KARATE KID: LEGENDS

202594 min10+ Amicizia, Educazione dei Giovani

Il messaggio centrale del film è il corretto uso dell’arte marziale come strumento di autodisciplina, crescita interiore senza alcun atteggiamento aggressivo o spirito di vendetta. Per gli appssionati del genere. In Sala

Protagonista è il giovane cinese Li Fong (Ben Wang), costretto a trasferirsi da Pechino a New York con la madre. Nuova città, nuova scuola… non conosce nessuno se non Mia (Sadie Stanley), figlia di un ex pugile, Victor (Joshua Jackson), divenuto ora un pizzaiolo. Se ne infatua e, durante un viaggio in metropolitana, viene bullizzato dall’ex della compagna di classe: Conor Day (Aramis Knight), loro coetaneo abilissimo nel karate. Dopo qualche traversia, il ragazzo deve combattere per prendere due piccioni con una fava: sconfiggere il bullo e guadagnare quanto necessario per sistemare la situazione economica della pizzeria dell’amica. Essendo lui e il suo maestro Mr. Han (Jackie Chan) esperti di kung fu, devono interpellare qualcuno che conosca il karate: ecco entrare in scena il Sensei LaRusso (Ralph Macchio, l’originale Daniel LaRusso), “discepolo prediletto” del maestro Miyagi.


Valori Educativi



Vengono espresse importanti considerazioni sulla paternità. Chi, come padre, ha commesso degli errori, se ne assume la responsabilità e cerca di riparare. La paziente guida di persone adulte nell’aiutare degli adolescenti a sviluppare a sviluppare autocontrollo e rispetto per gli altri

Pubblico

10+

Numerose scene di combattimenti di arti marziali. Un combattimento illegale di box lascia uno dei contendenti svenuto e sanguinante

Giudizio Artistico



Una storia lineare e prevedibile, ma non noiosa: per le nuove generazioni, probabilmente, risulta un plot nuovo, per gli altri una sorta di tributo al maestro Miyagi.

Cast & Crew

Our Review

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Coloro che sono cresciuti guardando i combattimenti tra Daniel LaRusso contro il bullo di turno possono esultare nella visione di Karate Kid Legends.

Un film che non riserva colpi di scena particolari nella trama per coloro che sono avvezzi al “dare la cera, togliere la cera” (il protagonista bullizzato, la ragazza di cui è innamorato e per la quale combatte, la mossa di karate speciale da sferrare come colpo finale… tutto assolutamente come da copione). Una storia lineare e prevedibile, ma non noiosa: per le nuove generazioni, probabilmente, risulta un plot nuovo, per gli altri una sorta di tributo al maestro Miyagi.

Il ritmo del racconto è abbastanza sostenuto: tra allenamenti, combattimenti e momenti di relax condivisi tra Li Fong e Mia c’è un ottimo equilibrio, quindi i minuti scorrono piacevolmente veloci. La scelta di uno stile di montaggio un po’ fumettistico un po’ stile videogioco di combattimento strizza l’occhio ai più giovani abituati a duelli digitali di arti marziali.

La volontà di riannodare insieme i racconti dei primi due Karate Kid degli anni ’80, il remake del 2010 e la serie TV Netflix Kobra Kai è abbastanza esplicita e, pur potendo sembrare un po’ un azzardo un po’ un’operazione nostalgica, riesce a creare un risultato finale per niente deludente.

Da un punto di vista contenutistico, tra l’altro, si possono trarre alcune interessanti riflessioni.

La prima, che avrebbe avuto del potenziale, ma che purtroppo non è stata sviluppata a sufficienza. Quando Victor decide di tornare sul ring, chiede a Li Fong di istruirlo nelle arti marziali. Rispetto a tutti gli altri racconti, è la prima volta in cui il giovane discepolo deve cimentarsi nell’istruire qualcuno. Il cambio di prospettiva gli fa comprendere come insegnare non sia solamente ripetere quanto appreso, ma richiede qualcosa di più. Esperienza molto formativa per il giovane cinese, non solo per l’esito finale degli scontri.

Ma probabilmente le considerazioni più profonde si possono fare sulla paternità.

Il protagonista vive con la madre e, senza un padre, devono affrontare e superare un passato doloroso. Un percorso interiore che non si compie in modo naturale al solo passare del tempo, ma che richiede qualcuno che esternamente li aiuti. Ecco Mr. Han e, in un secondo momento, Daniel: due adulti non sposati e senza figli, ma dei maestri di vita prima ancora di essere maestri di combattimento. La loro è davvero un’attenzione educativa e non solo agonistica finalizzata al torneo.

Victor, da parte sua, senza una moglie deve crescere la figlia e garantirle un sostentamento e un futuro. Consapevole dei propri errori, se ne assume la responsabilità e cerca di riparare (con risultati alterni, senza però arrendersi o scoraggiarsi). Nel crescere Mia si accorge delle difficoltà dell’essere genitore di una adolescente, è capace di mostrare tanto la sua virilità quanto la sua sensibilità: è un uomo tutto d’un pezzo non perché insensibile, ma perché capace di coniugare empatia e autorevolezza.

Nel complesso esce una sorta di mosaico sulla figura paterna e, in un tempo in cui sale unanime la lamentela sull’eclissi del padre, anche una pellicola semplice come questa diventa una boccata d’ossigeno.

Autore

Autore: Francesco Marini

Details of Movie

Paese  USA CANADA
Tipologia
Valori Educativi 7
Tematiche (generale)
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