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DRIVE

2011100 min18+  

Un giovane che chiameremo Driver fa lo stuntman automobilistico e il meccanico di giorno, mentre di notte mette a frutto la sua abilità di guida portando in zona sicura svaligiatori professionisti. Si innamora di Irene, la sua vicina di casa, ma lei è sposata con un uomo che è appena uscito di carcere e che viene ricattato da alcuni mafiosi. Toccherà a Driver fronteggiarli....

Premiato per la miglior regia al festival di Cannes 2011, Drive è un film ben fatto limitatamente al suo genere che cerca di sopperire alla mancanza di significati con una violenza splatter che è spettacolo in se stessa 


Valori Educativi



Un film di genere che cerca di coprire la mancanza di valori e significati da trasmettere con una violenza che è spettacolo in se stessa

Pubblico

18+

Scene efferate e sanguinose di fredda violenza

Giudizio Artistico



Il regista ha un'ottima padronanza del linguaggio cinematografico ma la storia richiama altri film del genere e i personaggi sono privi di profondità.

Cast & Crew

Our Review

Un film drammatico, nella sua accezione più classica, racconta una storia. Ci sono dei protagonisti  intorno ai quali si sviluppano situazioni di conflitto o di amore. Mentre la storia si evolve partendo da una situazione iniziale anche i protagonisti modificano il loro atteggiamento e all'epilogo appaiono trasformati: qualcosa è cambiato all'esterno ma qualcosa è cambiato anche in loro stessi.

In un film di genere invece, per di più di serie B, la storia conta ben poco: è più rilevante pervenire a  intervalli regolari a quelle scene che lo spettatore si aspetta per quel tipo di film: spavento, violenza, azione, erotismo.

Nel film Drive la storia conta fino a un certo punto; conta l'ambientazione (una Los Angeles notturna vista dall'alto, magnifica quanto indifferente); contano non i personaggi (perchè non ci sono personaggi) ma i tipi: c'è il giovane impassibile e silenzioso, pronto ad agire con micidiale precisione; c'è la dolce ragazza con sul volto perennemente stampato un sorriso incompiuto, messa lì solo per innescare l'istinto protettivo del driver; c'è il mafioso che parla con voce roca (perché tutti i mafiosi a cinema hanno quel tono di voce?) che pensa soprattutto a non sgarrare nei confronti della "famiglia".

Tutto questo costituisce  la struttura di base che serve a  sostenere gli ingredienti  primari del film:  un alto contenuto di adrenalina (inseguimenti al cardiopalma fra macchine) e  violenza, molta violenza. Inquadrato il genere, il regista è bravissimo nel porlo in atto, coadiuvato da bravi caratteristi (continuo a non chiamarli attori) e da una  colonna sonora di grande effetto.

E' doveroso però fare un passo avanti e domandarci: il film che messaggio ci vuole trasmettere?
Diciamo subito che ci troviamo fuori dallo schema buoni-contro cattivi: se i cattivi sono proprio cattivi, Driver, il presunto eroe, è anche lui un delinquente anche se non porta armi, ma colpisce con il primo oggetto contundente che gli capita a tiro. In una scena si accenna brevemente al fatto che sta cercando di farsi una nuova vita, ma il riferimento è troppo vago perchè il personaggio guadagni di spessore. Appare in tutta evidenza l'opposto: per difendere la ragazza che ama non compie certo atti  di giustizia, ma neanche di vendetta: più precisamente sfoga il suo incontrollato impulso di violenza e quando riesce a mettere a terra colui che stava per assalirlo, nell'ormai famosa scena dell'ascensore,  già indicata come sequenza-cult, lo colpisce ripetutamente  a calci sul volto finché non riesce a sfigurarlo. Irene è lì presente e forse avrebbe potuto trattenerlo se fosse stato un personaggio vivo, con emozioni e sentimenti, ma resta immobile a fare la bella statuina come nel resto del film. Quando Driver, in un'altra scena, alza il martello per colpire in faccia un altro avversario (nel frattempo gli ha già fracassato una mano) e urla, molto arrabbiato: "hai ucciso il papà di un bambino", la scena rischia di scivolare nel ridicolo per l'incapacità dello spettatore di vedere in Driver l'eroe che cerca di ristabilire pace e giustizia.

La realtà è molto semplice: non ci sono messaggi particolari da recepire perché per l'autore non c'è nessun messaggio da trasmettere: è stato realizzato (molto bene) un film di genere,  intorno a una storia che abbiamo visto più volte che vive solo di sensazioni, di sensazioni forti; le scene iperviolente che hanno causato il VM18 in molti paesi esteri non sono un fastidioso eccesso di un film che senza di esse resterebbe ugualmente valido ma ne costituiscono la struttura portante; forse l'ambizione di indicare una nuova tendenza post-moderna, post-umana.   Per i personaggi, ci si penserà un'altra volta.

 

Autore

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Drive
Paese USA
Etichetta
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