L’IMPAZIENZA DEL CUORE
Una ragazza che ha le gambe paralizzate da un incidente spera invano di essere amata. Un dramma che si svolge all’inizio della Grande Guerra, ben raccontato. Su Prime Video
Danimarca, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Il giovane Anton è diventato sottotenente dei dragoni danesi, pur essendo di umili origini, perché aiutato finanziariamente da una facoltosa zia. Vicino alla caserma dove Anton svolge il suo addestramento, c’è il castello del barone Løvenskjold che lo invita a una serata di ballo per ricambiare un piccolo aiuto che ha ricevuto da lui. Quella sera Anton incontra Edith, la figlia del barone e la invita a ballare ma subito si accorge con disappunto che lei ha le gambe paralizzate a seguito di una caduta da cavallo. Il giorno dopo, per farsi perdonare, Anton porta e Edith un mazzo di fiori. Fra loro nasce presto un’intesa e Anton prende l’abitudine di frequentare la ragazza, sotto l’occhio compiaciuto del padre che spera in una compagnia stabile per la figlia. Ben presto le cose si complicano: Edith, dal carattere passionale ma fragile, si innamora di Anton che intanto subisce le derisioni di suoi compagni di caserma perché sta frequentando una storpia….
Valori Educativi
Tutti i protagonisti hanno delle fragilità che non riescono a superare. L’amore della verità è posto in antitesi con una presunta corretta attenzione verso il più debole
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
La solidità del racconto originale è stato trasferito nella sceneggiatura e nella scenografia del film. Ben rappresentati tutti i personaggi nelle loro fragilità
Cast & Crew
Esben Smed
Clara Rosager
Regia
Bille August
Our Review
Il tema della disabilità trattato in tempi per noi lontani, allo scoppio della Grande Guerra. Un tema affrontato dallo scrittore austriaco Stefan Zweig (1881-1942) nel suo libro omonimo. Uno scrittore alimentato da sogni di pace e fratellanza europea e che ha visto nella tragedia della guerra la fine di un mondo che avrebbe potuto essere e che non è stato.
La condizione di guerra imminente resta sullo sfondo e genera uno stato di diffusa provvisorietà che si somma alle tante incertezze e non-decisioni dei protagonisti.
È decisamente insolita l’umanità che ci viene presentata. L’amore per la verità, l’onestà verso gli altri restano bandite. Il dottore che ha in cura Edith preferisce mentirle per anni, perché sa che non ci sono soluzioni per la sua infermità e ritiene che la cura psicologica della speranza possa costituire l’unico palliativo possibile. Il vecchio barone, padre di Edith, cospira, senza reticenze, in modo che Anton finisca per sposare Edith, promettendogli montagne di ricchezze. La stessa Edith, “viziata” dalle tante persone che le stanno intorno e che si occupano di ogni sua necessità, sogna di avere un amore come tutte le ragazze della sua età e non vuole che nei suoi confronti si instaurino sentimenti di commiserazione.
Il protagonista Anton, che avrebbe potuto essere la bussola per dava un giusto orientamento alle incertezze degli altri, proprio per le sue indecisioni, finisce per portare verso la tragedia una situazione già precaria. Anton non riesce a interpretare il suo stesso animo. Non sa se sente amore verso Edith o una affettuosa, caritatevole attenzione. Non sa se cedere alle lusinghe del barone o cedere ai ricatti dei compagni del suo squadrone, pronti a deriderlo nel caso si fidanzasse con una “storpia”. Nella sua pusillanimità lui cerca solo di non offendere nessuno ma in questo modo non fa altro che aggravare la situazione.
La tragedia tutta umana di Anton finisce per superare, in gravità il dramma stesso della ragazza con handicap. Tutto succede perché siamo nel 1914? È probabile che atteggiamenti discriminatori verso chi era disabile fossero diffusi. L’atteggiamento del dottore che preferisce mentire piuttosto che dire la verità è agli antipodi di quanto viene fatto oggi, dove si preferisce dire la verità, accompagnata da vicinanza e comprensione nei confronti del paziente. Sotto questo punto di vista non si può che ammirare la figura del dott Brock nel film Il mio corpo ti appartiene (1953) che dice con serenità la verità ai suoi pazienti invalidi di guerra ma poi si prodiga affinché anche i familiari possano trovare insieme a loro un senso e un po’ di serenità nel loro nuovo stato.
Il film. di produzione danese e con una ambientazione spostata in Danimarca, ricostruisce bene quel contesto storico, sia nelle ambientazioni che negli atteggiamenti dei personaggi. Più e più volte viene ribadita l’importanza dell’onore, vocabolo praticamente scomparso dai nostri vocabolari. La preservazione dell’onore del reggimento, dell’onore della famiglia condizionano sempre le decisioni dei singoli.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Tematiche (generale) | Disabilità |
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Paese | Danimarca |
Pubblico | Tutti |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | The Kiss |
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