VENTO DI TERRA
Immerse nella luce gialla e sabbiosa di Napoli, le case popolari del quartiere di Secondigliano scorrono in una lunghissima e avvolgente panoramica. Un abbraccio a trecentosessanta gradi che si trasforma lentamente in una stretta mortale. La sequenza è lentissima, inesorabile come un destino già scritto.
Valori Educativi
Il lento e faticoso riscatto di un ragazzo dei quartieri poveri di Napoli che riesce a conservarsi onesto
Pubblico
14+Per la dura tematica trattata
Giudizio Artistico
Opera neorealista con attori non professionisti. La storia mostra difetti e fragilità strutturali
Cast & Crew
Produzione
Tilde Corsi e Gianni Romoli
Regia
Vincenzo Marra
Sceneggiatura
Vincenzo Marra
Our Review
E forse è già scritta la storia di Enzo Pacilli, chiusa negli angusti confini degli alveari di Secondigliano, schiacciata in un angolo della sovraffollata periferia napoletana, dove ogni giorno non si lotta per il benessere, ma per la sopravvivenza. Enzo ha solo sedici anni, ma il suo sguardo tradisce una malinconia precoce, quella di chi si è già scoperto impotente di fronte a eventi più grandi di lui: la casa sotto sfratto, poi la morte straziante e improvvisa del padre, il conseguente crollo psichico della madre, l’ansia di fuga della sorella, che pur di lavorare finisce vittima delle attenzioni morbose dello zio…
Cosa succede se una catena di disgrazie si abbatte sulle spalle di una persona “senza paracadute”, che non può contare su nessuno, se non su se stesso? Su questa domanda il giovane regista napoletano Vincenzo Marra ha costruito la sua opera seconda: ancora una storia di ordinaria sopravvivenza, ancora un film di chiara impronta “neorealista” dopo il premiato Tornando a casa, che esplorava un altro durissimo quotidiano, quello di un gruppo di pescatori di contrabbando.
Questa volta Marra si cala nel paesaggio urbano degradato della sua città, un orizzonte che sembra irrimediabilmente chiuso e senza punti di fuga. Il suo occhio è rispettoso: i personaggi, quasi tutti attori non professionisti, reclutati nei quartieri periferici di Napoli, parlano in dialetto stretto e si muovono in luoghi reali.
Sullo sfondo di una realtà completamente ostile, destinata a una inarrestabile caduta verso il basso, Marra concentra l’unica pulsione di vita nel bel personaggio di Enzo, che, armato solo della propria onestà, lotta per conservare la propria dignità e quella dei suoi famigliari.
È una lotta fatta di alternative radicali e scelte drammatiche. Dopo la morte del padre, sopraffatto dalle difficoltà che travolgono la sua famiglia, Enzo si lascia coinvolgere in un furto. Ma subito il disgusto per quello che ha fatto gli diviene insopportabile, e mentre si confida tra le lacrime con un amico del padre, esplode in una toccante richiesta di aiuto: “Voglio cambiare”.
E per “cambiare”, cioè guadagnarsi da vivere onestamente, Enzo ha praticamente una sola possibilità, arruolarsi nell’esercito. Una realtà non meno dura di quella che ha abbandonato, abbracciata non certo per credo personale, ma per pura necessità.
Il percorso dai palazzoni di periferia ai corridoi lividi della caserma appare naturale, quasi obbligato, a sottolineare la contiguità tra due territori che sono appannaggio del medesimo sottobosco sociale. Eppure quella caserma, dove la vita scorre così faticosa e grigia, scandita da rituali assurdi, diventa la strada del riscatto per Enzo: l’unico modo per garantire a se stesso e ai suoi cari la possibilità di vivere una vita dignitosa, senza tradire la propria coscienza.
Enzo non si tira indietro di fronte al sacrificio, e pur di ottenere il trasferimento a Napoli per stare accanto a sua madre, caduta in una forte crisi depressiva, si offre volontario per il Kosovo.
Quando, dopo due anni, lo vediamo finalmente tornato a casa, sereno accanto a sua madre, e poi in motorino in compagnia di una bella ragazza, felice, al centro di una famiglia che è rinata dalle proprie ceneri grazie alla sua limpida determinazione, finalmente respiriamo. Pensiamo che Enzo ce l’ha fatta. Ci ha dimostrato che quella catena poteva essere spezzata, che il suo destino non era già scritto. Si è riappropriato della sua vita, restando fedele a se stesso, lottando per difendere il bene che gli era rimasto.
Purtroppo però, il film non finisce qui: un’ultima tragedia è ancora in agguato. La missione in Kosovo ha lasciato a Enzo una triste eredità, ma forse qualcuno finalmente si prenderà carico di questa ennesima ingiustizia….
Giocato su uno stile asciutto e scarnificato, che fa dell’essenzialità la sua arma emotiva, Vento di terra è un film capace di commuovere. Rifiutando facili sentimentalismi e parole di troppo, Marra racconta la sua storia soprattutto attraverso i silenzi, gli sguardi, i luoghi.
Spesso questa si rivela una scelta espressivamente efficace, ma non sufficiente a coprire le debolezze di una struttura drammaturgica che non convince fino in fondo. Più che sulla progressione, il film è costruito sulla reiterazione degli eventi: un susseguirsi di disgrazie, di fronte alle quali il protagonista può solo cercare di reagire, fino alla batosta finale, che appare un po’ gratuita e non adeguatamente approfondita nei suoi intenti di “denuncia”.
Il minimalismo di Marra, insomma, rischia di risultare non solo una precisa scelta stilistica ma anche il riflesso involontario della povertà drammaturgica alla base della storia. Attorno alla bella figura del protagonista, si muovono personaggi troppo esili e non sempre adeguatamente approfonditi (che fine fa, ad esempio, l’amico del padre di Enzo, che dopo avergli offerto il suo aiuto sparisce del tutto?), probabilmente penalizzati anche dall’interpretazione di attori non professionisti.
Spesso si ha l’impressione che le scene potevano essere “riempite” meglio, e meglio articolate tra di loro. Questi difetti strutturali tolgono respiro e universalità alla storia, il cui schema si riduce a quello di un “innocente” investito da una serie casuale e terribile di tragedie. Ci commuove, ci indigna, ma in fondo non ci interroga: usciamo dal cinema annichiliti, ma non cambiati. Forse anche perché, di fronte a una visione della vita così tetra e senza speranza, qualcosa dentro di noi si ribella.
Autore: Chiara Toffoletto
Details of Movie
Titolo Originale | VENTO DI TERRA |
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Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
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