IN NOME DI MIA FIGLIA
Nel 1982, André Bamberski viene informato della morte di Kalinka, sua figlia quattordicenne, mentre si trovava in Germania, ospite del dottor Krombach, il compagno della sua ex moglie. I risultati dell’autopsia generano in Andrè forti sospetti che sia stato proprio il dottor Krombach ad uccidere sua figlia con un’iniezione, dopo aver abusato di lei. L’inerzia della polizia, la lentezza della macchina giudiziaria, resa ancora più complessa dal fatto che sono coinvolte le corti della Francia e della Germania, non scoraggiano Andrè, che impiegherà 27 anni per vedere il dottore in prigione. Il film è ispirato a un fatto realmente accaduto
Tratto da una storia vera, in film ricostruisce, passo passo, la cronaca dei 27 anni che furono necessari a un padre per assicurare alla giustizia l’assassino di suo figlia.
Valori Educativi
Il film mostra come la virtù della tenacia di un padre si trasformi in un disumano desiderio di giustizia a qualsiasi costo
Pubblico
18+Il tema trattato è scabroso (atti di violenza su delle minorenni) con la descrizione di alcuni dettagli raccapriccianti
Giudizio Artistico
Molto bravo il protagonista Daniel Auteuil; puntigliosa e attenta la regia per una storia che gioca la sua attrattiva nell’impegno del protagonista nello scoprire sempre nuovi cavilli giuridici
Cast & Crew
Produzione
LGM CINÉMA
BLACK MASK PRODUCTIONS
Studiocanal
TF1 FILMS PRODUCTION
IN COPRODUZIONE CON NEXUS FACTORY
UMEDIA
ARENA MULTIMEDIA GROUP
Regia
Vincent Garenq
Our Review
Negli anni ’70 esisteva ancora in Francia il reato di adulterio. Andrè utilizza appieno questa legge, presentandosi a casa dell’amante di sua moglie con un ufficiale giudiziario.
Il personaggio di Andrè è in questo modo, già delineato: non si accalora, non si sfoga arrabbiandosi come sarebbe umanamente comprensibile, quando intuisce che la moglie lo sta tradendo, ma organizza una vendetta a freddo. Quando sua figlia muore, un referto poco chiaro dell’autopsia è sufficiente per accusare il nuovo compagno della sua ex-moglie di omicidio. Tutti, data l’esiguità degli indizi, anche la sua ex moglie, pensano che l’accusa sia solo un mezzo che ha escogitato Andrè per vendicarsi.
Andrè invece, più difficoltà incontra e più si intestardisce. Ormai vive solo dell’impegno di fare giustizia per la morte di sua figlia ed è pronto a sacrificarvi tutte le sue energie, fino ad abbandonare Cécile la compagna che per molti anni ha cercato di sostenerlo ma alla fine si è arresa, cosciente del fatto che Andrè non riesce ad occuparsi d’altro.
Il film si sviluppa come un giornale di cronaca, raccontando, anno dopo anno, le iniziative che intraprende Andrè, man mano che accumula molte sconfitte e poche vittorie. Una scelta stilistica motivata dalla giusta conclusione che in questo caso la realtà è risultata superiore ad ogni possibile immaginazione. L’interesse che il regista riesce a sviluppare intorno a questo caso sta nel seguire la storia di Andrè, che riesce a trovare continuamente nuovi cavilli giuridici che costringono a riaprire il caso ogni volta che questo appare definitivamente chiuso. Non manca il colpo di scena finale con il quale Andrè, con metodi illegali, secondo il principio di “il fine giustifica i mezzi”, riuscirà finalmente a mandare il prigione il dottor Krombach.
Il film, ben recitato da un ossessionato Daniel Auteuil, non può che lasciare perplessi.
Altri film hanno esaltato la virtù della tenacia paterna. Vorrei citare L’olio di Lorenzo e Misure straordinarie: in entrambi i casi un padre e una madre si improvvisano ricercatori per trovare un farmaco che possa salvare il loro figlio da una grave malattia e alla fine avranno successo.
Il caso di Andrè si sviluppa in modo diverso. Anche in questo caso si tratta di ostinazione e tenacia paterna e lo spettatore per buona parte del film non può che parteggiare per lui, di fronte alla lentezza e alla noncuranza della magistratura.
Ma lentamente la virtù umana si trasforma in qualcosa di disumano. E’ significativo il colloquio di Andrè con suo padre, che lo invita a desistere, accontentandosi della vittoria morale conseguita (il dr Krombach era stato condannato ma gli era stato condonato il carcere). Andrè invece continua a ritenere che solo una condanna completa potrà appagare la sua sete di giustizia per la morte della figlia.
Lo spettatore, alla fine dello spettacolo proverà, più che la soddisfazione per una causa vinta, l’amarezza della perdita di umanità da parte del protagonista.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Au nom de ma fille |
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Paese | Francia Germania |
Etichetta | Non classificato |
francesca
Lo spettatore, alla fine dello spettacolo proverà, più che la soddisfazione per una causa vinta, l’amarezza della perdita di umanità da parte del protagonista.
Non sono d’accordo, la vicenda mi ha colpito, ma la tenacia di questo padre e’ da ammirare, io non provo nessuna pietà per l’assassino, credo che una condanna giusta si la cosa migliore.
Lo spettatore, alla fine dello spettacolo proverà, più che la soddisfazione per una causa vinta, l’amarezza della perdita di umanità da parte del protagonista.
Non sono d’accordo, la vicenda mi ha colpito, ma la tenacia di questo padre e’ da ammirare, io non provo nessuna pietà per l’assassino, credo che una condanna giusta si la cosa migliore.