IL CODICE DA VINCI

2006152'Diseducativo  

Jaques Saumiere curatore del Louvre,  doveva incontrarsi con il professor Langdon (Tom Hamks) esperto di simbologia religiosa e di passaggio a Parigi per un ciclo di conferenze. Saumiere manca all'appuntamento e Langdon, anche se è ormai sera, viene invitato dal tenete Collet della polizia francese ad accompagnarlo immediatamente al Louvre: Saumiere è stato ucciso e sul suo corpo sono stati trovati dei segni misteriosi che solo lui può decifrare.....

Valori Educativi



Al di là delle tesi paradossali sostenute che potrebbero essere viste come puro gioco di fiction, il film non perde più di un’occasione per assumere toni di derisione verso chi è credente

Pubblico

Diseducativo

Alcune scene cariche di tensione potrebbero impressionare i più piccoli.
Il film è stato sconsigliato per le motivazioni indicate a fianco

Giudizio Artistico



Grande profusione di mezzi e di computer grafica ma tutti i personaggi vengono penalizzati da una sceneggiatura molto debole

Cast & Crew

Our Review

Il film, uscito in contemporanea mondiale dopo tanta attesa e animate discussioni attraverso tutti mezzi di comunicazione,  ricalca fedelmente il libro da cui è tratto ma così facendo ne evidenzia  i difetti originali. Il libro infatti, se da una parte risulta essere un thriller ben congegnato, dall'altra presenta dei personaggi  privi di qualsiasi profondità. Il film  mette inesorabilmente a nudo proprio questa carenza: fa impressione vedere un attore del calibro di Tom Hanks assumere, nell'arco di due ore e mezza  di spettacolo al massimo due espressioni:  sorpresa quando si trova con una pistola puntata alla tempia o massima concentrazione quando deve  risolvere l'indovinello di turno. Colpisce vedere un altro bravo attore come Jean Reno, un "duro" per eccellenza, piagnucolare:  "sono stato manipolato", come un bambino sprovveduto. Nel caso dell'albino Silas, il frate (?) che già nella pagina scritta risultava essere un personaggio difficilmente sostenibile per il suo ipocrita alternare omicidi a autoflagellazioni davanti al crocifisso chiedendo perdono, gli autori si sono divertiti a calcare i toni: nessun dettaglio sanguinoso ci viene risparmiato su come si indossa un cilicio pieno di punte aguzze. Come ha detto con ironia Natalia Aspesi su la Repubblica, se dovesse mai esistere un'Associazione Albini e Ipopigmentati, dovrebbe unirsi alle richieste di boicottaggio del film.  Se la cava bene solo Ian Mckellen che ricostruisce il personaggio  di sir Teabing,  un po' fanatico e stralunato, con una ironia molto inglese.

Mentre la storia  segue onestamente ma abbastanza sbrigativamente il libro (ma per i tanti che lo hanno già letto mancherà sicuramente l'effetto sorpresa) nulla ci viene risparmiato delle teorie esoteriche, fantasy-storiche di cui  il libro è pieno (il matrimonio fra Gesù e Maria Maddalena, la decisione del furbo Costantino di far diventare Gesù figlio di Dio, la discendenza dei Merovingi,…) e la narrazione, nonostante l'impegno di Ron Howard di animare le scene con continui movimenti di machina, subisce  lunghe e noiose pause esplicative.
Se c'è qualcosa di originale  nel film è proprio negli aspetti anticristiani: sia nelle immagini che si riferiscono al passato (nel cristianesimo dei primi secoli non sono i cristiani a morire nelle persecuzioni ma sono loro ad assaltare i templi, uccidere tutti i pagani che capitano a tiro e abbattere gli antichi monumenti) che nell'aggiunta di scene come questa: Sophie Neveau (Audrey Tautou) ha avuto ormai  conferma della sua discendenza diretta da Maria Maddalena e da Gesù Cristo. Entusiasta della novità, prova a mettere il piede in un piscina per vedere se riesce anche lei a camminare sulle acque: visto che l'intento fallisce, esclama: "forse mi riuscirà meglio tramutare l'acqua in vino!". Aver inserito una battuta così idiota nel film vuol dire che gli autori, sicuramente molto attenti alle regole del botteghino, hanno avuto la certezza  si sarebbero trovati davanti a una così vasta maggioranza di pubblico con opinioni anticristiane  da poterlo considerare complice di una tale  vistosa caduta di tono.

Troppo debole è stata l'iniziativa di ipotizzare un Langdon con tradizioni cattoliche che cerca senza molta convinzione di contrastare  le tesi del complotto millenario di Teabing, così come l'aggiunta di frasi del tipo: "non sono il Vaticano o l'Opus Dei a cospirare, ma solo alcune persone che si nascondono fra le più alte cariche della Chiesa" o l'inserimento della dicitura " Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente.." che appare dopo tutti i titoli di coda, quando buona parte del pubblico ha già abbandonato la sala.
Questo film avrebbe potuto venir impostato in un modo completamente diverso: con ironia. Un'ironia del tipo Harrison Ford in I predatori dell'arca perduta:  sarebbe risultato molto più accettabile. Invece Ron Howard e Akiva Goldsman si son sentiti coinvolti  nella sacra missione di trasmettere il "vangelo secondo Dan Brown".

 

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale The Da Vinci Code
Paese USA
Etichetta
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