DUNKIRK
Dunkerque, maggio-giugno 1940. 400.000 soldati inglesi oltre a francesi e belgi, sono intrappolati sulla spiaggia in attesa di navi e battelli che li possano trasportare oltremanica. Churchill vuole impiegare poche navi da guerra e pochi aerei per il recupero dell’armata perché vuole risparmiare le risorse più pregiate per la prossima decisiva battaglia: l’invasione dell’Inghilterra. Ha ipotizzato che si potranno salvare al massimo 35.000 persone. L’operazione di salvataggio andrà invece molto meglio del previsto. Le truppe francesi frenarono l’avanzata tedesca, Hitler inspiegabilmente decisione di fermare le sue truppe corazzate e la Manica fu percorsa da 400 navigli (motoscafi o pescherecci) di privati cittadini che decisero di rischiare le loro vite per riportare i ragazzi in patria.
Nel 1940, 400.000 soldati inglesi, bloccati sulla spiaggia di Dunkerque, furono tratti in salvo oltre la Manica grazie a centinaia di pescherecci privati. Un racconto non epico, che si concentra sulle vicende dei singoli
Valori Educativi
Una sconfitta militare si trasforma in una vittoria morale grazie al contributo di tanti singoli, generosi civili
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
La qualità delle immagini è impeccabile ma il distacco con cui l’autore cerca di porsi rispetto alle vicende narrate finisce per non coinvolgere né emozionare lo spettatore
Cast & Crew
Regia
Christopher Nolan
Sceneggiatura
Christopher Nolan
Our Review
Al contempo il tema del salvataggio di Dunkerque si prestava bene per costruire un ottimo war movie. Di battaglie sulla spiaggia ne abbiamo già viste molte, anche se più spesso i nostri si sono mossi nella direzione opposta. In Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg, prodigioso nelle scene più drammatiche, si riusciva a cogliere il tutto della massa ma anche il dramma del singolo (il marine che vomita sul battello un istante prima che si apra lo sportello per lo sbarco, le scene subacquee dei soldati caduti in mare che cercano di raggiungere la riva mentre i proiettili nemici tracciano traiettorie bianche intorno a loro).
Anche un film come Il giorno più lungo, nelle sue tre ore sullo stesso argomento, sviluppava bene il punto di vista sia degli alleati che quello dei tedeschi, riuscendo a raccontarci le storie del singolo ufficiale alle prese con la sua difficile missione, senza farci perdere il quadro complessivo di come si stavano svolgendo le operazioni in terra, per mare e in cielo.
Simmetricamente, quando seguiamo le vicende dei singoli, questi sembrano poco interessati al dramma nel quale sono immersi ma si concentrano sulle proprie, personalissime vicende, spesso poco patriottiche. Due giovani usano tutti gli espedienti possibili per riuscire a imbarcarsi scavalcando le file dei loro commilitoni. Un soldato francese indossa la divisa e la piastrina di un inglese morto per riuscire a imbarcarsi. Un naufrago, che viene soccorso da un peschereccio diretto a Dunkerque, viene preso dal panico e finisce per ferire gravemente proprio uno dei giovani che lo aveva soccorso. Solo il racconto dei tre Spitfire che da soli cercano di contrastare i bombardieri e caccia tedeschi ha una sua omogeneità narrativa, perché le gesta di un pilota sono istituzionalmente singole e le immagini della battaglia aerea hanno una loro innegabile bellezza. Anche in questa occasione però l’attenzione di Nolan si ferma su particolari secondari (l’ossessione di controllare continuamente quanti galloni di carburante siano rimasti nel serbatoio) e un dialogo fra piloti particolarmente trattenuto, forse molto inglese (quando un compagno è costretto a un ammarraggio forzato, l’altro pilota gli augura “buona fortuna”, quasi fosse una gara sportiva).
Nolan non trascura di celebrare l’eroismo inglese ma lo fa in modo limitato e trattenuto (“chi sta arrivando?“ chiede il colonnello all’ammiraglio che dal molo, con il binocolo ha avvistato centinaia di pescherecci che stanno arrivando e quest’ultimo risponde: “La patria!”); ciò che interessa al nostro autore è ancora una volta proprio l’estraniamento del singolo rispetto alla realtà, che aveva già così bene espresso in altri film dove il protagonista era costretto a vivere tempi e spazi multipli (Interstellar, Inception).
E’ strano, perché in fondo, nella trilogia su Batman Nolan aveva tratteggiato un eroe moto umano e al contempo preoccupato di ristabilire la giustizia. Forse perché questa volta la sceneggiatura è tutta di Christopher e manca la firma di suo fratello Jonathan.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Dunkirk |
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Paese | USA GRAN BRETAGNA FRANCIA |
Etichetta | Non classificato |
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