I TONI DELL’AMORE – LOVE IS STRANGE

2014100 min18+  

Il sessantenne George e il settantenne Ben vivono insieme da 39 anni in una confortevole casa a Manhattan. Approfittando della recente legge dello stato di New York, decidono di sposarsi circondati dall’affetto di parenti e amici. La situazione muta quando George, insegnante di musica in una scuola cattolica, viene licenziato per aver reso ufficiale la sua relazione. Privati di una rendita, la casa in cui vivono è diventata troppo cara e mentre cercano di trovarne un’altra,sono costretti a separarsi e ad accettare l’ospitalità di un parente (per Ben) e del vicino di casa (per George). Ma questa convivenza forzata crea presto non pochi problemi…

Due uomini che convivono da anni a New York decidono di sposarsi, fra l’affetto di parenti e amici. Solo il collegio cattolico dove uno dei due lavora, mostra di non gradire la novità. Un film a tesi senza antitesi, che dà per scontato da che parte sta la ragione


Valori Educativi



La frase dalla prima lettera ai Corinzi “l’amore non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità” viene utilizzata proprio contro chi dovrebbe promuoverla: la Chiesa Cattolica, colpevole di negare la possibilità, per persone con inclinazione omosessuale, di vivere secondo i loro affetti

Pubblico

18+

Alcune scene di affettuosità (baci, abbracci ma senza nudità) fra due uomini. Il tema affrontato necessita di maturità di giudizio

Giudizio Artistico



Un film ben recitato ma con un ritmo eccessivamente lento

Cast & Crew

Our Review

I film pro-gay hanno  superato la fase combattiva, quando era necessario alzare i toni per farsi sentire e si muovono ora nelle acque tranquille del consolidamento dei successi acquisiti. Sono passati i tempi dei racconti melodrammatici di coppie omosessuali che sono perseguitate fino al linciaggio (I segreti di Brokeback Mountain) o le contrapposizioni manichee  di Ferzan Ozpetek come in Mine vaganti, dove il padre anti-gay di due figli omosessuali, viene  ridicolizzato come persona ottusa e violenta.

Questo film del regista indipendente Ira  Sachs parte invece da una delle più recenti conquiste:  la cerimonia di matrimonio, grazie alla legge approvata dallo stato di New York,  di una coppia di uomini che convive da 39 anni e può portare avanti una storia gentile e pacata, priva di tensioni.  Ben e George vivono circondati dall’affetto dei loro familiari, dei vicini di casa e dei colleghi di lavoro: tutti, dopo averli visti vivere insieme da tanti anni, applaudono felici al loro matrimonio.

La situazione tuttavia non è ancora perfetta, c’è una zona del mondo che resta impenetrabile alle nuove sensibilità: si tratta della Chiesa Cattolica. George lavora in una scuola privata cattolica come insegnante di musica ma dopo la notizia del suo matrimonio, viene licenziato. Anche il direttore del collegio è perplesso: George ha l’affetto dei suoi alunni e dei loro genitori nonostante tutti sappiano che è un omosessuale ma la decisione viene dall’alto, dall’arcidiocesi.

“Essere se stessi è disdicevole?’” protesta garbatamente George. Il film vuole costruire in questo modo una contrapposizione fra un’evidente realtà ontologica (quella di avere senza colpa inclinazioni omosessuali) e una non meglio chiarita, oscura opposizione (“il vescovo non gradisce”).

Il racconto avanza pacatamente senza risvolti di rilievo: con le entrate ridotte i due vendono la casa dove hanno vissuto per quarant’anni e sono costretti a separarsi per il tempo necessario a trovarne un’altra e ad accettare l’ospitalità in case altrui. Ben si sistema da suo nipote e George dal vicino di casa. I due si sentono estranei in realtà familiari così diverse dalle loro abitudini e anche gli ospitanti fanno fatica ad accettare la loro presenza. Il tutto avviene gestito con grande urbanità perché tutti hanno un animo gentile e pongono la buona educazione davanti a tutto. Solo il figlio adolescente del nipote di Ben non gradisce la presenza di uno zio omosessuale in casa sua ma niente panico: ha tutti i cento   minuti del film per “convertirsi”. Il racconto sta tutto nel disagio che Ben e George sentono nel doversi ambientare, loro ormai anziani, a una  situazione così precaria e nella nostalgia che provano per non poter più vivere insieme. La storia è costruita in modo da farceli rendere tanto simpatici quanto agnelli vittime innocenti di un sopruso.

George scrive una lettera ai genitori dei ragazzi del collegio, dove ha insegnato per dodici anni. Non c’è polemica nei confronti dell’Istituto (sottolinea che non è loro la responsabilità di ciò che è accaduto) e i toni manifestano la calma di chi ha dalla sua la forza della ragione e della verità.  Ringrazia tutti perché gli hanno sempre mostrato sostegno e rispetto pur conoscendo le sue tendenze omosessuali e li invita a usare il suo caso per insegnare ai loro figli a essere sempre se stessi e a non vivere nella falsità. Conclude con una citazione dalla prima lettera ai Corinzi: “l’amore non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità”.

Dopo la scena iniziale del licenziamento di George, la Chiesa “avversaria” non compare più. Non viene quindi costituita alcuna dialettica fra posizioni contrapposte. L’attenzione posta su di una coppia così anziana e fedele da anni, è stata un’abile mossa dell’autore per evitare la tematica delle adozioni e rendere in questo modo la posizione della Chiesa crudelmente insostenibile.

Si potrebbe ipotizzare che nei paesi liberi e democratici in cui viviamo, a fronte di un film così palesemente a favore del matrimonio omosessuale possano venir confezionati film che sostengono la posizione opposta, ma sappiamo bene che ciò non accade. Da questo settimanale abbiamo parlato del documentario-intervista The Third way, dove cinque persone con inclinazione omosessuale hanno confessato la loro fede e il loro cammino di castità, sostenute da parrocchie che hanno curato la loro crescita spirituale e il loro inserimento in attività caritative. Sappiamo bene che si tratta di una goccia nell’oceano: il movimento cattolico Courage, che sviluppa una specifica catechesi per persone con inclinazione omosessuale, è molto poco conosciuto. Il ritardo accumulato nel maturare una pastorale specifica per questi figli di Dio è veramente notevole, tanto da non far emergere storie vissute degne da esser trasferite in un film.

Film come questo I toni dell’amore appaiono come una bordata in una guerra mediatica dove il territorio avversario è stato ormai totalmente invaso; anche la “popolazione civile” del territorio occupato sembra consenziente (i genitori che hanno mandato i figli al collegio cattolico) e restano da abbattere solo pochi isolati cecchini, caparbiamente arroccati nella loro  torri di difesa.  

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Love is strange
Paese USA
Etichetta
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