IL REGISTA DI MATRIMONI

Franco Elica (Sergio Castellitto) è un regista attualmente impegnato nella trasposizione cinematografica de i  Promessi Sposi. Poco interessato al progetto,  costretto a difendersi dall'accusa di approfittare delle aspiranti attrici, si trasferisce a Cefalù. Mentre passeggia lungo la bellissima spiaggia, viene riconosciuto da un regista di matrimoni. Quest'ultimo lo presenta al principe Ferdinando Gravina di Palagonia, che gli chiede di far da regista al matrimonio di sua figlia Bona (Donatella Finocchiaro). Franco accetta ma quando incontra per la prima volta Bona, capisce che il suo è un matrimonio di pura convenienza....

Valori Educativi



Per esprimere un giudizio sui valori presenti bisognerebbe aver capito il film. Di sicuro viene espresso un giudizio negativo sul matrimonio come tomba dell’amore e l’occhio ateo del regista guarda con ironia ai rituali del matrimonio religioso

Pubblico

14+

Un rapido nudo sulla spiaggia. Qualche turpiloquio

Giudizio Artistico



Cast & Crew

Our Review

Quasi a ricordare il suo esordio,ormai quarant'anni fa, con   I pugni in tasca,  Marco Bellocchio era tornato con i suoi lavori più recenti al cinema impegnato sia politicamente che civilmente (Buongiorno, notte, L'ora di religione). Adesso, con questo Il regista di matrimoni, si è focalizzato su tematiche intimiste ed esistenziali, con chiare connotazioni  autobiografiche.

Il momento in cui Bellocchio esprime meglio se stesso in questo film è probabilmente quando Franco, il regista, sta seduto sulla spiaggia di Cefalù. Ha da poco abbandonato la sua città dopo ha visto sua figlia sposarsi in chiesa, poco convinta, secondo un rito pieno di mistica allegria (tutti cantano ondeggiando  e  battendo ritmicamente le mani).  Ora sulla spiaggia, Franco incontra di nuovo una coppia di sposi accompagnati dalla madre, dal regista del matrimonio e dal suo inserviente, impegnati a fare le classiche riprese sullo sfondo del mare. A.

Il regista di matrimoni riconosce Elica, si dichiara suo ammiratore e gli chiede qualche suggerimento per le riprese. Dopo un momento di imbarazzo, Franco gli propone di lasciare la telecamera a terra, di far entrare di corsa gli sposi inseguiti dalla madre, il  regista e l'assistente da sinistra verso destra e poi da destra verso sinistra. I giovani riusciranno in questo modo a restare soli. La sposa si dovrà liberare del  lungo abito nuziale e, rimasta nuda e sdraiata sulla sabbia, verrà baciata dal marito. Alla fine lui la ricoprirà con la sua giacca e se ne andranno via soli, mentre madre e il regista, ritornati sulla scena e vedendo il vestito in terra, si dispereranno pensando che la ragazza si sia suicidata.

Bellocchio esprime in questo modo simbolico, tutto il suo astio per dei rituali in cui non crede e l'invito a puntare all'essenza dell'unione, simboleggiato dalla nudità e dalla coppia che si bacia sulla spiaggia. Da questo punto di vista il Castellitto-regista in questo film è gemello del Castellitto-pittore de L'ora di religione. Anche in quel caso il protagonista mostrava repulsione verso ogni manifestazione del religioso (era in corso la causa di beatificazione di sua madre),  l' impegno politico ufficiale,  la famiglia, per rifugiarsi in ciò che in quel momento riteneva essenziale: l'amore per una giovane donna.

Bellocchio è molto bravo anche questa volta nel polemizzare contro qualcosa, qualcuno, ma molto meno  a manifestare il suo mondo ideale. Lui si dichiara ateo laico, ma è un laicismo definito solo in negativo: troviamo nei suoi personaggi un forte egocentrismo disimpegnato da qualsiasi dovere verso gli altri. Era evidente ne L'ora di religione; ora nella sequenza sulla spiaggia, i due innamorati scappano da soli, abbandonando la madre, il regista e quel vestito da sposa, simboleggiano di nuovo ogni forma di disimpegno.
Nella sequenza descritta è anche chiaro lo strumento che Bellocchio usa per polemizzare: non la parola ma l'immagine. Tutto il film è costellato di sequenze belle da vedere, solo labilmente connesse a costruire il senso della storia ( Franco che si aggira fra le stanze vuote di una villa barocca, il suo colloquio in tedesco con due pitbull per cercare di tenerli tranquilli, l'incontro e il bacio con Bona Gravina in cima al campanile di una chiesa, la serenata sotto il palazzo del principe, le frequenti passeggiate lunga la spiaggia di Cefalù,..); qui più che in altre opere Bellocchio scivola verso l'immagine per l'immagine e si avvicina molto a Fellini (sopratutto nella processione serale sulla spiaggia, con le deboli candele che illuminano i volti).
E' insolito per lui anche il rinunciare a toni eccessivamente  polemici: tutto è smussato, reso leggero e sognante come in una favola (la promessa sposa è chiusa nell'alto monastero e Castellitto quasi principe azzurro,  corre a salvarla, mentre l'incontro con due "bravi" manzoniani rendono ardua l'impresa) .
Come se non bastasse, c'è anche un po' di thriller: il principe, che ha costretto sua figlia a sposare un pretendente ricco per coprire i suoi debiti, preannuncia che il matrimonio si muterà in funerale.

Alla fine  il regista ci lascia un finale aperto, mostrandoci più soluzioni fra loro incompatibili. E' un eccesso di intellettualismo che si sarebbe (e ci avrebbe) potuto risparmiare, aumentando le nostre non poche difficoltà a  comprendere il senso generale del film.

Bellocchio ha saputo darci immagini molto belle della Sicilia e i due protagonisti sono molto bravi.
Pecca però di presunzione quando costringe lo spettatore a presumere troppo.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale IL REGISTA DI MATRIMONI
Paese Italia/ Francia
Etichetta
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