Lorenzo è un adolescente di 14 anni che vive da solo con la madre separata. Ha problemi a relazionarsi con i suoi compagni, vive in un mondo tutto suo ed invece di passare una settimana bianca con la scuola decide di rintanarsi in cantina. Capita per caso in cantina la sorellastra Olivia, una giovane di 25 anni tossicodipendente. Il loro rapporto è inizialmente molto teso ma poi iniziano a conoscersi meglio...
Da un romanzo breve di Niccolò Ammanniti, Bernardo Bertolucci porta sullo schermo un piccolo film di speranza su un adolescente che ha problemi a relazionarsi con il mondo e una ragazza tossicodipendente
Angie non è molto fortunata nel lavoro e la sua vita familiare è alquanto dissestata, con un ragazzo da allevare e un padre che non si è più fatto vedere. Ma crede di saper far bene una cosa: il collocamento di manodopera immigrata nelle tante fabbriche che operano intorno a Londra. Ha decisione e grinta da vendere e avvia quindi un'agenzia di collocamento assieme a una sua amica. Ma le cose non sono così facili come aveva sperato...
In una tranquilla cittadina inglese vive Tony che dopo la morte improvvisa della moglie di cancro, cade in depressione. In certi momenti sente l’impulso al suicidio ma trova conforto nel prendersi cura del suo cane e nel vedere dei filmati confidenziali che gli ha lasciato la moglie. Per il resto continua a lavorare in un giornale locale che raccoglie banalissime cronache della vita di quel piccolo centro ma, partendo dal presupposto che per lui la vita non ha nessun valore, dice a tutti quello che pensa nel modo più brutale. Si comporta in questo modo nei confronti del cognato Matt che cerca invece di confortarlo, di un suo collega bonaccione, della melanconica segretaria Kath, del postino, della simpatica prostituta Roxy, del vagabondo triste che gli fornisce la droga. Solo quando va al cimitero ha piacere di intrattenersi con la vedova Anne, con la quale riflette sul senso da dare alla loro vita dopo che sono rimasti soli…
Chris Kyle, texano di nascita, cresciuto dal padre per essere un buon cristiano e un buon patriota, all’indomani degli attentati nelle ambasciate Usa di Kenya e Tanzania si arruola nei Navy Seals e grazie alla sua mira straordinaria entra nel corpo scelto dei cecchini che proteggono i movimenti delle truppe americane di stanza in Iraq. Nell’arco di quattro missioni e oltre mille giorni al fronte diventa il tiratore più micidiale dell’esercito americano, un eroe e una leggenda per i suoi, un obiettivo privilegiato per i nemici. Tanta violenza, compiuta e subita, lascia il segno e il matrimonio di Chris con Taya viene messo a dura prova finché Chris troverà un altro modo di servire il suo paese e i suoi compagni d’arme, ma la sua generosità finirà per costargli la vita.
Alaska è la discoteca che nasce nel bel mezzo della storia del film, ma è soprattutto l’insegna al neon che emette la stessa luce fredda che illumina la maggior parte delle scene. Protagonisti di questa storia sono Nadine (Astrid Begès Frisbey), una giovane e bella francese di 20 anni, e Fausto (Elio Germano), un italiano che vive a Parigi e lavora come cameriere in un grande albergo. I due si incontrano per caso sulla terrazza dell’hotel e tra loro nasce subito un forte sentimento. Per fare colpo su Nadine, Fausto finisce in prigione per due anni durante i quali non smette di pensare e scrivere a lei. Intanto la giovane ragazza diventa una modella professionista. Uscito dal carcere Fausto ritrova Nadine e va a vivere con lei. I due cominciano una storia d’amore intensa ma ostacolata dal desiderio di lui di migliorare la propria condizione. Le loro vite sembrano dividersi, ma proprio quando Fausto sta per sposare la figlia di un ricco imprenditore, torna in aiuto di Nadine….
Marc, ispettore delle imposte di Parigi in temporanea trasferta in una cittadina di provincia, perde l’ultimo treno per tornare a casa. Chiede a Sylvie, una ragazza che ha incontrato in un bar, qual è l’albergo più vicino per passare la notte. In realtà né lui né lei vogliono chiudere in questo modo la serata e passano tutta la notte chiacchierando per le stradine della città. All’alba decidono di incontrarsi di nuovo a Parigi ma senza scambiarsi il numero di telefono. Marc non potrà andare all’appuntamento perché colpito da infarto e tornerà più volte in quel paesino, nell’infruttuosa ricerca di Sylvie. Durante le sue ricerche incontra Sophie e se ne innamora. Non sa che è la sorella di Sylvie…
Dublino, 1988. David e Mark, amici inseparabili, fotoreporter professionisti, salutano le loro mogli prima di partire per le zone di guerra del Kurdistan. Arrivati in un campo di guerriglieri curdi, assistono all'arrivo dei feriti in un ospedale improvvisato fra le rocce. L'unico dottore presente cerca di curare i feriti come può ma quelli troppo malati e sofferenti vengono soppressi con un colpo di pistola. Dopo un mese Mark torna a casa alquanto mal ridotto ma di David non c'è traccia; probabilmente sta tornando per un'altra strada. Mark non riesce a riprendersi e la moglie previdente lo affida alle cure di suo nonno, un valente psichiatra: probabilmente Mark porta dentro di se un terribile segreto...
Bernardo Bertolucci. Un grande maestro del cinema italiano. Sopravvalutato? Non si direbbe. Passerà alla storia per un film sessualmente, culturalmente, antropologicamente dirompente, “Ultimo tango a Parigi” (1972), per un film prolisso ed epocale, “Novecento” (1976) e per un film da Oscar, “L’ultimo imperatore” (1987). Purtroppo si dovrà ragionare anche su un film inutile, “Io e te”, tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammanniti. Il romanziere, come è noto, è annoverato fra la schiera dei “cannibali”. Scrittori duri, senza pietà, privi di speranza. E Bertolucci nel finale di “Io e te” prova a imporre la speranza. Si gioca tutto sulla speranza. E concediamogliela, la speranza. La storia si chiude bene. Amen. Purtroppo è il film che si regge male. Lorenzo, quattordicenne con una famiglia disastrata, in cura dello psicoanalista, vive solo con la madre, in una bella casa borghese. Il padre ha un’altra figlia con un’altra donna. Esiste solo nei ricordi e nelle telefonate (alla madre, mai al figlio). Il ragazzo sta bene da solo. Non ha amici. Le cuffie attraverso le quali ascolta la musica, lo isolano dal resto del mondo. Invece di passare la settimana bianca con la scolaresca, decide di tapparsi per una settimana in cantina. Si eclissa dalla vita. Una settimana al buio? Il film ha bisogno di almeno un elemento nuovo per sfuggire alla morte per inedia. Ecco allora materializzarsi la sorellastra, poco più grande di lui. Bella, strana, tossicodipendente persa. Prima si comincia con toni sin troppo aggressivi. Poi man mano l’intensità scende. Alla fine, dopo una settimana, i due protagonisti escono insieme. Lei ripulita dalla droga, lui dai tormenti della mente? Bertolucci ci crede. Il romanzo di Ammanniti un po’ meno. Ma non è questo il problema. A predominare nel film è la noia. Ora, qui si potrebbero aprire discorsi infiniti su disagio giovanile, solitudine, tossicodipendenza, crisi della famiglia, decadenza sociale. Tutti argomenti seri. Ma che col film di Bertolucci poco c’entrano. La mancanza di credibilità della storia li azzera. “Io e te” non è un film sul malessere della gioventù (che per ovvie ragioni esiste, ed è una questione tremendamente cruciale). Riguarda il malessere degli intellettuali europei. Decadenti, materialisti, nichilisti, scettici, atei. Bernardo Bertolucci è stato uno di loro. Ora che il processo di desocializzazione ha reso l’Europa un deserto valoriale, guardano stupiti le macerie. E si interrogano, angosciati. E invocano la speranza. Bene si dirà. Meglio tardi che mai! Il problema è che ormai artisti come Bernardo Bertolucci non hanno più niente da dire. Hanno partecipato sin troppo attivamente al cambiamento del mondo. Hanno assaltato, e poi incendiato, il Palazzo d’inverno. Adesso ci stanno seduti comodamente dentro, dopo aver seguito e guidato tutte le mode possibili ed immaginabili, la liberazione sessuale, la liberazione della psiche, la liberazione dal capitalismo, la rivoluzione, il maoismo, il postmodernismo, la disumanizzazione. Ora che tutto è crollato, guardano il vuoto del Palazzo dove dimorano. E si sentono soli. Hanno ucciso il padre in tutte le maniere possibili. Ora si interrogano sul padre dov’è.
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