IL PROFUMO STORIA DI UN ASSASSINO

2006147\'Diseducativo  

Jean-Baptiste Grenuille nasce nel puzzolente mercato del pesce della Parigi di inizio Settecento. Privo di odore personale ma dotato di un olfatto eccezionale, riesce a farsi strada nel mondo esclusivo dei profumieri, sempre guidato dal desiderio di creare il profumo perfetto, in grado di dargli l’immortalità e l’amore degli altri esseri umani, che non è altrimenti in grado di ispirare. Per farlo non esiterà a ricorrere più volte all’omicidio. Catturato, viene condannato ad una morte orribile, ma ha ancora un’arma insospettabile: il suo profumo…

Valori Educativi



Nichilismo nascosto sotto una confezione affascinante. L’uomo è e rimane un animale, guidato dagli stessi impulsi che spingono le bestie a riunirsi in branco, accoppiarsi o respingere un esemplare diverso

Pubblico

Diseducativo

iverse scene di violenza e di nudo anche impressionanti. Per i disvalori presenti

Giudizio Artistico



La scarsa convinzione nella tenuta della storia. Modi più prevedibili e pacchiani nel cercar di rendere le suggestioni dei profumi fra cui fastidiosi primi piani di nasi.

Cast & Crew

Our Review

atto da un romanzo che ha venduto milioni di copie nella natia Germania e in tutto il mondo, Il profumo è il classico oggetto da coproduzione europea (basta vedere la serie infinita di nomi sui titoli di testa), abbastanza sadico e crudele per “épater les bourgeois” e conquistare qualche titolo di giornale, abbastanza compiaciuto ed estetizzante da guadagnarsi i complimenti per la fotografia e la recitazione, commenti che sono la pietra tombale di ogni film che aspiri a raccontare una storia davvero significativa.

La scarsa convinzione nella tenuta della storia anche da parte di chi l’ha scritta è denunciata dalla presenza invadente e fastidiosa di una voce fuori campo che “imbocca” continuamente lo spettatore, suggerendogli un senso che evidentemente le immagini e l’azione non sono in grado di esprimere.

Ovviamente, in una storia di questo tipo, la sfida più significativa era quella di rendere sullo schermo il fascino volatile e per definizione inafferrabile di profumi ed odori. Tykwer (anche coautore della colonna sonora) ci prova nei modi più prevedibili e pacchiani con tutti i mezzi a disposizione: inquadrature iperrealistiche e disturbanti in stile natura morta, effetti di luce, musica da concerto a piene mani e ripetuti e alla fine anche un po’ fastidiosi primi piani di nasi.

S romanzo di Süskind tentava di raccontare la storia del suo protagonista allontanandosi completamente dal comune “senso della morale”, sostituendo ad esso un istinto per la vita e per la bellezza (che nel caso di Grenouille si traduce immediatamente nel profumo perfetto) spietato nel perseguire il suo obiettivo e incapace di pietà, gli autori del film cedono nel finale al solito piagnucoloso tentativo di giustificazione.

Se il povero ragazzo avesse potuto ottenere almeno la prima volta il riconoscimento di un altro essere umano (la ragazza delle susine, sua prima vittima, che non ne sente l’odore e quindi non lo “vede” come persona) e provato le gioie del sesso, magari avrebbe trovato sbocchi meno sanguinosi alla sua ricerca. Magari…

Un’ipotesi corroborata dal continuo accostamento, implicito ed esplicito, tra atti d’amore (anche se spesso si tratta semplicemente di sesso) e di violenza, tra omicidio e gesto d’amore. Anche tutti gli incontri tra Grenouille e la sua ultima, sublime vittima, sono girati come (mancati) appuntamenti d’amore e nell’ultimo l’assassino deve penetrare nella camera serrata e irraggiungibile nella vittima come una specie di novello Romeo e principe azzurro in cerca della sua amata.

Di fatto non è possibile trovare in tutta la storia un’alternativa positiva alla ricerca ossessiva ed artistica del protagonista: né l’impotente e vuota morale cattolica (non ci si fa mancare il solito vescovo grasso, che lancia scomuniche inutili e si fa coinvolgere nell’orgia finale), né l’ordine costituito, che sa solo punire con la morte, né l’amore di un padre per l’unica figlia. Richis, che tenta disperatamente di salvare dalle grinfie dell’assassino la figlia Laure, è, in realtà, possessivo e ultimamente violento, e le impone, come unica alternativa alla morte, la “tomba vivente” di un monastero solitario e di un matrimonio forzato.

Con il suo garbato nichilismo nascosto sotto la confezione affascinante, Il profumo è film perfetto per un pubblico che ha bisogno di sentirsi colto e intelligente, e che perdonerà l’eccessiva lunghezza della pellicola, solleticato sia dall’aura letteraria della storia che dalla semplicistica tesi di fondo la quale, tolte tutte le sovrastrutture, si traduce nell’affermazione che l’uomo, sia esso la folla irrazionale e manovrabile o un genio asociale e incompreso come Grenouille, è e rimane un animale, guidato dagli stessi impulsi che spingono le bestie a riunirsi in branco, accoppiarsi o respingere un esemplare diverso.

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Perfume-The Story of a Murderer
Paese Germania/Francia/Spagna/USA
Etichetta
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