L’ANNO CHE I MIEI GENITORI ANDARONO IN VACANZA (L. Cotta Ramosino)

2006104'10+  

Brasile, 1970. Mentre nel paese si sente sempre più forte il peso della dittatura, il dodicenne Mauro è concentrato sulla nazionale di calcio brasiliana che sta per affrontare la finale dei mondiali di calcio in Messico contro l'Italia, in palio la terza stella sulla maglia. Poi, però, Mauro è costretto a lasciare la tranquilla cittadina di Minas Gerais per trasferirsi nel quartiere Bom Retiro di San Paolo, a casa di suo nonno, mentre i suoi genitori, militanti di sinistra, si danno alla macchia senza lasciare recapiti. Ma il nonno muore quasi immediatamente e Mauro rimane affidato alle cure dell’anziano Shlomo, il responsabile della sinagoga. Entra così in contatto con il variopinto e multiculturale universo del quartiere composto da ebrei, italiani, greci e arabi insieme ai quali condividerà anche la sua passione calcistica e sperimenterà le gioie e i dolori dell'ingresso nell'età adulta.v

Valori Educativi



Il film è capace di far palpitare ritratti umani dalle molte sfumature valorizzando prima di tutto la forza dei rapporti umani, familiari e della loro microcomunità

Pubblico

10+

Un accenno di nudo, qualche scena di tensione

Giudizio Artistico



Una pellicola estremamente godibile che sa raccontare con la forza e la semplicità del punto di vista di un bambino

Cast & Crew

Our Review

Questo delicato racconto di formazione, capace di affrontare trasversalmente, ma non per questo meno seriamente, il tema difficile della stagione delle dittature sudamericane, è un ottimo esempio di come si possa creare, a partire da ingredienti semplici, un cinema godibile e al tempo stesso profondo e sincero.

La storia di Mauro, del suo doloroso distacco dai genitori, del suo incontro con l’anziano e burbero Shlomo (attraverso il quale il regista e sceneggiatore recupera anche la sua identità ebraica), dei suoi primi palpiti di interesse per l’altro sesso, è immersa in una realtà vivace e ricca di dettagli, in cui i personaggi servono a raccontare i vari aspetti di una realtà senza perdere il loro valore di individui a tutto tondo.

Anche il riuscito accostamento con l’evento sportivo (il campionato mondiale di calcio poi vinto dal Brasile) contribuisce a dare dinamicità al racconto che si dispiega tra momenti di dramma e di commedia senza mai perdere la sua unitarietà.

Decisamente apprezzabile l’equilibrio non ideologico con cui vengono presentate le varie posizioni (quella, data in assenza, dei genitori di Mauro, ma anche quella degli studenti universitari con cui Mauro viene a contatto alle partite di calcio), evidenziandone anche i limiti, ma riuscendo a far percepire chiaramente allo spettatore il clima del momento storico.

Tutto questo senza perdere la forza e la semplicità del punto di vista di un bambino alle prese con tutta un’altra serie di problemi: da quelli più quotidiani della gestione domestica al contatto con i coetanei, passando anche (ma con leggerezza quasi pudica) sui primi palpiti di interesse verso l’altro sesso.

Il risultato è una pellicola estremamente godibile, ricca di spunti, capace di far riflettere su un momento storico, ma anche di far palpitare ritratti umani dalle molte sfumature valorizzando prima di tutto la forza dei rapporti umani, familiari e della microcomunità costituita dal palazzo e dal quartiere, così come le risorse dell’identità (anche religiosa); che sono ciò che permette a Mauro di crescere nonostante il dolore e il lutto da affrontare e al suo Paese di sopravvivere (e poi risollevarsi) dopo un periodo drammatico e crudele.

In particolare commuove il rapporto che si crea tra Mauro, cresciuto da genitori di origine ebraica, ma non osservanti (tanto che il ragazzino non è circonciso né sa nulla delle regole alimentari e di comportamento legate alla religione giudaica), e il vecchio Shlomo, che si trova così a dover ribadire le ragioni profonde del suo essere per educare quel “nipote” ereditato quasi per caso.

Allo stesso modo vale la pena sottolineare l’estrema delicatezza con cui sono tratteggiate le figure femminili: da una parte quella della ragazzina un po’ maschiaccia che nasconde con il suo comportamento un po’ brusco un gran cuore e dall’altra la giovane e bella Hannah, oggetto dell’interesse ancora un po’ ingenuo dei ragazzini del quartiere, ma anche in qualche modo sostituto della figura materna per il piccolo Mauro.

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale O Ano em que Meus Pais Saìram de Férias
Paese Brasile
Etichetta
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