IL GIOVANE FAVOLOSO
Il piccolo conte Giacomo Leopardi cresce con i suoi fratelli a Recanati nella casa paterna. La sua sete di sapere è soddisfatta dalle letture che gli consentono la vasta biblioteca di casa. Il padre è contento di scoprire in lui doti eccezionali (legge e traduce testi dal latino, dal greco e dall’ebraico) sotto la guida del precettore gesuita don Giuseppe Torres, ma al contempo esercita la sua autorità pretendendo che il figlio resti a Recanati seguendo le orme e le idee dei suoi genitori, realisti e fedeli devoti. Dieci anni dopo a 24 anni, filologo e poeta ormai apprezzato, grazie all’amicizia con il classicista Pietro Giordani che aveva riconosciuto in lui doti eccezionali fin dalle sue prime opere giovanili, lo ritroviamo ben introdotto nei salotti di Milano e di Firenze. Fa amicizia con Antonio Ranieri che da quel momento si prenderà cura di lui. Ma non c’è pace per il Leopardi, afflitto dalle sofferenze indotte dalla sua salute malferma, incapace di prender parte alle futili conversazioni salottiere ma sopratutto infelice per non venir corrisposto dalla dama fiorentina Fanny Targioni-Tozzetti. Alla fine, grazie a un vitalizio che il padre accetta di corrispondergli, si reca a Napoli con l’amico Ranieri, accudito ora anche dalla sorella di lui, Paolina. La visione spaventosa dell’eruzione del Vesuvio gli ispirerà la lirica “La ginestra”.
Una biografia dettagliata e rigorosa, sia esterna, che intima del grande poeta di Recanati. Ottima fattura con qualche lunghezza nella seconda parte. La ricostruzione del personaggio è profonda ma statica: non si intravede l’evoluzione del suo pensiero
Valori Educativi
Un ricostruzione storica onesta e rigorosa della vita di un’anima sensibile che non ha potuto o saputo cogliere il valore positivo della solidarietà nei confronti di quella stessa umanità che riteneva condannata a un infelice destino.
Pubblico
16+Due rapide scene di nudo integrale maschile e femminile.
Giudizio Artistico
Ottima fattura (sceneggiatura, fotografia, interpretazione, scenografia, costumi, colonna sonora) ma la regia manca della forza della sintesi, soprattutto nella seconda parte
Cast & Crew
Unknown
PALOMAR CON RAI CINEMA
Regia
Mario Martone
Our Review
Questa sequenza rivela molto bene la posizione in cui si trova il Leopardi: allontanatosi dalla religione e dai circoli più realisti in cui era vissuto durante il periodo giovanile a Recanati, non aveva neanche abbracciato gli entusiasmi del secolo nuovo con le sue istanze rivoluzionarie ma continua a rimanere ancorato alla suo pessimismo esistenziale, alla sua sensibilità dolente che lo hanno reso un poeta universale, al di fuori del momento contingente del suo secolo.
Più volte ci siamo lamentati da queste pagine per la modestia dell’attuale produzione cinematografia italiana ma questo film di Martone è una significativa eccezione: una biografia che rivela una preparazione storica particolarmente attenta, i dialoghi imbastiti con rigore filologico, una ricostruzione degli ambienti e dei costumi impeccabile, una bella fotografia, una intelligente e moderna colonna sonora. Eccezionale la recitazione di Elio Germano nella parte del poeta ma anche del padre di Giacomo, Massimo Popolizio. Solo la regia appare discontinua: particolarmente ispirata nella prima parte, quella che si svolge a Recanati, si dilunga nel periodo napoletano (aggiungendo un’inutile e inventata sequenza in cui Giacomo si reca in un postribolo), quasi a tradire un’ansia eccessiva di completezza, mentre qualche sforbiciata in fase di montaggio (il film dura 2 ore e 17 minuti) sarebbe stata utile.
Particolarmente commoventi sono i momenti in cui Elio Germano declama (molto bene) alcune liriche del poeta come L’infinito, La Ginestra o il Dialogo della natura e di un islandese.
Il film rende bene la ricerca inappagata del poeta: non ha mai ceduto interamente a posizioni materialiste, ha rifiutato di accettare la fede ma proprio in quel suo proclamare l’assurdità di un confronto fra una natura che gli appare così indifferente e la sproporzionata sensibilità dell’uomo, quella tensione inesausta verso una domanda che non trova risposta, in un dubbio costante che per lui finisce per diventare l’unica verità, scopriamo in lui un contraltare di Giobbe. Se la figura biblica aveva accettato di credere nella provvidenza divina e in questo modo aveva trovato la pace, il nostro poeta non accetta questa soluzione e resta infelice.
Dispiace solo che Martone non si sia preoccupato di raccontarci l’evoluzione del pensiero del poeta: Giacomo appare essere, fin dalle prime battute, quello che da sempre conosciamo dai banchi di scuola: infelice nel corpo e nei sentimenti e ateo nel suo atteggiamento nei confronti della vita..
Il film, anche per il suo rigore storico si adatterebbe ad un uso scolastico: peccato che nella versione attuale sia stata inserita quella sequenza (non necessaria all’economia del film) della visita del poeta a in un bordello napoletano e la presenza di un paio di rapidi nudi integrali. Una versione ridotta ad uso scolastico sarebbe quindi auspicabile, anche per evitare ai ragazzi 137 minuti di proiezione.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Il giovane favoloso |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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