MARE FUORI (Stagione 5)
La vita e i drammi degli ospiti dell’IPM, istituto di pena detentivo per minorenni di Napoli. In questa quinta stagione c'è molta violenza e prevale il principio finalistico secondo il quale per raggiungere un bene si può anche fare del male. In onda su RAI2 e su RAIPLAY.
Dopo aver deciso di attuare la propria vendetta, Rosa Ricci, appartenente ad una delle famiglie criminali più spietate di Napoli, decide di rientrare nell’Istituto di pena (nonostante avesse avuto la possibilità di rifarsi una vita). Qui, oltre ai vecchi ospiti, ne arrivano di nuovi con il proprio personale carico di violenza e rabbia per le proprie vicende umane. Le storie dei nuovi arrivati sono – come per tutti i personaggi della serie – accompagnate da flashback che ne inquadrano il personaggio, la propria storia e spiegano le ragioni del loro essere stati condannati o, in qualche modo, coinvolti. Purtroppo, però, non sono poche le ambiguità che anche i responsabili dell’IPM compiono non permettendo ai giovani detenuti di prendere coscienza delle proprie condanne ed avere esempi atti ad aiutarli nel proprio percorso di redenzione dal male commesso.
Ludovico Di Martino
Maurizio Careddu
Valori Educativi
Molta confusione di ruoli e di obiettivi tra i protagonisti: sembra impossibile lo scendere a compromessi con il male per raggiungere un fine buono. Se ci sono storie a “lieto fine” assumono i caratteri di una favola che spinge a ritenerli impossibili nella vita reale.
Pubblico
18+Violenza di ogni tipo. Uso di droga e alcol. Turpiloquio. Logica machiavellica nel raggiungimento di scopi criminali e, a volte, anche nel perseguimento della giustizia. Nudità. Banalizzazione della sessualità ridotta a puro significato ludico. Crudeltà gratuita.
Giudizio Artistico
Fotografia e musiche si confermano nella loro indispensabilità nel successo della serie tv. Sceneggiatura veloce e con (forse tanti) colpi di scena.
Cast & Crew
Lucrezia Guidone
Domenico Cuomo
Regia
Ludovico Di Martino
Sceneggiatura
Maurizio Careddu
Our Review

Se si arriva alla quinta stagione (e sembra che si voglia continuare) vuol dire che il prodotto funziona. Ma – e come si suol dire, la verità arriva sempre dopo il “ma” – possa essere troppo “buona” per una serie tv che, invece, sembra l’aver fatto del male la chiave vincente. Un male declinato anche nelle forme della crudeltà e che, appare fin troppo indigeribile sul piccolo schermo. Di seguito, quindi, le ragioni che spingono ad un giudizio che si allontana non poco dalle due precedenti recensioni (Mare fuori e Mare fuori 4).
Colpisce – sembra un paradosso – che una serie televisiva che trova la maggior parte dei consensi e degli spettatori tra giovanissimi e adolescenti debba esordire, in ogni puntata, con un richiamo al fatto che la visione è riservata ad un pubblico di soli adulti. «Si consiglia la visione ad un pubblico adulto» recita il pannello iniziale RAI di ogni puntata. Se il cinema e la televisione – e ne siamo convinti! – hanno un compito educativo, questo non ci può esimere da un biasimo nei confronti di una serie tv che, purtroppo, distorce e condiziona la realtà in un modo così macabro. Stante il fatto che già per le precedenti stagioni sono stati espressi, al riguardo, pareri autorevoli.
Potremmo passare sopra su tanti elementi trovando giustificazion nella consapevolezza che si tratti di fiction, ma se si arriva al punto da indurre a comportamenti penalmente perseguibili, allora il prodotto non può essere tollerato a cuor leggero.
La superbia e la cattiveria che la fanno da padrone nella maggior parte dei protagonisti (che ritengono di poter decidere della vita e delle sorti altrui con una superficialità a dir poco disarmante) lascia spiazzati.
A parte, poi, alcuni passaggi che possono essere facilmente condannabili (penso, ad esempio, alla citazione del paese di Caivano come ultimo posto del mondo dove trovare un lavoro onesto: cosa alquanto mortificante per le tante persone oneste che vi faticano a viverci), si consideri la falsificazione dei rapporti all’interno dell’Istituto di pena che sono del tutto distanti dalla realtà, oltre alle procedure adottate all’interno dell’IPM e ad una promiscuità che è impensabile: una vera e propria “fiera della falsità”.
Indubbiamente in questa quinta stagione – che mantiene gli indici di ascolto confrontabili con quelli delle puntate precedenti – non mancano i colpi di scena (forse anche troppi e che qui evitiamo di riportare per non scadere in un ingiustificato spoiler): segno questo di un chiaro cambio nella regia. E ci chiediamo, al riguardo se anche le collaborazioni pubblicitarie abbiano avuto maggior coinvolgimento dato che, a primo impatto, sembrano essere aumentate.
Al di là, comunque, di quanto appare su video, questa nostra recensione è del tutto negativa, non tanto per l’aspetto artistico (su cui si potrebbe pur sempre confrontarci) ma da quanto si è recepito dal contatto diretto con i destinatari di tale prodotto: giovanissimi, innanzitutto, ma anche persone di una certa età. Sarà che siamo degli inguaribili ottimisti, ma non desistiamo dalla convinzione che il cinema e la tv possano essere strumenti per trasmettere il bene e il bello, evitando – quanto accade in questa serie tv – di trasmettere il male fino al punto da renderlo desiderabile e imitabile.
Autore: Enzo Vitale
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Pubblico | Diseducativo |
Tematiche (generale) | Educazione dei Giovani |
Tematiche-dettaglio | Carcere |
Valori Educativi | 1 |
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