SOGNI E DELITTI

Ian e Terry provengono da una modesta famiglia che gestisce un ristorante nei sobborghi di Londra. Entrambi cercano qualche soluzione rapida per risolvere i loro problemi (Ian ha un grosso debito di gioco) o per materializzare i loro sogni (Terry vuol diventare un investitore nella ristorazione). Grande quindi è la loro sorpresa quando, rivolgendosi al ricco zio Howard come a colui che potrebbe risolvere i loro problemi, si ritrovano di fronte alla controfferta di uccidere un testimone scomodo...

Valori Educativi



Woody Allen insiste nella sua visione di un mondo dominato da un fato imprevedibile e di una umanità che si muove solo in base a logiche utilitaristiche

Pubblico

14+

Per la cupa visione del mondo che viene presentata

Giudizio Artistico



Ottima recitazione dei due protagonisti. Buon ritmo nella regia di Woody. La storia manca però del guizzo di originalità a cui ci ha abituati l'autore

Cast & Crew

Our Review

Ancora il fato cieco, ancora un delitto.
Dopo Match Point (2005), Woody Allen torna a raccontarci una cupa storia di morte. Se nel primo il protagonista organizza l'uccisione di una ragazza che era diventata di intralcio per la sua ascesa sociale, qui due fratelli hanno l'opportunità, uccidendo una persona a loro sconosciuta, di conquistarsi quel benessere materiale a cui anelano spasmodicamente. 

Ma se nel primo i rimorsi di coscienza sono poco avvertiti, qui i  due fratelli restano a lungo oscillanti, sopratutto Ian,  sulla decisione da prendersi e dopo, quando il fatto è avvenuto, su come comportarsi. La naturale riluttanza a uccidere un uomo viene  ricacciata indietro in nome di un vuoto di senso della nostra vita, dell'incapacità di trovarvi una legge divina o naturale che sia, per comportarsi in modo etico; esiste solo un fato crudele che ci avvolge. "Tutta la vita umana è fatta di violenza – dice Terry a Ian per cercare di rimuovere il suo rimorso – viviamo in un mondo crudele. Tu ti sei trovato faccia a faccia con la tua natura umana" Woody non fa mistero di ispirarsi alla tragedia greca; dopo La dea dell'amore (1995) e Match Point (2005), è la terza volta  che il riferimento è esplicito: in questo caso si cita la Medea di Euripide.
Il racconto non si svolge nei palazzi della high society inglese ma alla periferia di Londra dove una modesta famiglia, un padre, una madre e due figli grandi  vivono degli introiti di un piccolo ristorante. Il figlio Ian fa il meccanico, ha una fidanzata premurosa con cui convive ma il vizio del gioco lo corrode. Terry aiuta blandamente il padre nel ristorante ma sogna un mondo che non è il suo, un mondo dove possa fare facili investimenti in nuovi alberghi in varie parti del mondo. L'incontro casuale con un'attrice di teatro, durante una gita dove si trova al volante di una Jaguar in prestito, gli consente di impostare questa nuova relazione al livello dei suoi sogni.

Entrambi hanno il gusto di andare oltre i loro limiti, di giocare temerariamente al rialzo ("Il vero brivido è sapere che manca una sola carta per rimanere a secco" racconta Ian al fratello).

Quando hanno un incontro riservato con il ricco zio Howard  (investe in cliniche per cure estetiche in giro per il mondo) sperando di trovare in lui la soluzione ai loro problemi, grande è il disappunto quando scoprono  che anche lui ha fatto un passo oltre  il limite e rischia di andare in prigione per la denuncia di un collaboratore.  "Non si costruisce quello che io ho costruito agendo sempre secondo le norme" racconta Howard, appoggiandosi a una logica utilitaristica. La sua proposta quindi  ai due fratelli di uccidere  l'incomodo testimone non appare più come qualcosa di mostruoso, ma un alzare la posta per un gioco sempre più rischioso.

"E se esistesse Dio?" chiede Ian. "Quale dio?" Risponde Terry. I due fratelli si interrogano saltuariamente sul punto chiave che illuminerebbe, in modo lineare e definitivo il loro comportamento, ma riescono sempre a evitare la risposta. "Prima era prima e adesso è adesso": i due giovani cercano di sottrarsi alla logica della causa ed effetto, del comportamento coerente, atomizzando il tempo, dando  ad ogni atto il suo significato a se stante .

Nel momento in cui Ian entra in crisi, quando percepisce, al di la di ogni autogiustificazione, che è stato superato un limite che non andava valicato, che "è l'ordine delle cose che è andato fuori asse"  ci troviamo nel pieno dell' Hybris del pensiero greco, dell'idea del superamento del giusto, della rottura di un'armonia universale.

Ottima la recitazione di Ewan McGregor e Colin Farrell. Quest'ultimo in particolare è riuscito molto bene a immedesimarsi nella parte di un meccanico un po' rozzo, quasi stupido, ma tormentato nella coscienza.  Woody Allen poi non tradisce mai sia nella sceneggiatura che nella regia, dando al racconto un buon ritmo con colpi di scena posizionati al momento giusto.

Resta complessivamente un film poco originale, una sorta di ripasso, di approfondimento dei temi già affrontati con Match Point. Un lavoro fatto con buon mestiere ma senza molta ispirazione.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Cassandra's Dream
Paese Gran Bretagna/ USA
Etichetta
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