L’UOMO NELL’OMBRA

Uno scrittore specializzato nella stesura di “autobiografie” di personaggi dello spettacolo viene ingaggiato come ghostwriter per terminare le memorie di un ex primo ministro inglese, Adam Lang, dopo che lo scrittore che lo ha preceduto è morto in circostanze misteriose. Si trasferisce così in un’isola al largo delle coste americane dove l’uomo politico, oggetto di pesanti contestazioni per la sua politica estera, vive con la moglie e pochi collaboratori. La situazione si fa più complicata quando l’ex-premier viene accusato davanti ad un tribunale internazionale per i diritti umani a causa del suo ruolo nel rapimento e nella tortura di presunti terroristi e lo scrittore comincia a sospettare che dietro le memorie di nasconda un altro mistero…

Valori Educativi



Film di genere che però finisce per trasmettere una sfiducia fondamentale nella realtà in senso complottistico

Pubblico

14+

Qualche scena sensuale e di nudo, scene di tensione nei limiti del genere.

Giudizio Artistico



Polanski dimostra, come al solito, un ottimo mestiere nel costruire atmosfere di tensione e mistero, ma di sicuro siamo lontani dalla vera genialità.

Cast & Crew

Our Review

Thriller politico tratto dal romanzo omonimo dell’inglese Robert Harris (che ha pure collaborato alla sceneggiatura), premiato con l’Orso d’argento alla regia (evidente omaggio alla sua condizione di “artista perseguitato dalla giustizia”), L’uomo nell’ombra è il ritorno molto atteso di Roman Polanski, che ne ha terminato il montaggio dagli arresti domiciliari nel suo chalet svizzero.

Protagonista della storia è il ghostwriter del titolo (significativamente per tutto il film non sapremo il suo nome), uno di quegli scrittori che, in necessario anonimato, aiutano i personaggi famosi a stendere le proprie autobiografie.

Il giovanotto, come di prammatica in questo genere di storie, sembra inizialmente non troppo preoccupato della paga stratosferica offertagli per aiutare un ex primo ministro inglese molto discusso (e chiaramente modellato su Tony Blair, sia nella scrittura che nella messa in scena e nella recitazione di Pierce Brosnan) né della modalità quanto mai sospetta con cui il precedente collaboratore si è suicidato buttandosi in mare. Che il politico abbia un urgente bisogno di un certo rilancio di popolarità lo fanno capire fin da subito le contestazioni di cui è vittima (ma davvero possiamo credere che i rappresentanti coi cartelli vadano ad inseguirlo in quel luogo sperduto?).

A prima vista lo scrittore, un po’ ignorante (forse anche troppo) di politica, ma a suo agio con gli aneddoti di vita quotidiana che fanno tanta simpatia nei potenti, è l’uomo giusto al posto giusto.

Forse ci saremmo potuti godere un po’ di più i duetti tra lui e il suo biografato che a parte le doti di corridore non dimostra mai il carisma che ci si aspetterebbe da un uomo politico di successo seppure in declino.

L’intrigo che si nasconde nelle pagine della biografia e che si svela pian piano nel racconto, passando per tutti i topoi del genere (inseguimenti di macchine scure, seduzioni inaspettate – da parte della moglie bella, intelligente e trascurata del datore di lavoro), alla fin fine però risulta inutilmente complesso e francamente incredibile. È veramente arduo credere che i servizi segreti della maggiore potenza mondiale investano trent’anni di sforzi (mentre si alternano governi di opposti schieramenti) nella flebile speranza che il non troppo brillante e poco politicizzato studente di una università inglese, per quanto importante, diventi il Primo Ministro del suo Paese e favorisca gli interessi degli Stati Uniti. E se si pensa che con questo si sia tolta la sorpresa del finale (che ovviamente ha un ulteriore piccolo colpo di scena) si può stare tranquilli, ci si arriva molto prima e ad un certo punto neppure i begli occhi di Ewan McGregor ci fanno scusare la sua colpevole ottusità nel farsi raggirare praticamente da chiunque.

Con questo non si può dire che Polanski non dimostri, come al solito, un ottimo mestiere nel costruire atmosfere di tensione e mistero, ma di sicuro siamo lontani dalla vera genialità. E se per caso qualcuno volesse scoprire, con maggiore plausibilità e anche soddisfazione drammaturgica, come ha fatto Tony Blair a conquistare e mantenere la guida del suo paese (e anche perché Gordon Brown la perderà), può vedere un piccolo ma geniale film firmato da Stephen Frears e Peter Morgan (gli stessi di The Queen) nel 2003, The Deal, che è, al contrario di questo thiller mediocre, un perfetto trattato di come portare la politica sullo schermo.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Ghostwriter
Paese Francia
Etichetta
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