L’ULTIMA NOTTE DI AMORE

Il poliziotto Amore, proprio nell ’ultima notte di servizio prima di andare in pensione, accetta un incarico che appare sospetto. Un noir poliziesco in una notte che sembra non finire mai, una insospettabile alleanza con la propria moglie che diventa la chiave per risolvere un’indagine e affrontare un dilemma morale. Su Prime Video e su SKY

Il poliziotto Franco Amore (Pierfrancesco Favino) è all’ultimo giorno di lavoro, dopo 35 anni di specchiato servizio prestato allo Stato, con orgoglio e giustizia. Non ha mai sparato ad un uomo, ha sempre creduto nell’onestà nonostante non gli siano mancati incarichi pericolosi e proprio questo vuole esprimere nel suo  discorso alla cerimonia si addio che avverrà il giorno successivo. L’amatissima moglie Viviana (Linda Caridi), la figlia che studia all’estero e gli amici, hanno preparato per lui una festa a sorpresa ma arriva una telefonata improvvisa: è accaduto qualcosa di grave in una galleria e il festeggiato viene richiamato in servizio ad indagare sulla scena del crimine in cui il suo grande amico e partner, Dino, è stato ucciso durante una rapina di diamanti. ..


Valori Educativi



Il film Affronta i valori dell’integrità, dell’onore, della correttezza e dell’onestà nella dimensione del lavoro che si identifica anche con la vita. Sottolinea come perderli sia questione di un attimo, trasmettendo la profonda angoscia e il senso di colpa che assale l’animo umano, sempre però capace di recuperarli e rimediare con l’aiuto di chi ti ama.

Pubblico

14+

Film ad alta tensione con scene di violenza, non adatto ai più piccoli

Giudizio Artistico



Un Polar italiano eccellente , una storia originale, grande tocco fotografico nel ritrarre la metropoli milanese vissuta interamete di notte. Ottima l’interpretazione dei due protagonisti che creano con spontaneità e grande talento, una fusion straordinaria fra la commedia all’italiana e il sunspense thriller.

Cast & Crew

Our Review

“Termino oggi 35 anni di onorato servizio nella Polizia di Stato…” 

Parla Franco Amore (Pierfrancesco Favino), un tenente della polizia: sta registrando il suo discorso d’addio, nella notte prima del suo pensionamento. Il film si apre con quattro minuti di riprese di Milano dall’alto, di notte;  grande tocco artistico del regista Andrea Di Stefano, che sceglie questo sguardo preciso per presentarci la metropoli come un personaggio aggiunto, oltre che un paesaggio e un orizzonte morale. Importante anche sapere che il titolo originale del film era – L’ultima notte – ma essendo l’amore fra Franco e la moglie Viviana (Linda Caridi), il cuore pulsante della pellicola, il regista Di Stefano ha magistralmente ideato la modifica in – L’ultima notte di Amore -,  casualmente colpito, durante la preparazione delle scene, dal cognome Amore, di un poliziotto, volendo proprio sottolineare che non si tratta solo di un opera di genere ma bensì molto di più.

L’incedere tesissimo dello straordinario tema musicale di Santi Pulvirenti, accompagna il racconto della fine di un’onoratissima carriera (o… di una vita), in una notte interminabile, di un  poliziotto onesto che però “arrotonda” facendo il guardaspalle di un parente che opera ai limiti della legalità. Il parente, cugino di Viviana, è la liaison che unirà malauguratamente Franco, alla mafia cinese di Milano che ha bisogno di “un servizio scorta”, per un lavoro prospettato come onesto.

Accade quindi che Franco accetti proprio la notte prima di andare in pensione, un compito che l’istinto gli suggerisce di tenere il più possibile lontano da sé. E proprio dopo una vita spesa ad incarnare i valori dell’integrità, della legalità e della rettitudine, si lascia fuorviare giusto in vista del traguardo, da una grande tentazione, dalla vista di quella scorciatoia, in grado di offrire a sé stesso e alla famiglia,  quel di più che sa di meritare. “Il denaro è l’anello del diavolo”: il superiore risponde a Franco che obietta quanto fosse assurdo che il suo partner Dino, quando è stato ucciso, non stesse impugnando l’arma di ordinanza.

Quanto è importante perseverare nei migliori ideali? Mantenere la retta via e la capacità di continuare a scegliere il bene nonostante le privazioni o le ingiustizie intorno a noi? Basta una decisione sbagliata, che la strada maestra sfugge e sembra in un attimo disperatamente irrecuperabile come se da sempre l’avessimo lasciata.

Una valigetta, una ruota a terra, sangue,… un enigma apparentemente irrisolvibile….

Si delinea un film di notevole qualità, che tiene incollati alla poltrona ma che è anche complicato, con le sue atmosfere torbide e al contempo così realistiche. I personaggi portano a compimento la propria storia per lo più di notte, emblema del buio presente nella loro anima. La galleria presente nella scena del crimine simboleggia il tunnel in fondo al quale precipitiamo rapidamente con il protagonista; “schiacciati” e abbagliati (metaforicamente dai fari delle auto) dalla corruzione dei membri delle forze dell’ordine, dei colleghi del Tenente Amore (lo consideravano tutti un debole e lo hanno scelto perché erano sicuri che non avrebbe reagito).

Proviamo anche noi, con il protagonista,  l’essere in bilico sul mare nero della colpa (“Per tutta la vita c’ho avuto l’ambizione di essere una persona onesta” si ripete Amore) e delle conseguenze inesorabili delle azioni; ritroviamo tutte le sfumature della nostra fragilità:  incertezze, contraccolpi, un dinamismo disperato, lividi e lacrime: “… è meglio un brutto processo che un bel funerale Viviana, ricordatelo”: pensa Franco ma la moglie ribatte concitata: ” eccola, la frase fatta, da sbirro, che non ci risolve una minchia”, e allude alla confusione fra fiction e realtà per le troppe sciocchezze che vediamo in TV….desiderio di coerenza che si infrange nell’inevitabile fragilità, determinazione ma anche paura, senso di responsabilità e smarrimento

Infine, su tutto, è l’amore, senza la  maiuscola del cognome, che vince, mostrato nello sforzo di cercare di capire come sia possibile riprendersi l’integrità e riuscire a venire fuori dal quel tunnel dove si è finiti in trappola. Il film è un viaggio tutto d’un fiato, che non si dimentica, capace di connettersi con il rimosso e l’inconscio dello spettatore, sfidandolo ad intuire la verità sfuggente, sorpreso dall’epilogo inaspettato. Il personaggio femminile di Viviana, contraltare del protagonista, interpretata da  Linda Caridi  cattura immediatamente l’attenzione: l’attrice compie un salto di qualità che la consacra.

Autore: Serena menichetti

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Etichetta
Paese ITALIA
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Users Reviews

  1. Raffaele Pinto

    Bellissimo.
    Il finale lascia libera interpretazione della fine di Amore.
    Sarà ucciso?
    Forse!
    Dall’auto, nella scena finale, appare la sagoma di un uomo.
    Sarà colui che lo giustizierà?

    10.0 rating

    Bellissimo.
    Il finale lascia libera interpretazione della fine di Amore.
    Sarà ucciso?
    Forse!
    Dall’auto, nella scena finale, appare la sagoma di un uomo.
    Sarà colui che lo giustizierà?

  2. Raffaele Pinto

    Bellissimo. Il finale lascia incerti.
    Amore muore o la fa franca? Il dubbio è palese, visto che dopo aver salutato tutti i colleghi via radiomobile, appare un’ombra fuori l’auto.
    È colui che lo giustizierà?
    Il regista lascia nell’immaginario collettivo ciò che lo spettatore continuerà a chiedersi.

    10.0 rating

    Bellissimo. Il finale lascia incerti.
    Amore muore o la fa franca? Il dubbio è palese, visto che dopo aver salutato tutti i colleghi via radiomobile, appare un’ombra fuori l’auto.
    È colui che lo giustizierà?
    Il regista lascia nell’immaginario collettivo ciò che lo spettatore continuerà a chiedersi.