AFTER LIFE (prima stagione)
In una tranquilla cittadina inglese vive Tony che dopo la morte improvvisa della moglie di cancro, cade in depressione. In certi momenti sente l’impulso al suicidio ma trova conforto nel prendersi cura del suo cane e nel vedere dei filmati confidenziali che gli ha lasciato la moglie. Per il resto continua a lavorare in un giornale locale che raccoglie banalissime cronache della vita di quel piccolo centro ma, partendo dal presupposto che per lui la vita non ha nessun valore, dice a tutti quello che pensa nel modo più brutale. Si comporta in questo modo nei confronti del cognato Matt che cerca invece di confortarlo, di un suo collega bonaccione, della melanconica segretaria Kath, del postino, della simpatica prostituta Roxy, del vagabondo triste che gli fornisce la droga. Solo quando va al cimitero ha piacere di intrattenersi con la vedova Anne, con la quale riflette sul senso da dare alla loro vita dopo che sono rimasti soli…
Tony ha perso la moglie, non riconosce altri beni per cui vivere ma trova gusto a tormentare gli altri con il proprio sarcasmo. Un lento cammino di trasformazione per comprendere che non siamo mai soli. su NETFLIX
Valori Educativi
Un uomo, che crede che tutto finisca con la morte e che non esistano valori condivisibili, finisce, dopo la morte della moglie che ha molto amato, per perdere ogni senso della vita e procurare del danno agli altri, con una tardiva e parziale conversione
Pubblico
18+Alcune tematiche come la tendenza al suicidio e l’utilizzo della droga come mezzo per stordirsi non sono adatte ai minori.
Giudizio Artistico
Cast & Crew
Our Review
Tony confida alla vedova e ormai sua amica Anne, mentre si trovano seduti sulla stessa panchina nella tranquillità del cimitero, che suo cognato vorrebbe che lui uscisse con una donna, vedova anch’essa. Anne lo trova riluttante e gli fa notare che forse quell’appuntamento potrebbe fare anche piacere a quella donna: “noi non siamo qui, su questa terra, solo per noi stessi”. Tony si allarma: “non credo in queste cose, non credo in Dio”. Anne lo tranquillizza: “neanch’io, sono tutte stupidaggini. Noi viviamo solo l’uno per l’altro. Noi dobbiamo aiutarci a vicenda fino alla morte e poi sarà finita”.
Molto spesso, quando si guarda un film o un serial TV, si fa fatica a cogliere il messaggio, la filosofia di vita che l’autore ci vuole trasmettere perché è nascosto, in modo discreto, nel flusso della storia. Non è così in questo caso. Il protagonista, regista e produttore Ricky Gervais inserisce a ogni puntata un dialogo che consenta di mettere a fuoco la sua visione del mondo. Il serial, almeno nella sua prima stagione, sembra prima di tutto un pamphlet ideologico mentre il resto della storia passa in secondo piano. Il protagonista è un ateo convinto (anche Gervais lo è nella realtà): in un episodio smonta le premesse razionali sull’esistenza di Dio, in un altro se la prende con un ragazzo che chiede un obolo per i ragazzi poveri perché ritiene che sia tutto una mistificazione. Il suo approccio alla vita è chiaro, come risulta da un’altra conversazione: si tratta di un carpe diem assoluto: “la vita è preziosa perché non puoi vederla di nuovo come un film; quando capisci che non vivrai per sempre è proprio quello che rende la nostra vita così magica. Bisogna fare tutto quello che si ama con passione”.
Il suo approccio, così soggettivo e nichilista, porta il suo comportamento a conseguenze estreme. E’ necessario a questo punto fare un po’ di spoiler: in un suo incontro con il vagabondo tossicodipendente, comprende che lui vuole solo stordirsi di droga per farla finita. Gli dà quindi i soldi necessari per comprarsi una buona dose e commenta: “non spenderli per mangiare”. Quando, il giorno dopo, viene a sapere che il vagabondo è morto di overdose, non è né dispiaciuto né meravigliato. Semplicemente ha riconosciuto il suo diritto a uccidersi e Tony lo ha aiutato in questo. Basterebbe questo episodio per smettere di guardare il resto della fiction.
Sul finale Gervais smorza i toni e approda a un concetto di somiglianza di beni. Non siamo più monadi non comunicanti in cerca di un proprio personalissimo bene e chiediamo al massimo agli altri aiuto per realizzare quello specifico nostro bene ma ci sono forti somiglianze nei beni che cerchiamo e si stabilisce in questo modo una forte empatia e collaborazione umana. In fondo quel bene che lo ha trasformato era già in lui ed era l’amore per sua moglie.. Era per lui un bene che definiva tutta la sua vita e la sua conversione inizia proprio quando si accorge che suo cognato rischia di perderlo: di colpo comprende che non è solo lui a soffrire ma altri possono esser colpiti dallo stesso male. “Userò da ora in poi il mio “superpotere” per il bene. Una brava persona che fa tutto ciò che desidera, in pratica fa anche del bene”: dichiara Tony. Bisogna stare attenti però: la sua visione è ancora relativa: non ci sono beni assoluti che rendono uguali tutti gli uomini e sono superiori agli uomini: ognuno resta arbitro insindacabile di ciò che è bene per lui. Ne è un esempio drammatico quello di aiutare il tossicodipendente a por fine alla propria vita. Lui, Tony, ha superato la depressione, l’altro no. Oguno è sovrano di se’ stesso.
Questo serial (arrivato alla seconda stagione ma si parla già di una terza) beneficia della presenza dello stesso Gervais come protagonista anche se a non tutti può piacere il suo umorismo sarcastico che consiste nel prendere in giro i comportamenti delle persone più semplici, quasi fosse lui un essere superiore. Molto belli i colloqui a tu per tu, a cuore aperto, che Tony ha con i vari protagonisti ma soprattutto con la vedova Anne (una magnifica Penelope Wilton) quando stanno seduti sulla stessa panchina del cimitero.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | After Life |
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Paese | U.K. |
Etichetta | Non classificato |
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