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LA STOCCATA VINCENTE

2023102 min10+   Biografico, Da una storia vera, Malattia, Sport

La storia di Paolo Pizzo, schermidore siciliano doppiamente campione del mondo di spada dopo aver vinto un tumore al cervello durante l’adolescenza. Liberamente ispirato all’omonimo libro autobiografico di Paolo Pizzo, scritto insieme al giornalista Maurizio Nicita. Disponibile su RAI Play

La passione per la spada, per il piccolo Paolo che vive a Catania, sembra essere la ragione di tutte le sue scelte. Una passione che eredita dallo stesso papà, suo primo maestro. Complice di questa passione è l’appartenenza ad una famiglia che, per generazioni, si è distinta a vari livelli professionistici per meriti sportivi.

Appena quattordicenne, alcuni sintomi che meritano di essere approfonditi, rivelano la presenza di un tumore al cervello al giovane Paolo. Con tanta paura e rabbia, perché si rende conto che, nonostante le rassicurazioni, la malattia gli avrebbe impedito di continuare a coltivare la sua passione, affronta tutto con la presenza rassicurante del papà. Alla paura si aggiunge quanto dovrà subire dagli amici di scuola che lo bullizzano per le cicatrici degli interventi chirurgici.

Tenacia e determinazione, gli fanno superare la malattia e, grazie alle sue qualità sportive, riesce a conquistare un posto nel centro sportivo dell’Aeronautica Militare.

Arrivato all’attenzione del famoso maestro di scherma internazionale, Oleg Pouzanov, durante le Universiadi conosce la pentatleta Lavinia, di cui si innamora: lei lo aiuterà a superare un altro grave stop dovuto ad un incidente al ginocchio.

I problemi principali di Paolo non dipenderanno tanto dalla malattia, ma dall’imparare a vincere la paura che si porta dentro, dal fidarsi delle persone che lo amano e dal superare la vergogna ingiustificata per una malattia che lo ha profondamente segnato. Tutte sfide che saranno superate nel momento stesso in cui vincerà i mondiali di scherma nella sua città: Catania.


Valori Educativi



L’importanza delle seconde opportunità. Determinazione nel combattere la malattia. La fiducia reciproca. L’intenso rapporto padre-figlio. La fiducia tra maestro e allievo e tra fidanzati.

Pubblico

10+

Una scena di intimità fra fidanzati. Scene di rabbia causate da un carattere carico di passione e di irascibilità, poco incline al confronto e molto portato allo scontro.

Giudizio Artistico



La sceneggiatura aiuta nel racconto di una storia di cui – almeno per gli appassionati – si conosce già il finale.
I pezzi di filmato tratti dai fatti veri del protagonista (la finale di coppa del mondo di scherma) appaiono poco attinenti con il resto della pellicola e non ne fanno aumentare il pregio artistico.
Bravi i protagonisti principali (padre e figlio) con una menzione particolare per Insinna a suo agio nella parte del papà atleta.

Cast & Crew

Our Review

«Se cadi rialzati più forte… impara dai tuoi errori» dice il papà al figlio Paolo che, più volte nella vita, si è sentito messo all’angolo.

Se da un lato il film vuol essere un inno alle seconde opportunità, allo stesso tempo non lesina di dare spazio ad un altro argomento di notevole impatto mediatico: il rapporto padre-figlio, presente al punto tale che viene da chiedersi, ad un certo punto della visione, che fine abbia fatto la mamma (figura molto in ombra in questo racconto cinematografico). Interessante anche il rapporto maestro-discepolo, assai contrastato, ma ricco di insegnamenti in una pellicola che dimostra d’essere edificante in quanto capace, ancora più di tante altre del genere sportivo, di mostrare come lo sport sia fondamentale nella vita e nella formazione dei ragazzi.

Gli elementi tecnici della scherma sono ben curati e messi al centro della storia grazie alla presenza di veri maestri di scherma, atleti e ufficiali di gara professionisti, fra i quali lo stesso Paolo Pizzo ha offerto la propria competenza.

Fa da sfondo alla vicenda la bella città di Catania la cui presenza si fa sentire già dalla prima scena del film, quando scopriamo che l’atleta posta sul braccio un tatuaggio riportante il motto della città catanese: «melior de cinere surgo» (che si potrebbe tradurre come “dalla cenere rinasco ancora più bella”).

Il film è in grado di mostrare come la malattia abbia segnato l’atleta Pizzo nel profondo, come lui stesso rivelerà solo dopo aver vinto la finale del campionato del mondo.

Il film è solo apparentemente caotico con i suoi salti temporali ma questi innestano perfettamente gli avvenimenti dell’adolescenza (tormentata della malattia) con i fatti raccontati al presente mostrando come il male lo abbia in parte condizionato. È ben presentato anche il sentimento di vergogna per la malattia che è, a tutti i personaggi esterni al contesto familiare, tenuta nascosta. In tal senso ha uno spazio importante, nella vita del futuro campione di scherma, la vergogna ingiustificatamente vissuta: sarà una vittoria, sulla pedana, non solo contro lo sfidante, ma soprattutto con se stesso. In questo si rivede tutta la verità di chi afferma che «nessuno combatte una battaglia più dura di quella che porta avanti con se stesso».
Ultima nota di merito alla regia che riesce a ben presentare il disagio interiore vissuto da questo atleta compensato da coloro che, nel film sono figure paterne presenti e sicure in grado di tenerlo in equilibrio nel suo agitato e percosso mondo interiore.

Autore

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Paese ITALIA
Tipologia
Tematiche (generale)
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