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NON LASCIARMI

2010103 min18+  

Kathy, Tommy e Ruth sono cresciuti a Hailsham, un istituto dove sono stati istruiti e incoraggiati a sviluppare le loro capacità artistiche anche se grazie alle parole di una giovane insegnante intuiamo ben presto che per loro e gli altri “studenti” potrebbe non esserci un futuro come quello di tutti gli altri. Il un mondo “alternativo” dove la medicina ha sviluppato la cura di molte malattie grazie all’uso di donazioni di organi sani, infatti, non tutti gli esseri umani sono uguali…

Questo film  denuncia le pericolose derive della scienza che rischiano di concepire esseri umani come pezzi di ricambio di altri.  Il tutto è raccontato nella normalità di una società che ha ormai assimilato una tale comportamento. Un monito alla banalizzazione di tante discriminazioni contemporane, come quella che può colpire coloro che stanno per nascere  .


Valori Educativi



Severa critica sul rischio di certe derive della scienza che rischiano di degenerare nelle peggiori violazioni della natura umana. Il tutto è raccontato nella normalità di una società che ha ormai assimilato una tale comportamento. Un monito alla normalità di tante discriminazioni contemporane, come quella che può colpire coloro che stanno per nascere

Pubblico

18+ Un'atmosfera angosciosa pervade tutto il film. Alcune scene a contenuto sessuale senza nudità. Visione di fotografie pornografiche. Non ci sono scene impressionanti

Giudizio Artistico



La scelta di costringere lo spettatore allo stesso senso di impotenza dei protagonisti rende ancora più forte il coinvolgimento emotivo e più efficace, per quanto implicita, l’affinità con le istanze universali della vicenda

Cast & Crew

Our Review

Tratta dallo struggente romanzo di Kazuo Ishiguro (l’autore di Quel che resta del giorno), la pellicola ne conserva lo spirito grazie ad un adattamento molto rispettoso del materiale di partenza.

Rispettoso prima di tutto nella volontà dell’autore di non farne un pamphlet ideologico contro le derive della scienza (con le problematiche legate alla clonazione terapeutica e non), ma di restare attaccato ai personaggi per mostrare attraverso la loro inconsueta prospettiva tutto il dramma di una situazione estrema, ma di cui si possa cogliere il valore universale.

Naturalmente è “straordinaria” la situazione di individui a cui fin da piccoli è “inoculata” la consapevolezza di un destino prestabilito (quello di Donatori, di organi, ma infine, come ultima conseguenza, della vita stessa), tanto che quasi fino alla fine nessuno di loro si ribella (una scelta di racconto spiazzante e difficile per il pubblico, che forse ricorderà lo svolgimento totalmente diverso di un film con una premessa simile, l’adrenalinico The Island).

E nonostante il film (come il libro da cui è tratto) si faccia un punto di non insistere più di tanto con gli agganci all’oggi, la rivelazione finale (che non anticipiamo), nella sua semplice e spiazzante disumanità, condensa in modo efficacissimo lo spirito di tanti odierni “discorsi scientifici”, facendo percepire con chiarezza come tante volte sotto l’apparenza di una scienza “caritatevole” possano insinuarsi le peggiori violazioni nei confronti della natura umana.

Eppure quello che colpisce e commuove in una vicenda che è anche un’intensa storia d’amore (quella tra Kathy e Tommy, che Ruth allontana l’uno dall’altro per non restare sola), è l’intuizione profonda che riguarda ogni essere umano e che tanto più evidentemente smaschera, in modo indiretto, l’assurdità di chi ha deciso di poter produrre creature di serie B per il proprio interesse.

I desideri profondi che muovono i protagonisti Kathy, Ruth e Tommy (dei tre quello che fin da piccolo sembra intuire il dramma che li riguarda ed esprimerlo in una ribellione alla disciplina dolce di Hailsham) sono quelli di tutti: la ricerca della felicità, il rifiuto a sentirsi totalmente determinati da un potere che li “coccola” ma non li ama ed è determinato ad usarli come se fossero semplici pezzi di ricambio, ma anche il rimpianto per il tempo perduto e le occasioni sprecate, la curiosità rispetto alla propria storia e così via.

Desideri che si coagulano nella coscienza, magari imperfetta, del proprio essere più del prodotto di circostanze volute da altri e per questo da esse totalmente determinati.

E lo sguardo pieno di nostalgia che la “sopravvissuta” Kathy getta all’orizzonte è pieno di uno struggimento in cui chiunque si può riconoscere, perché esprime il nucleo più profondo della coscienza di ogni essere umano.

La scelta di non prendere la strada più ovvia di un intreccio action, che racconti la ribellione al sistema, e piuttosto costringere lo spettatore allo stesso senso di impotenza dei protagonisti rende ancora più forte il coinvolgimento emotivo e più efficace, per quanto implicita, l’affinità con le istanze universali della vicenda.

  

Autore

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Never Let Me Go
Paese Gran Bretagna
Etichetta
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