IL MIO CORPO TI APPARTIENE
Storie umane dolorose ma anche liete, all’interno di un ospedale per paraplegici dopo la Seconda Guerra Mondiale raccontate dal grande regista Fred Zinnemann e un Marlon Brando al suo esordio. Su Youtube
Seconda guerra mondiale. Un plotone americano sta avanzando in zona nemica. Il soldato Ken, che si è voltato per controllare l’avanzata dei compagni, viene colpito alla schiena. Tornato in patria, viene accolto in un ospedale specializzato nella sua infermità: la paraplegia. Le sue gambe sono ormai immobilizzate e dopo aver coltivato, per più di un anno, la speranza di riuscire a guarire, deve ormai affrontare la realtà di potersi muovere solo su una sedia a rotelle. Ken non riesce ad accettare la sua condizione e si rifiuta di vedere la fidanzata Ellen. Lei chiede aiuto al Dr Brock, responsabile del reparto dei paraplegici: Ellen lo ama, è sicura che Ken abbia bisogno del suo aiuto e lo vuole sposare, nonostante tutto. Il dr Brock risponde che è non di sua competenza occuparsi degli affari privati dei suoi pazienti ma vedrà cosa riuscirà a fare…
Valori Educativi
Una comunità di feriti di guerra all’interno di un ospedale trova il modo di ridare con la reciproca solidarietà, un senso alla loro vita. Una magnifica figura di dottore e una donna che continua ad amare nonostante tutto
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Fred Zinnemann racconta con grande maestria e sensibilità storie molto umane in un contesto difficile evitando ogni pietismo ma privilegiando un grande senso del reale
Our Review

Sono molto poche le scene all’esterno: quasi tutta la storia si svolge all’interno delle corsie e i corridoi dell’ospedale specializzato dove i pazienti si muovono sulle loro sedie a rotelle, le infermiere portano le medicine che servono, i dottori si informano dei progressi o dei regressi dei lori pazienti.
Il regista, il grande Fred Zinnemann, esordisce con una sequenza dove il dottor Brock risponde alle domande delle mogli, delle madri, delle fidanzate dei suoi pazienti. Una sequenza indispensabile per far comprendere il contesto al quale lo spettatore sta partecipando, i limiti nei quali i pazienti sono ormai destinati a muoversi. Le riprese sono state effettuate in un vero ospedale e alcuni pazienti presenti sono realmente paraplegici, così come le infermiere sono veramente tali. Il racconto sviluppa i rapporti altalenanti di vicinanza e di distacco fra Ken (un Marlon Brando al suo esordio cinematografico) e la sua ragazza Ellen. Il primo fatica ad uscire da un senso di fatalità ineluttabile, lei spera oltre ogni speranza ma anche lei mostra i suoi momenti di fragilità di fronte alla durezza di Ken. Eppure, gli altri pazienti non sono presenti solo per fungere da puro contorno ma sviluppano un contesto vivo e palpitante. Ecco uno di loro che riceve periodicamente la visita sbrigativa da suo padre, interessato solo a prendere un po’ di soldi dal figlio (i pazienti beneficiano di una indennità di invalidità). Un altro invalido, che stava intessendo una relazione con una ragazza, scopre che lei è scappata con i suoi soldi. Ma non tutto è amara disillusione: i pazienti possono assistere anche a un matrimonio fra una infermiera e uno di loro. Zinnemann e gli altri due sceneggiatori hanno descritto con molto realismo questo ambiente ma hanno indicato anche due trascendenze, cioè atteggiamenti capaci di porsi al di sopra dei singoli casi e che sono in grado, se non di superare, almeno di affrontare questa situazione.
La prima trascendenza è l’uso della ragione, abbinata a un solido realismo, che è quella del dottor Brock che si trova spesso a fungere da mediatore fra i suoi pazienti e i loro familiari. Lui comprende che non sono solo i suoi pazienti che devono trovare una ragione per il loro nuovo stato ma anche le loro mogli, le loro fidanzate, devono comprendere che qualcosa è cambiato. Lui le dissuade dal coltivare qualsiasi forma di speranza ma piuttosto ribadisce che le relazioni umane non sono, non devono cambiare.
La seconda trascendenza è quella di Ellen. Lei sente che i suoi sentimenti per Ken non sono cambiati anzi, comprende che lui ha bisogno ora più di prima del suo affetto. Il suo amore è vero, quindi è generoso ed è disposta, solo che lui lo voglia, a offrire tutto ciò che a lui manca.
Ci sarebbe anche una terza trascendenza, anche se vista con molta più discrezione: quella divina. Traspare dalle parole del dottor Brock che legge una iscrizione che ha nel suo ufficio:
Ti preghiamo Signore di dare a noi la forza di fare tutto il possibile ma anche il coraggio di riconoscere ciò che è realmente impossibile e soprattutto la saggezza per distinguere l’una dall’altro.
Un’ultima annotazione. Ken, in sedia a rotelle, si è deciso: vuole raggiungere Ellen nella sua casa ma un piccolo gradino in salita blocca il suo percorso. Lo potrà superare solo con l’aiuto di Ellen. Un dettaglio che diviene simbolo del tutto. Questo è cinema, questo è vero cinema: mostrare più che parlare. Questo è il grande Fred Zinnemann, quattro Oscar e due Golden Globe.
Autore: Franco Olearo
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