IL PRANZO DI BABETTE
Il pranzo di Babette è probabilmente il film della maturità del regista Gabriel Axel, autore di ambito fondamentalmente televisivo. Ispirato a un racconto di Karen Blixen, può essere considerato uno dei migliori adattamenti della storia del cinema, probabilmente favorito dalla brevità dell' opera letteraria; poche volte c'è stata tanta vicinanza tra il testo e il racconto filmico. Il vero protagonista è il festino preparato da Babette, geniale cuoca francese che, dovendo fuggire dal suo Paese, finisce come collaboratrice domestica di due anziane sorelle a capo di una comunità luterana fondata dal loro padre, in una sperduta località della costa danese.
Babette è una cuoca francese che, fuggita dal suo paese, prepara un ottimo pranzo per le due anziane sorelle danesi che l' hanno ospitata. Con la sua arte culinaria, riesce a far diventare la materia dono agli altri
Valori Educativi
Babette con la sua arte culinaria, fare diventare la materia dono agli altri
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Premio oscar per il miglior film straniero del 1987, è un ottimo esempio di adattamento cinematografico.
Cast & Crew
Produzione
A S PANORAMA FILM INTERNATIONAL
Regia
Gabriel Axel
Sceneggiatura
Gabriel Axel
Our Review
L'arte di Babette è tecnicamente inferiore di fronte alla spiritualità della musica, lei si esprime con l'arte più materiale e transeunte possibile: la gastronomia. Ma lei ha la chiave di ogni arte: fare diventare la materia dono agli altri. Babette arriva in una notte fredda di pioggia, sola e perseguitata, ma la sua gioia di vivere, in contrappunto con le difficoltà patite, e la sua capacità di dono cominciano a illuminare la realtà grigia della comunità; e questo non soltanto in una chiave relazionale di tipo spirituale, ma anche molto materiale. È la concretezza del suo servizio che dà inizio al cambiamento; la fotografia del film, con 1'occasione della pulizia dei vetri della casa del pastore e ispirandosi agli interni di J an Vermeer, ci fa vedere, infatti, un altro panorama di colore e di bellezza nelle cose più normali e quotidiane.
Babette, con un chiaro simbolismo cristologico, dona tutto ciò che ha per preparare il banchetto redentore che riporta i membri della comunità, tra l'altro contrari inizialmente a lasciarsi influenzare da un' attività considerata impura, alla riscoperta dell'amore vicendevole: il girotondo finale è il simbolo di questa nuova infanzia spirituale. Ma il messaggio non riguarda soltanto la comunità: un personaggio esterno ad essa ne è testimone. Si tratta di un generale, in gioventù innamorato di una delle due sorelle, invitato con l'anziana madre al banchetto. Anche per lui il dono di Babette diventa l'occasione per dare senso a tutta la sua vita, pur provenendo da un'esperienza del tutto diversa.
L'arte culinaria di Babette riesce a trovare il nesso tra la realtà materiale e la dimensione spirituale a cui l'uomo è chiamato, diventando così un ponte tra la terra e il cielo, che si fa presente nella scena del girotondo; è a lei che deve essere indirizzata la frase che unisce l'inizio e il finale del film: «Quale gioia darai agli angeli!».
La recensione è tratta da:
Verso Dio nel cinema (Casa Editrice San Paolo, 2013; prezzo di copertina 15€)
Autore: José M. Galvan
Details of Movie
Titolo Originale | BABETTES GAESTEBUD |
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Paese | Danimarca |
Etichetta | FamilyOro |
Tematiche (generale) | Ispirazione Cristiana |
Tematiche-dettaglio | Storie Laiche |
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