L’APPRENDISTA STREGONE
La Walt Disney sta passando un periodo particolarmente felice: se nel settore dell'animazione grazie alla sapiente alleanza con la Pixar sta inanellando un successo dopo l'altro, nel settore dei blockbuster con attori in carne ed ossa ha trovato un altro formidabile alleato: il produttore Jerry Bruckheimer con il quale ha messo a segno una serie di successi al botteghino come il Mistero dei templari, la serie de I pirati dei Caraibi, più recentemente Prince of Persia ed ora L'apprendista stregone.
L’apprendista stregone FilmVerde
La Walt Disney e il produttore Bruckheimer ripropongono ampliandolo il celebre episodio di Fantasia, quando Topolino, apprendista stregone non riesce a fermare delle scope intente a pulire ogni cosa, a causa di un suo maldestro sortilegio
Walt Disney Pictures
Broken Road Productions
Jerry Bruckheimer Films
Valori Educativi
Non c’è molto da dire se non che il bene trionfa e il male viene sconfitto
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
La grande maestria esercitata nella computer grafica si affianca a una sceneggiatura pigra e a una recitazione con ben pochi meriti
Cast & Crew
Produzione
Walt Disney Pictures
Broken Road Productions
Jerry Bruckheimer Films
Saturn Films
Regia
Jon Turteltaub
Sceneggiatura
Doug Miro
Carlo Bernard
Matt Lopez dal poema omonimo di Johann Wolfang Goethe
Our Review
Ma è proprio quest’ultimo lavoro che mostra molto chiaramente come il tentare di costruire a freddo un successo di botteghino finisce spesso per far smarrire l’anima del racconto.
Tutto è nato molto probabilmente nella mente del furbo Bruckheimer che avrà notato come, una volta completata la saga di Harry Potter, si fosse creato nelle sale un certo “vuoto” di magia; l’alleanza con la Disney ha consentito inoltre di replicare per i più giovani una delle sequenze più celebri d Fantasia: quella delle scope impazzite per l’incantesimo maldestro dell’apprendista stregone Topolino, con tanto di musica originale di Dukas.
A questo punto, per attirare il pubblico teenager è stato scelto Jay Baruchel, giovane bruttarello e imbranato, in grado di trasmettere un messaggio consolatorio per quegli spettatori che hanno problemi a dichiararsi alla ragazza dei loro desideri e sognano di avere sotto la camicia la tuta da Superman.
Per quel che riguarda la protagonista femminile la scelta è stata facile: si è trattato di ingaggiare l’australiana Teresa Palmer che è incredibilmente somigliante alla diva del momento: Kristen Steward della saga Twilight.
Nicolas Cage infine, come nelle alte produzioni dell’alleanza Disney-Bruckheimer, funge da collante neutro.
Messi a posto tutti i tasselli del mosaico, non resta che infarcire il tutto con una nutrita dose di sequenze ad alta adrenalina per le strade e per i cieli di New York con un impiego barocco di computer grafica.
I luoghi più classici della Grande Mela, quelli che possono venir riconosciuti dal pubblico di tutto il mondo, vengono sconvolti dalla battaglia a colpi di magia di stregoni in contesa fra loro: a Chinatown il famoso drago di carta diventa un vero drago fiammeggiante; il toro di bronzo di Wall Street si anima minacciosamente: le guglie dei grattacieli si trasformano in giganteschi uccelli di acciaio.
La computer grafica ha però un grande difetto: dosi troppo massicce ne azzerano la capacità di destare meraviglia e il tutto degenera nell’esibizione di inutili spacconate.
Nessun film però può realmente appassionare il pubblico se, a dispetto di tutte le mirabolanti condizioni al contorno, fra lui e i protagonisti del racconto non si instaura l’unico incantesimo che valga la pena di realizzare: generare simpatia e immedesimazione.
Eravamo stati abituati troppo bene a saghe come quella di Spiderman (in particolare Spiderman 2) e Batman (in particolare Batman Begins) dove parallelamente alle imprese eroiche si approfondiva il racconto della loro vita privata, con tutti i dubbi ed incertezze che impone l’accettare il loro destino di “superuomini” e al contempo nel cercare di non sacrificare la loro vita sentimentale.
Le stesse tematiche vengono riproposte ne L’apprendista stregone ma in modo banale e frettoloso: Dave all’inizio non accetta la sua missione di salvatore del mondo e saranno solo le minacce rivolte al suo nuovo amico Balthazar e alla sua bella Backy a fargli assumere gli abiti dell’eroe-mago.
Anche l’amore fra Balthazar e Veronica (una Monica Bellucci che dice addirittura cinque battute) è appena accennato: troppo poco per un amore eterno, visto che i due protagonisti sono immortali.
Complessivamente la sceneggiatura è povera se non addirittura sciatta: c’è una sola battuta fra Balthazar e il suo apprendista degna di menzione: il discepolo di Merlino spiega a Dave che per diventare maghi professionisti occorre calzare lunghe scarpe a punta perché quelle di gomma bloccano i flussi di magia. L’apprendista non gradisce questa imposizione perché “sono scarpe da vecchio”. Stabilito questo decentemente spiritoso confronto generazionale, gli sceneggiatori lo ripetono più volte nel corso del film: evidentemente si sono trovati a corto di idee per vivacizzare il colloquio fra i due: è meglio passare alla successiva scena di azione.
Dopo questa doverosa critica al film ,dobbiamo riconoscere che i più piccoli riusciranno sicuramente a divertirsi; occorrerà al più un po’ di pazienza per gli adulti che dovranno accompagnarli.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | The Socerer's Apprentice |
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Paese | USA |
Etichetta | FamilyVerde |
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