Etichetta
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