KIKI – CONSEGNE A DOMICILIO
Kiki ha appena compiuto 13 anni e secondo le regole delle streghe, deve inforcare la sua scopa per fare apprendistato presso una città dove non ci sono altre “colleghe”. Saluta i genitori e inizia il viaggio finché decide di fermarsi in una città di mare. Qui incontra una simpatica panettiera che le offre alloggio ma non riesce a fare amicizia con altre ragazze della sua età perché lei è troppo mal vestita…
La giovane strega Kiki cerca di essere utile, con la sua attitudine a volare su di una scopa, agli abitanti di una città dove non è conosciuta. Un film di formazione, di amicizia e di solidarietà giovanile
Valori Educativi
La generosità di alcune persone che incontra e l’amicizia con una giovane pittrice saranno determinanti per la formazione della giovane Kiki
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Il film conferma l’incanto dei disegni dello Studio Ghibli e una sceneggiatura particolarmente valida nel descrivere i turbamenti di una adolescente
Cast & Crew
Regia
Hayao Miyazaki
Sceneggiatura
Hayao Miyazaki
Our Review
La Lucky Red ha deciso di regalarci, al ritmo di uno all’anno, i vecchi capolavori dello Studio Ghibli, diretti e sceneggiati direttamente da Hayao Miyazaki.
Con Kiki – consegne a domicilio-1989, non ritroviamo la passione totalizzante per il volo presente in Porco rosso-1992 o ne Il Castello del cielo-1986 (ma un dirigibile avrà una parte non secondaria verso la fine) né siamo trasportati in mondi di pura fantasia come era accaduto ne La città incantata- 2001 o Il castello errante di Howl -2004 (ma la giovane protagonista è pur sempre una strega). Ci troviamo piuttosto sul crinale di passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza e due ragazzi sono protagonisti di un racconto di formazione e di amicizia come era già accaduto ne Il mio vicino Totoro-1988, in Arrietty-2010 e ne La collina del papaveri – 2011.
Kiki ha tredici anni e secondo le regole delle streghe, è l’età giusta per iniziare l’anno di apprendistato; salutati quindi i suoi amati genitori e la sua deliziosa nonnina (come lo sono tutte le nonne nei film giapponesi, forse specchio di una cultura che rispetta particolarmente gli anziani, forse effetto dei film di Ozu) e inforca la sua scopa con ancora qualche incertezza nella guida per raggiungere una grande città, desiderosa di mostrarsi utile.
Una materna signora che gestisce con il marito una panetteria la ingaggia per le consegne a domicilio (ovviamente per via aerea) e le consente di sistemarsi in una stanza ricavata nel solaio del negozio, con una bellissima vista sull’oceano.
Sono tante le componenti che contribuiscono a realizzare quel fascino così particolare delle opere di Hayao Miyazaki. Sicuramente il disegno, in questo caso una città di fantasia a metà fra le salite di S. Francisco e la old town di Edimburgo, animata da auto d’epoca e dal vento fresco che proviene dal porto. La natura è poco distante, sempre presente nei suoi film: fitte boscaglie ma anche animali (in questo caso stormi di oche selvatiche compagne di viaggo di Kiki). Una natura saggia e benevola che alimenta l’atteggiamento contemplativo di Miyazaki , espressione di un senso di meraviglia che è quasi ossequio verso qualcosa di divino.
Il racconto si sviluppa lento e ciò potrebbe risultare poco gradito ai giovani ma anche questo aspetto concorre a costituire lo stile dell’autore, che ha bisogno di tempo per mostrare le emozioni e le più lievi mutazioni nell’animo dei protagonisti adolescenti.
Sono note di stile che fanno da supporto alla principlale dote di Miyazaki, vero esperto di umanità: raccontare in profondità l’animo di un adolescente, in questo caso della tredicenne Kiki.
Pochi tratti sono sufficienti per delineare le differenze fra i due protagonisti: Kiki è più riflessiva, incerta come tutte le adolescenti, sulla possibilità di essere considerata carina, sugli abiti da indossare, sul come trattare i ragazzi; Tombo invece è un ragazzo schietto fino ad apparire maldestro, facile all’entusiasmo e incapace di stare fermo.
Kiki oscilla fra lo slancio entusiasta e l’insicurezza paralizzante e in questa incertezza, secondo la metafora imbastita dal film, finisce per perdere la capacità di volare.
Come era già successo in Arrietty, in Ponyo sulla scogliera, ne La collina del papaveri, queste crisi di crescita non si superano da soli, ma con l’aiuto di un altro verso il quale si stabilisce un profondo senso di intesa e di amicizia. In questo caso sarà l’estrosa giovane pittrice che la ospita nella sua casa nella foresta a spingere Kiki a trovare il suo stile personale con cui affrontare la vita, allo stesso modo con cui anche lei aveva trovato la sua ispirazione artistica.
Mentre fluiscono i titoli di coda, vediamo il gatto Gigi (amico inseparabile di Kiki) e la sua gatta con tanti gattini, la padrona della pasticceria che si coccola il bambino appena nato, un finale che fa tornare inevitabilmente alla memoria quello, molto simile (ma in quel caso erano cuccioli di cane) , di un classico family-film della Walt Disney: Lilli e il vagabondo.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Majo no takkyûbin |
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Paese | GIAPPONE |
Etichetta | FamilyVerde |
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