I LOVE SHOPPING

2008105'Tutti  

La giornalista Becky Bloomwood è una shopaholic, una maniaca dello shopping che non può fare a meno di consumare in modo compulsivo le sue carte di credito con la speranza di essere prima o poi assunta nella sua rivista di moda preferita. Braccata da un esattore e rimasta senza lavoro riesce per un equivoco a farsi assumere in una rivista che si occupa di risparmio. Nonostante i buoni propositi e l’amore nascente per il suo capo bello e risparmiatore, le abitudini di Becky non cambiano e la resa dei conti si avvicina…

Valori Educativi



Nell’economia, come nell’amore e nell’amicizia, il valore in gioco è sempre la fiducia e che la protagonista riuscirà a conquistare solo quando sarà pronta a sacrificare per esso quanto ha di più prezioso.

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Giudizio Artistico



l film non ha il coraggio di portare fino al suo naturale esito il suo concept fondante, di per se stesso anticonsumistico, per la sua condizione di prodotto dello stesso sistema che dovrebbe criticare

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Attesa trasposizione cinematografica di un bestseller di anni lontani (nel tempo e nelle abitudini) dall’attuale crisi economica e creditizia (alcune battute suonano sinistramente premonitrici), la commedia di P.J. Hogan arriva sugli schermi quando l’eccesso di credito dissennato ha ormai precipitato prima l’America e poi il resto del mondo in una situazione che di comico ha ben poco.

Eppure la parabola (quasi evangelica a ben vedere) di Becky, schiava della soddisfazione effimera che gli acquisti le garantiscono, ma in fondo bisognosa di essere amata e di trovare un oggetto più stabile e saldo su cui “investire” il proprio cuore, avrebbe potuto avere un suo valore anche di fronte all’oggi
Purtroppo il film non ha il coraggio di portare fino al suo naturale esito il suo concept fondante, di per se stesso anticonsumistico, forse non tanto per un’incapacità degli autori, ma per la sua condizione di prodotto del sistema che dovrebbe criticare (non c’è dubbio che i tanti marchi che provocano gli accessi di dipendenza di Becky siano gli stessi che hanno contribuito a pagare il film), proprio come accade ai giornali economici per cui lavorano Becky e il suo capo Brandon, che dovrebbero mettere sull’avviso gli investitori  su quelle stesse società che pagano la pubblicità che li sostiene.
Anche se la protagonista Becky, interpretata con convinzione spesso un po’ sopra le righe da Isla Fischer, si guadagna in fretta le simpatie del pubblico femminile (a chi non è capitato di lavare qualche dispiacere con un acquisto di accessori molto poco necessari?), non è mai ben chiaro come dalla propensione della mamma di lei agli acquisti in saldo sia dovuta derivare in modo automatico la sua allegra propensione alla spesa incontrollata nei negozi di marca.

La sostanziale amorevolezza dei pur tirchi e rispamiosi genitori di Becky osta un po’ con la tesi che il piacere degli acquisti sia un surrogato provvisorio e insoddisfacente (e proprio per questo costringono alla ripetizione coatta) del sentimento. Bisognerebbe allora concludere che il male di Becky sia un’epidemia generazionale che colpisce quelle ragazze che, meno fortunate delle protagoniste di Sex and the City, devono accontentarsi delle svendite di marca per placare il loro bisogno d’amore?

La storia, soprattutto nella parte centrale, anziché approfondire la nascente storia d’amore tra Becky e Luke, si perde e preferisce appoggiarsi alle gag provocate dalla proverbiale imbranataggine della protagonista, sempre in fuga dalla persecuzione di un tenace riscossore di crediti, anche se si riprende per concedersi un finale veramente coinvolgente che fa dimenticare le molte pecche dello svolgimento.

Più coerente, da questo punto di vista, lo sviluppo dell’amicizia tra Becky e la sua amica e padrona di casa Suze, che la spalleggia indulgente nelle sue debolezze, le scusa ogni errore, e le dà la sua fiducia fino a sceglierla come damigella d’onore al suo matrimonio, almeno finché l’ennesimo tradimento di Becky non mette in dubbio il loro stesso rapporto.

Nell’economia, come nell’amore e nell’amicizia, comunque, il valore in gioco è sempre la fiducia, un bene che oggi come in passato è illusorio pensare di acquistare in saldo o senza fatica e che Becky riuscirà a conquistare solo quando sarà pronta a sacrificare per esso quanto ha di più prezioso.v

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale I love shopping
Paese USA
Etichetta
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