NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE

Nella sequenza iniziale del film, dopo una cruenta battaglia, il campo è disseminato di morti. Vengono raccolti per la sepoltura ma vengono anche privati degli stivali e dei vestiti. Questi vengono portati in un grosso centro di raccolta dove una folta schiera di operatrici si occupa di lavarli e ricucire gli eventuali strappi.  Nella sequenza successiva ragazzi di liceo,  chiamati alle armi, dopo una tronfia arringa del loro preside, si recano con entusiasmo a ritirare le loro divise . Loro sono contenti di andare in guerra ma noi spettatori sappiamo che sono vestiti tolti a dei morti e abbiamo  un’idea esatta di ciò a cui questi ragazzi stanno andando incontro. E’ un’ottima esempio di narrazione cinematografica, di applicazione della regola  “show, dont tell” ( il cinema non deve spiegare , deve mostrare) che ci dà subito un’idea dell’alta qualità con cui è stato confezionato questo film.

Niente di nuovo sul fronte occidentale, romanzo del 1928 scritto dal veterano tedesco della Grande Guerra Erich Maria Remarque, è un’opera che è riuscita, con le sue pagine ricche di parole forti e taglienti, a trasmettere l’inumana esperienza vissuta dai combattenti durante il Primo Conflitto Mondiale.

Grazie al vivido realismo che contraddistingue il libro, quest’ultimo ha avuto molto successo divenendo ben presto un’opera fondamentale all’interno della letteratura occidentale nonché fonte di ispirazione di due adattamenti, uno cinematografico e l’altro televisivo, realizzati rispettivamente nel 1930 e nel 1979.

A distanza di svariati decenni, nell’ottobre 2022, Netflix propone un nuovo adattamento del romanzo che per la prima volta viene realizzato da un regista tedesco, Edward Berger.

Il film inizialmente trasporta lo spettatore all’interno degli ambienti studenteschi pieni di ragazzi infervorati dalla voglia di combattere. Paul, come i suoi amici, non vede l’ora di partire e coprirsi di gloria sui campi di battaglia. Tuttavia, ciò che li aspetta è molto lontano dall’essere glorioso.

Dopo il primo quarto d’ora, il tono della pellicola cambia drasticamente; la fotografia diviene lugubre e cupa ed un sentimento di costante angoscia inizia ad attanagliare il giovane protagonista che si ritroverà a vivere, per buona parte della propria permanenza al fronte, in una trincea costantemente coperta di fango, sangue e dei cadaveri dei compagni caduti.

In poco tempo, il ragazzo comincia a prendere atto di cosa sia davvero la guerra, spogliandola di tutti quei nobili ideali di cui l’aveva ammantata fino al momento precedente alla partenza per il fronte.

Alternando momenti di tranquillità a momenti di gioia e sgomento, il regista riesce a trasmettere uno spaccato fedele di quella che era la vita di trincea. Pur dando spazio ai combattimenti infatti, Berger sceglie di mettere in luce i sentimenti provati dai giovani protagonisti, mostrando come essi si sentano sconvolti interiormente, una volta investiti dal caos della battaglia; ne emerge un’analisi molto realistica, in cui inoltre risulta evidente la critica antimilitarista di cui si fa portavoce il film, scagliandosi in particolar modo contro la politica dell’epoca che viene rappresentata metaforicamente da un gruppo di alti ufficiali e politici, la cui colpa è quella di aver gettato al vento le vite di migliaia di giovani, spezzandone per sempre gli ideali, pur di mantenere alto l’orgoglio nazionale. Notevole il contrasto tra gli ambienti lussuosi in cui vivono i vari personaggi di alto rango, e le opprimenti trincee in cui invece si trovano i soldati.

Tuttavia, uno dei pochi rimedi con cui combattere il terrore e la paura di morire, che riesce a rendere più sopportabili anche le interminabili giornate passate all’addiaccio sotto il fuoco nemico, è sicuramente l’amicizia che lega Paul ed i suoi amici. Non a caso il film presenta delle scene in cui il protagonista, nonostante le avversità che lo circondano, trova sempre delle occasioni per scherzare con i suoi coetanei e commilitoni, facendo affiorare, anche se a tratti, un barlume di umanità apparentemente seppellito dall’atmosfera soffocante della guerra.

In conclusione, Niente di nuovo sul fronte occidentale è un’opera che sceglie di contrapporre alla brutalità della Prima Guerra Mondiale, l’umanità e l’ingenuità dei giovani che vi hanno preso parte, scegliendo di porre in primo piano i sentimenti dei protagonisti piuttosto che dare eccessivo spazio ai combattimenti.

Ben diretto e tecnicamente accurato, il nuovo adattamento del romanzo di Remarque è inoltre riuscito a guadagnare nove nomination agli Oscar 2023, incluso miglior film, elemento che sicuramente conferma la qualità della pellicola di Edward Berger.