DON JON
Il vero amore di Jon Martello, casanova di bassissimo cabotaggio che ogni sera va a letto con una donna diversa, sono i filmati porno, che consuma senza soluzione di continuità anche dopo essersi innamorato per la prima volta di una vera donna. Barbara, questo il nome della ragazza, talmente carina e affascinante da entrare nelle grazie degli amici e della famiglia di Jon, non riuscirà a fargli mettere la testa a posto. Ci riuscirà, guarda tu il destino, una donna che potrebbe essere sua madre, con cui il bulletto scopre cosa sia il vero amore.
Jon Martello, casanova di bassissimo cabotaggio consuma senza soluzione di continuità filmati porno. Riuscirà a riscattarlo una donna che potrebbe essere sua madre. Un film inutile
Valori Educativi
il film cade nella solita contraddizione: mostro quanto la pornografia è brutta e intanto per un’ora e mezzo la spargo a piene mani. Una Chiesa Cattolica vista come dispensatrice automatica di assoluzioni
Pubblico
DiseducativoTurpiloquio, bestemmie, scene di sesso e di nudo, immagini porno.
Giudizio Artistico
Si consiglia caldamente al neoregista Joseph Gordon-Levitt di tornare a fare l’attore
Cast & Crew
Regia
Joseph Gordon-levitt
Sceneggiatura
Joseph Gordon-levitt
Our Review
Gordon-Levitt ha la pretesa di essere intelligente (ma le cartucce che spara vanno a finire tutte molto lontane dal bersaglio) e non si preoccupa di confezionare un buon film. L’addiction del titolo originale è la dipendenza ai filmati erotici che il protagonista consuma a dosi da elefante, teorizzandone addirittura la superiorità rispetto ai veri rapporti sessuali. Gli altri, per lui, fossero anche le donne più belle del mondo, sono una seccatura: molto meglio fare tutto da soli. Il film ci mette novanta interminabili minuti per portare questo personaggio verso una presa di coscienza rispetto alla dipendenza che lo domina (“smetto quando voglio”, dirà come da programma prima di ricaderci per l’ennesima volta) e poi verso una vera e propria redenzione attraverso l’amore vero (che è a doppio senso, cioè vissuto nella reciprocità, e non a senso unico, come ha sempre creduto vedendo nelle donne solo degli oggetti a cui dare un voto da 1 a 10 in base alla loro carrozzeria).
Il primo, è che ogni trenta secondi c’è un’immagine tratta da un filmato porno (e quindi il film cade nella solita contraddizione: mostro quanto questa cosa è brutta e intanto per un’ora e mezzo la spargo a piene mani. Sicuro che non c’era altro modo di raccontare questa storia?). Il secondo motivo è che, nel calderone dei luoghi comuni, ci finisce anche la Chiesa cattolica (poteva mancare?). Da bravo italoamericano, Jon è cattolico praticante. Va a messa tutte le domeniche e una volta alla settimana si confessa. Inginocchiato nel confessionale, elenca tutte le sue malefatte con il sorriso soddisfatto di chi sa che, per quanto potrà andare avanti, se la caverà con qualche Pater Ave Gloria da sgranare per qualche minuto, senza che il sacerdote che c’è dall’altra parte della grata (un robot, più che altro, un dispensatore acritico e asettico di assoluzioni) gli dia la minima indicazione su una via diversa da seguire. Nessuna contrizione e nessun pentimento da una parte della grata e il massimo dell’ipocrisia e dell’indifferenza dall’altro. Vedere alternate, e distribuite in egual misura, le scene dei video porno e quelle ambientate in chiesa (con tutto il corredo di vetrate, messali, particole, acqua santa e miserere e, naturalmente, guantiere delle offerte rigurgitanti dollari) ci sembra una soluzione di bassissima lega da parte di un regista a cui consigliamo caldamente di tornare a fare l’attore.
Autore: Raffaele Chiarulli
Details of Movie
Titolo Originale | Don Jon |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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