IL POTERE DEL CANE
In questo drammatico thriller western, dove nessun personaggio è ragionevole ma sono tutti mossi da incontrollabili apassioni o debolezze, la regista e sceneggiatrice Jane Campion si candida seriamente per qualche statuetta ai prossimi Oscar. Su Netflix
Montana, 1925. Phil e George Burbank sono fratelli, proprietari di un vasto ranch: li vediamo condurre il loro bestiame al pascolo o alla vicina stazione ferroviaria per procedere alla loro vendita stagionale con l’aiuto di altri cowboy loro collaboratori. I due fratelli non potrebbero essere più diversi. Phil si compiace di quella vita un po’ selvaggia, ricorda sempre con nostalgia Bronco Henry, il cowboy che l’ha educato a vivere tra le montagne e in mezzo al bestiame. George invece porta la giacca anche quando va a cavallo, sogna una vita più regolare e più cittadina. Durante uno dei loro spostamenti alla stazione ferroviaria conoscono Rose, una vedova che gestisce la locanda di quel piccolo villaggio. George la sposa e la porta a vivere con lui nella villa dei Burbank. La nuova situazione che si è creata destabilizza il rapporto fra i due fratelli. Phil accusa la donna di essere una profittatrice e non perde occasione per deridere Peter, il figlio di lei, un giovane dall’apparenza delicata e sempre chino sui suoi libri di medicina…
Jane Campion
Jane Campion
Valori Educativi
Con l’eccezione del personaggio George, che però resta chiuso nella sua ben educata gentilezza, tutti gli altri sono schiavi di qualche incontrollata passione o di un cinico spirito di vendetta
Pubblico
16+Alcune sequenze potenzialmente impressionanti di animali castrati o uccisi. Allusioni a un caso di pederastia
Giudizio Artistico
Jane Campion realizza un film con grande unità di stile costruendo personaggi e ambientazioni di grande impatto . L’attesa di un Oscar 2022 è pienamente giustificabile
Cast & Crew
Regia
Jane Campion
Sceneggiatura
Jane Campion
Our Review
George porta Rose, ora sua moglie, per la prima volta, nella grande villa Burbank. George e Phil, che avevano continuato a dormire nella stessa camera da letto anche da grandi, ora si debbono separare.
George cerca di mettere Rose a suo agio, mostrandogli la loro camera da letto e il loro bagno. Phil si trova nella stanza continua, ha le orecchie tese per ascoltare ogni dettaglio di quella vita in due che si sta formando. Sente Rose che si muove in quel bagno che è stato per anni appannaggio esclusivo di due uomini. Il fastidio di Phil è palpabile; ne è cosciente anche George che, cercando di non far rumore, gira la chiave della porta della stanza del fratello, per sigillare la privacy della coppia
In una sequenza successiva, vediamo George che ha organizzato una cena con ospiti importanti: è presente anche il governatore con sua moglie. Rose ha indossato i miglior abito che ha trovato ma è imbarazzata nelle conversazioni: si parla di Yale e di altre università ma lei resta in silenzio, nessuno le porge la parola, è come se non esistesse.. Alla fine il marito la invita a suonare il piano e tutti si dispongono nelle poltrone del salotto, pronti ad ascoltare. Rose è nel panico: strimpellava nella sua locanda qualche semplice motivetto per i cowboy di passaggio ma ora si trova davanti a uomini in frac che vengono dalla città. Il volto di Rose è cadaverico, le mani sono come bloccate e sbaglia subito le prime note. Rose chiede scusa, non riesce più ad andare avanti. Gli ospiti pronunciano qualche complimento di circostanza e il capitolo è chiuso. Rose comprende con angoscia che è diventato un ostacolo per le ambizioni del marito.
Sono solo due delle tante scene dove si manifesta la grande bravura di Jane Campion, regista e sceneggiatrice, nel creare atmosfere, contesti carichi di disagio e di tensione. La Campion ci descrive un ambiente malato, dove nessun personaggio ha il controllo di se stesso: chi nasconde le sue fragilità attraverso un machismo arrogante, chi è troppo mite e gentile e quindi non reagisce alle situazioni, chi è fragile e dedito all’alcool, chi è un cinico e freddo vendicatore.
Ma se non lo è nei personaggi, perché nessuno è un eroe senza macchia e senza paura, questo film è un western classico nei suoi paesaggi. Assistiamo a grandiosi e solenni campi lunghi su montagne e ampie distese di praterie dove si spostano lunghe file di mandrie. Sono questi i momenti più meditativi del film (siamo dalle parti di Sentieri selvaggi) che semplificano lo scenario che fa da sfondo e in questo modo rendono più facile la lettura del dramma umano che si sta consumando.
Ma il film è anche un thriller con uno stile che è agli antipodi di quello di Hitchcock: il grande regista inglese ci portava verso il disvelamento finale attraverso una serie di indizi e alla fine tutto risultava logico e concatenato, un ingranaggio perfettamente definito. La Champion invece non ci svela tutto ma ci lascia sospettare e gli indizi sono sparsi in modo discreto (a iniziare dagli stessi titoli di testa) lungo tutto l’arco del film.
Jane Campion ha fatto trascorrere 12 anni dal suo ultimo film (Bright Star) ma ritorna in grande stile con un film ottimamente diretto, fotografato e con attori tutti superlativi. L’ipotesi di un Oscar 2022 è pienamente giustificabile.
Autore: Franco Olearo
Serena
Angosciante
Ma ottima la regia e la fotografia da meritare Oscar
Angosciante
Ma ottima la regia e la fotografia da meritare Oscar