MR. BEAVER (C. Siniscalchi)

201191 min14+  

Tormentato da demoni personali, Walter Black, padre di famiglia e presidente di un'azienda di giocattoli sull'orlo del fallimento, soffre di una grave forma di depressione che gli impedisce di avere il controllo della sua vita tanto da incrinare i rapporti con la sua famiglia... ma la comparsa di un pupazzo a forma di castoro potrebbe essere la sua salvezza.

Valori Educativi



Il film intende soprattutto riaffermare il ruolo fondamentale della famiglia. Nell’epoca attuale del totale «disvelamento», compito non secondario del cinema deve essere il recupero della umana dimensione della rappresentazione

Pubblico

14+

Alcune scene di forte tensione. Alcune scene sensuali

Giudizio Artistico



“Mr. Beaver” è un classico film hollywoodiano, molto ben scritto, altrettanto bene interpretato, specchio fedele nel quale si possono riflettersi milioni di disavventure umane

Cast & Crew

Our Review

Cosa succede se la vita a cinquant’anni comincia a mandarti solo segnali negativi? “Mr. Beaver” mette in scena una storia esemplare.
Walter (Mel Gibson) può essere considerato una persona più che normale. Buon lavoro (dirige una fiorente azienda produttrice di giocattoli), bella famiglia, più sicurezze che problemi. Poi, d’improvviso, piomba nel labirinto oscuro della depressione. La voglia, il desiderio di andare avanti svaniscono, e l’esistenza quotidiana lo rinchiude in una prigione immaginaria, inespugnabile, le cui chiavi stanno ben nascoste nella sua testa.

“Mr. Beaver”, diretto e interpretato da Jodie Foster (oltreché, naturalmente, da Mel Gibson, sulle cui spalle si regge buona parte del peso del film), scommette tutto su un’idea moralmente fondamentale. Visto che da soli è difficile uscire dalla depressione, c’è bisogno di una mano, di un’anima amica che ti accompagna nel percorso della sofferenza, ti capisce, sempre pronta e disponibile quando il male di vivere bussa alla porta senza nessun avvertimento.
Walter trova questa preziosa anima gemella nella
marionetta di un castoro, raccattata in un bidone dei rifiuti, infilandosela nel braccio. La marionetta si rivela un doppio benefico che non ti conduce a reciderti la gola, ma ti schiude nuovamente le porte serrate della normalità esistenziale. Sa dire ciò che vorresti dire ma non sei capace di farlo. E con il «castoro animato» i tempi buoni, ad un tratto, sembrano tornare. Sembrano, perché la malattia devastante non si cura in maniera così semplice.
La strada della normalità passa per percorsi dolorosi. Storia di una caduta e di una resurrezione, “Mr. Beaver” è un classico film hollywoodiano, molto ben scritto, altrettanto bene interpretato, specchio fedele nel quale si possono riflettersi milioni di disavventure umane. Il cinema hollywoodiano, del resto, è l’unico contenitore esistente capace di prospettare atteggiamenti e stili di vita nell’era della globalizzazione, recepiti da universi linguistici, culturali e religiosi molto diversi fra loro. C’è stato un tempo in cui film simili a “Mr. Beaver” li facevano John Ford o Frank Capra, George Stevens o Elia Kazan. Oggi li fanno Clint Eastwood o Jodie Foster. Li fanno però con una consapevolezza maggiore, descrivendo le cadute come le risalite (non sempre garantite e spesso impossibili) in una maniera più complessa. Non essendo più obbligatoria l’ideologia dell’happy-end, né obbligatorio lo sguardo patriarcale e maschile, si possono portare sullo schermo storie con lo stile di Jodie Foster, stile muscolare e sentimentale al contempo, come “Il buio dell’anima” (2007) di Neil Jordan (una sorta di remake al femminile de “Il giustiziere della notte”) o “Mr. Beaver”. Storie sempre al limite, ritratti della sofferenza umana calata in un universo apparentemente comprensivo e rassicurante, in realtà folle, violento, distruttivo, perturbante. Walter è il ritratto superficiale della normalità, che nasconde il volto oscuro del disagio psicologico ed esistenziale. Il «sogno americano» non è più garantito dal prezzo del biglietto, ma “Mr. Beaver”, al quale Jodie Foster e Mel Gibson offrono ruoli tagliati su misura, non intende mostrare la resa, la sconfitta, il tramonto definito di tale sogno. Soprattutto intende riaffermare il ruolo fondamentale della famiglia. La vita è diventata molto più difficile. Forse lo è sempre stata. Le rappresentazioni di ieri la tenevano al riparo da sguardi indiscreti. Adesso che viviamo nell’epoca del totale «disvelamento», compito non secondario del cinema dovrebbe essere il recupero della umana dimensione della rappresentazione. “Mr. Beaver” ne è un bellissimo e istruttivo esempio. 

Autore: Claudio Siniscalchi

Details of Movie

Titolo Originale THE BEAVER
Paese USA
Etichetta
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