L’AMORE DIMENTICATO
Storia d’amore e di riscatto sociale, capace di trasmettere sentimenti e passioni. È il terzo adattamento cinematografico del romanzo Znachor (1937) dello scrittore polacco Dolega-Mostowicz Su Netflix
Il famoso chirurgo Rafał Wilczur, nella Polonia degli anni ’20, mentre subisce l’invidia del suo più prossimo amico e collega per la grande umanità e capacità nell’esercizio della professione medica, è abbandonato dalla moglie, innamorata di un altro uomo. Nell’andar via (di nascosto), la moglie porta con sé la piccola figlioletta Marysia a cui è legato in modo molto profondo.
Messosi alla ricerca disperata della moglie e della piccola figlioletta, in un quartiere malfamato della città, è aggredito da un gruppo di ladri e selvaggiamente picchiato e derubato: a causa dei colpi subiti nell’aggressione perde la memoria. Ripresosi dal trauma, trascorre i quindici anni successivi della sua vita a cercare qualcosa di cui non ha memoria: sta cercando, ma non sa cosa mentre le autorità lo danno per morto perché ritrovano il suo soprabito sulla riva del fiume.
Procuratasi in un modo non legale una nuova identità (si farà chiamare Antoni Kosiba), mentre è in cammino per le campagne della Polonia, si ritrova ad aiutare le persone grazie all’abilità medico-chirurgica di cui è capace pur senza ricordare di essere stato in passato un medico.
Nel suo girovagare si ritrova nello stesso paesino in cui si è ritirata a vivere l’oramai giovane figlia in cerca di lavoro (fa la cameriera) cercando di metter da parte i soldi necessari per studiare medicina.
Le strade di entrambi, nella serenità del paesino sperduto della campagna in cui hanno trovato la pace e l’amore, si incrociano perché la ragazza, in fin di vita a causa di un brutto incidente, è operata con un delicatissimo intervento alla testa dallo stesso inconsapevole padre.
Il modo d’agire dell’inconsapevole chirurgo non è ben visto, in particolare, dalla madre del giovane conte Leszek Czyński che si era legato sentimentalmente alla ragazza contro la volontà della madre contessa…
Valori Educativi
Il riscatto sociale da parte di un uomo dimenticato dal mondo. Il profondo rapporto padre-figlia.
Pubblico
10+Alcune scene accennano a momenti di intimità tra coppie non sposate. Un paio di scene di violenza. Il sentimento sembra prendere il sopravvento nei rapporti di coppia erigendosi a regola di comportamento.
Giudizio Artistico
Il film scorre in modo lento portando sullo schermo, forse involontariamente, la narrazione tipica del romanzo. A tratti appare un pochino scontato. La recitazione dei protagonisti è empatizzante.
Cast & Crew
Regia
Michal Gazda
Sceneggiatura
Marcin Baczynski
Mariusz Kuczewski
Tadeusz Dolega-Mostowicz
Our Review
Tutta la trama de film è rinchiusa all’interno di due scene che mostrano l’amore incondizionato e immenso tra padre e figlia ed è per questo che ci piace guardarlo con la lente di chi presenta, nella storia (del romanzo e del film, quindi) tutta la tenerezza di un rapporto senza tempo e che sembra, oggi, troppe volte dimenticato (come lo stesso titolo, in italiano, ci dice).
La traduzione del titolo del film – in lingua italiana, polacca o inglese – purtroppo, è la dimostrazione dell’adagio secondo il quale “tradurre è sempre un po’ tradire” dato che, mentre in italiano abbiamo “L’amore dimenticato” e in inglese è “Il ciarlatano”, il titolo polacco, se tradotto letteralmente, sarebbe, più precisamente, “il guaritore”, il che renderebbe anche di più il senso profondo del racconto.
Siamo di fronte al racconto di più storie d’amore (padre-figlia, giovani, adulti) e di riscatto sociale (per la difficoltà dell’amore tra una giovane e sveglia cameriera di basso livello sociale con il viziato e rampante conte); un tema classico e coinvolgente allo stesso tempo tratto dal romanzo polacco di Tadeusz Dołęga-Mostowicz, Znachor (titolo originale del film). Tra le precedenti trasposizioni cinematografico del romanzo polacco ricordiamo The Quack (Il ciarlatano) del 1982.
Una sceneggiatura che, nella sua lentezza, è in grado di tenere lo spettatore coinvolto, dietro la macchina da presa, in una vicenda umana marchiata dall’ingiustizia profonda di cui è capace l’animo umano e che, in contrapposizione, per la stessa capacità tipicamente umana di fare il bene, diventa mezzo di redenzione profonda e di rinascita. Un incrocio riuscito quello dei destini dei protagonisti coinvolti nella trama.
Il film (siamo nella Polonia prima della Seconda guerra mondiale) nonostante la lunghezza (oltre le due ore) e l’eccessiva prevedibilità (con scene anche superflue nella presentazione di alcuni passaggi non necessari a livello scenografico), si segue con piacere senza diventare mai un capolavoro.
La lentezza della pellicola aiuta, suo malgrado, a mostrare bene l’animo di un uomo in ricerca senza origine e senza meta (per la perdita di memoria).
Il film soffre – appare evidente – le limitazioni del budget di produzione, sebbene si possa definire riuscito il quadro sociale che incornicia i fatti raccontati.
Non è un capolavoro, non c’è dubbio, ma per gli amanti di Dumas e Dostoevskij la trasposizione cinematografica di un classico della letteratura polacca, potrebbe risultare piacevole qualora si decidesse di dedicarne del tempo alla visione.
Autore: Enzo Vitale
Details of Movie
Paese | Polonia |
---|
There are no reviews yet.