MISURE STRAORDINARIE

2010110\\\'10+  

John Crowley è un manager pubblicitario sposato con tre figli due dei quali, Megan e Patrik, hanno una rarissima malattia: la glicogenosi di tipo II (malattia di Pompe) che si manifesta fin dalla nascita e che dà una speranza di vita di 8-9 anni. John non vuole arrendersi all'ineluttabile e decide di raggiungere il ricercatore  Robert Stonehill che sta lavorando a un enzima sintetico che potrebbe risolvere il caso. John decide di mettersi in società con Robert e si impegna  a trovare il denaro sufficiente per consentirgli di portare a conclusione la ricerca...

Valori Educativi



Il film mostra una grande fiducia nelle capacità dell’uomo, nella sua dedizione incrollabile alla famiglia e nella capacità di affrontare per essa qualsiasi sfida

Pubblico

10+

Potrebbe impressionare i più piccoli la visione dei due bambini malati

Giudizio Artistico



I film ha una solida struttura secondo i canoni dei film americani a lieto fine che ricorda i classici degli anni cinquanta. Buona prestazione di Harrison Ford e di Brendan Fraser

Cast & Crew

Our Review

Iniziamo subito con il dire che il film è ispirato, senza troppe libertà, a una storia vera. E’ tratto dal libro “The cure” della giornalista Geeta Anand, vincitrice del premio Pulitzer, a sua volta ricavato da una serie di suoi articoli apparsi sul Wall Street Journal nel 2004.
John Crowley e la sua famiglia dispongono di una certa agiatezza grazie alla sua posizione di manager nell’azienda in cui lavora. In perfetta sintonia con la moglie  Keri,  circonda di serenità e allegria i  due figli di 8 e 6 anni, cercando di far dimenticare loro che sono costretti a muoversi su una carrozzina elettrica, sostenuti da una ventilazione forzata. Il peggioramento repentino della figlia Megan a cui segue un insperato, anche se temporaneo miglioramento, porta John alla decisione di abbandonare il suo ben retribuito lavoro (necessario per pagare le pesanti spese mediche) e di rischiare di aprire una società di ricerca assieme al professore Robert Stonehill che sembra aver trovato la soluzione per affrontare la malattia di Pompe.
Purtroppo il film non mette in evidenza la fede del protagonista (solo un paio di volte viene utilizzata l’espressione “non resta che pregare”) che nella realtà è stata determinante per la sua decisione: è stato proprio il “segno” dell’inaspettato miglioramento della figlia a determinare in lui la certezza che  i figli non erano stati affatto abbandonati e che aveva un senso  affrontare il tutto per tutto per far in modo che quella speranza riconfermata diventasse realtà.
Quando il dottore di turno, dopo il peggioramento di Megan, cerca di consolare i due genitori prospettando loro un rassegnato fatalismo (la morte ormai imminente avrebbe almeno significato la fine delle  sofferenze della bambina), John e Keri rigettano risoluti questo atteggiamento, fiduciosi, anche se in modo alquanto implicito nel film, che tutto ciò che accade ha un significato,  preferendo alla rassegnazione  una Speranza che non delude.

Il film prosegue raccontandoci le alterne vicende del sodalizio fra John e Robert che con molte  difficoltà riescono prima a trovare dei finanziamenti per la loro azienda di ricerca ma poi, quando i soldi non bastano più, accettano la fusione con  una grande azienda farmaceutica, l’unico modo possibile per affrontare gli elevati costi di avvio della produzione in larga scala.

Il film  poggia su una salda architettura che ricorda molto i film propositivi e a lieto fine degli anni cinquanta: alle sequenze sulle vicende professionali, ricche di dettagli tecnici, dei due protagonisti si alternano dei quadri familiari dove le ore trascorse assieme ai figli sono offuscate dal senso del tempo che passa e che  rende prossima  una scadenza che si vorrebbe non arrivasse mai.

Tutta la storia è permeata da un solido ottimismo americano che si basa sulla certezza  che la tecnica abbinata a una rigorosa efficienza organizzativa può risolvere il problema che angustia John e  sua moglie; anche quando nascono fra i protagonisti forti divergenze di opinione, il film trasmette la fiducia che  tutti, alla fine,  hanno  il buon senso di comprendere ciò  che è giusto e corretto fare.

A più riprese la sceneggiatura crea un contrasto fra le ragioni del cuore e dell’amicizia e quelle dell’efficienza e del risultato a tutti i costi ma in nessun caso le une prevalgono sulle altre perché sono necessarie entrambe.

Se John, nella fase finale della ricerca è costretto a far metter da parte l’amico Robert perché con il suo carattere litigioso rischia di intralciare il buon esito del progetto, lui stesso deve tornare sui suoi passi quando cerca di utilizzare metodi illegali per fare in modo che suoi figli abbiano per primi il nuovo farmaco.

In una  sequenza in cui  si stanno svolgendo le trattative per l’incorporazione nella grande azienda farmaceutica si parla apertamente dei profitti di questo settore industriale: il giudizio sulla validità del nuovo farmaco viene misurato in base alla dimensione dei potenziali clienti e alle possibili reazioni dell’opinione pubblica di fronte a un insuccesso stimato del 25%.

Si tratta di un passaggio che potrà scandalizzare i più ma si tratta di un passaggio realistico (se fosse mancato sarebbe stato molto forte il sospetto di un film sponsorizzato dalla stessa industria farmaceutica) ed in linea con la filosofia del film che non smette di ricordare che la materia è importante tanto quanto lo spirito.

Autore: Franco OLearo

Details of Movie

Titolo Originale Extraordinary Measures
Paese USA
Etichetta
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