Torino, settembre 1980. Emma, laureanda in matematica, lavora alla FIAT e di recente è stata trasferita nell'ufficio dell'ing. Silvio (che in realtà è il suo fidanzato). Una laurea e un matrimonio di prestigio costituiscono un giusto riscatto per il padre, operaio immigrato della prima ora, che ha sempre lavorato pensando solo alla famiglia senza farsi coinvolgere nelle lotte sindacali. Grande quindi è la sua delusione quando scopre che Emma ha deciso di andare a convivere con Sergio, un operaio che partecipa attivamente agli scioperi indetti dal sindacato l'indomani dell'annuncio del licenziamento di 14.000 operai...
Dublino, 1988. David e Mark, amici inseparabili, fotoreporter professionisti, salutano le loro mogli prima di partire per le zone di guerra del Kurdistan. Arrivati in un campo di guerriglieri curdi, assistono all'arrivo dei feriti in un ospedale improvvisato fra le rocce. L'unico dottore presente cerca di curare i feriti come può ma quelli troppo malati e sofferenti vengono soppressi con un colpo di pistola. Dopo un mese Mark torna a casa alquanto mal ridotto ma di David non c'è traccia; probabilmente sta tornando per un'altra strada. Mark non riesce a riprendersi e la moglie previdente lo affida alle cure di suo nonno, un valente psichiatra: probabilmente Mark porta dentro di se un terribile segreto...
Soheila è un’infermiera che non trova nel lavoro quell’ equilibrio che è necessario per dare serenità ai suoi pazienti: la sua vita privata infatti si è spenta da quando deve vivere in casa con un marito, di professione ginecologo, che continua a tradirla. Azar ha bisogno di lavorare e riesce ad essere assunta come segretaria dallo stesso ginecologo marito di Soheila; i soldi le servono per recuperare una certa indipendenza visto che sta per divorziare dal marito, che ha trovato come amante una donna già divorziata. Masha è una giovane studentessa universitaria innamorata di un suo compagno, ma grande è la sua delusione quando scopre che lui la tradisce con una compagna del suo stesso college…
Angie non è molto fortunata nel lavoro e la sua vita familiare è alquanto dissestata, con un ragazzo da allevare e un padre che non si è più fatto vedere. Ma crede di saper far bene una cosa: il collocamento di manodopera immigrata nelle tante fabbriche che operano intorno a Londra. Ha decisione e grinta da vendere e avvia quindi un'agenzia di collocamento assieme a una sua amica. Ma le cose non sono così facili come aveva sperato...
Jamie è un giovane che di mestiere fa il rappresentante farmaceutico con spregiudicatezza e intraprendenza ma a tempo pieno si dedica a sedurre ragazze, a volte per suo piacere, a volte per ricavarne un profitto professionale. Maggie è una giovane artista, afflitta precocemente dal morbo di Parkinson. Forse è per questo motivo che accetta con disinvoltura nuove relazioni sessuali: vuole evitare qualsiasi forma di legame duraturo perché sa che il suo stato peggiorerà e non vuole essere di peso a nessuno..
Chris Kyle, texano di nascita, cresciuto dal padre per essere un buon cristiano e un buon patriota, all’indomani degli attentati nelle ambasciate Usa di Kenya e Tanzania si arruola nei Navy Seals e grazie alla sua mira straordinaria entra nel corpo scelto dei cecchini che proteggono i movimenti delle truppe americane di stanza in Iraq. Nell’arco di quattro missioni e oltre mille giorni al fronte diventa il tiratore più micidiale dell’esercito americano, un eroe e una leggenda per i suoi, un obiettivo privilegiato per i nemici. Tanta violenza, compiuta e subita, lascia il segno e il matrimonio di Chris con Taya viene messo a dura prova finché Chris troverà un altro modo di servire il suo paese e i suoi compagni d’arme, ma la sua generosità finirà per costargli la vita.
Piombino. Anna e Francesca, amiche inseparabili, sono due adolescentidi quattordici anni che vivono nelle case popolari sullo sfondo delle acciaierie che danno lavoro e disperazione a mezza città. Provengono da situazioni familiari disastrate (una ha in padre in carcere, l’altro è un violento) e in balia di loro stesse finiscono per fare scelte sbagliate o frettolose. Solo Alessio, il fratello di Anna, non disprezza di fare l’operaio nell’acciaieria e non cerca di fuggire da Piombino…
L’occasione per una rievocazione obiettiva degli eventi del 1980 viene persa a vantaggio della nostalgia per una rivoluzione che poteva esserci e non c’è stata
Pubblico
14+
Due coppie di giovani decidono di convivere. E’ necessaria una certa maturità e preparazione per analizzare criticamente quanto ci viene presentato
Giudizio Artistico
Il valore didattico-simbolico assegnato ai protagonisti della vicenda li rende scarsamente reali
L’idea di fondo del film era interessante:raccontare, sopratutto alle nuove generazioni che non l’hanno vissuto direttamente, quel passaggio nodale per la storia del nostro paese che furono i 35 giorni dell’80 che videro un braccio di ferro fa la FIAT, decisa a licenziare fino a 24.000 operai e gli operai che avviarono uno sciopero ad oltranza. I temi in ballo furono tanti: la nostra grande società automobilistica impegnata a superare la sua più grave crisi strutturale; il sospetto che il gesto violento del licenziamento di massa fosse ispirato alla volontà di riacquisire il controllo della fabbrica dopo che negli anni ’70 i sindacati avevano conseguito importanti miglioramenti (ma anche eccessivi livellamenti salariali) del tenore di vita degli operai; il rischio che i gruppi rivoluzionari approfittassero della situazione per innescare una destabilizzazione del paese; la decisa presa di posizione del PCI (la famosa visita di Berlinguer agli scioperanti davanti ai cancelli di Mirafiori) a sostegno dei lavoratori; la sintonia d’intenti fra gli studenti e la classe lavoratrice; la marcia dei 40.000 quadri intermedi, per la prima volta nella nostra storia, per reclamare il ritorno alla normalità; infine il compromesso accettato dalle tre confederazioni ma contestato dalla base e l’inizio, da quel momento, di una tendenza di riflusso che vide un diminuzione progressiva dell’influenza dei sindacati, minor interesse dei giovani verso l’impegno politico per un loro ripiegamento su tematiche individualiste.
La soluzione adottata dalla regista è quella di porsi a cavallo del documentario (molte sequenze sono tratte da filmati d’epoca) e il romanzo popolare, dove le storie private dei componenti di una famiglia operaia vengono travolte dagli eventi esterni. Se il metodo è consueto, adottato con frequenza nelle rievocazioni televisive, la forma scelta è particolare: i protagonisti appaiono scopertamente degli archetipi, dei simboli delle forze in lotta: l’ing. Silvio rappresenta la dirigenza conservatrice; il padre di Emma l’immigrato meridionale di prima generazione, arrivato a Torino per seguire il mito del posto fisso e tendenzialmente crumiro; Sergio, il giovane sindacalista pronto alla rivoluzione; solo Emma, il personaggio meno riuscito, mostra una evoluzione nel suo atteggiamento, frutto più di volubilità che di maturazione, forse simbolo dell’opinione pubblica dell’epoca: passa dalle posizioni conservatrici del padre alle istanze rivoluzionarie del suo amante per poi ripiegare sul compromesso, quando tutto ritorna alla normalità. Il vedere sempre, in filigrana, nella storia privata dei protagonisti, un simbolo sotteso, costituisce la parte più debole del film, sopratutto se la confrontiamo con altri ritratti di operai “veri” come nei film di Ken Loach. Gli attori, tutti bravi “in potenza” sono costretti a volte ad alcuni passaggi difficili da comprendere (come fa Emma, innamorata del suo fidanzato, con una relazione che non denota alcun segno di crisi, a diventare in poco tempo l’amante di Sergio? Come fa Antonio, l’amico di Sergio, tossicodipendente e gravemente depresso, appena riesce ad avere una relazione sentimentale, a recuperare una vita normale fino a desiderare di avere 1000 bambini?).
Il ripercorrere quegli eventi a distanza di più di 25 anni poteva essere l’occasione per una loro ricostruzione serena ed obiettiva; al contrario il film (sintomatiche sono le didascalie finali) non nasconde il suo rammarico per una rivoluzione mancata, rei quei 40.000 pantofolai, amanti della vita tranquilla che manifestarono per il ritorno alla normalità facendo il gioco dei padroni. Naturalmente la storia vera è più complessa: se all’annuncio del licenziamento dei 14.000 operai si era generata verso di loro un’ampia solidarietà non solo da parte della città di Torino, ma dell’intero paese, la decisione di continuare a bloccare i cancelli anche quando la FIAT aveva annullato i licenziamenti a favore di una cassa integrazione a rotazione per 23.000 operai (decisione contrastata anche all’interno del sindacato, come racconta Piero Fassino nel suo libro di memorie: Per passione) aveva innescato una progressiva perdita di consenso. Una frase ambigua detta da Berlinguer davanti ai cancelli della FIAT era inoltre rimbalzata sui giornali del paese come volontà del PCI di sostenere i lavoratori anche in caso di occupazione delle fabbriche e aveva contribuito al determinarsi, in una Italia ancora sotto scacco dalle azioni delle Brigate Rosse e dalle turbative dei movimenti extraparlantari, una controreazione che spinse la maggioranza silenziosa a scendere in piazza.
Ultima annotazione antistorica: il racconto di Emma che va a convivere con Sergio è poco realistica se riferita in particolare a una solida famiglia dell’epoca di origine meridionale; agli inizi degli anni ’80 la famiglia non era ancora sotto la pressione di forze disgregatrici come lo è oggi.
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