SHANTARAM
In prigione a causa di un furto, il protagonista Roberts riesce a evadere e a trasferirsi sotto falso nome, a Bombay. In cerca di redenzione, esercita il suo mestiere di paramedico fra gli abitanti di uno slum ma allaccia anche pericolose alleanze con il boss del posto. Un racconto di avventure esotiche con protagonisti che filosofeggiano sul senso da dare alla propria vita. Su Apple TV
Australia, anni ’80. Il giovane Roberts è un eroinomane che per ottenere i soldi che gli servono si è unito a una banda di svaligiatori. Arrestato dopo un colpo fallito in banca durante il quale un poliziotto è rimasto ucciso, Roberts viene imprigionato ma si rifiuta di fare il nome del compagno che ha commesso l’omicidio. Sottoposto a vari tipi di torture, dopo due anni riesce ad evadere e con un passaporto falso raggiunge Bombay. Qui conosce Prabhu, un tassista indiano che diventa ben presto il suo migliore amico e vivono entrambi in uno slum di poveri emarginati. Roberts, che dai nativi viene ora chiamato Lin, con il suo diploma di paramedico, riesce a rendersi utile cercando di curare i malati della baraccopoli. Frequenta anche il Cafe Reynaldo dove incontra altri bianchi immigrati, ognuno con un passato da dimenticare e una fortuna da costruire: la magnifica ma misteriosa Karla, la fragile Lisa che esercita la prostituzione e altri potenti boss locali con i loro luogotenenti, impegnati nel traffico della droga, del contrabbando o in speculazioni edilizie. Fra questi spicca Khader Khan, un boss-filosofo, abile nel mescolare il bene con il male e dal quale Roberts riceve una protezione interessata….
Valori Educativi
Fuggito dal carcere, il protagonista cerca la redenzione aiutando i poveri di una baraccopoli. Un racconto sempre in equilibrio instabile fra il bene e il male, fra generosità e opportunismo
Pubblico
14+Scene di pestaggi e torture. Spaccio di droga e pratica della prostituzione con scene di nudo
Giudizio Artistico
Dopo una efficace contestualizzazione nella realtà povera e violenta di Bombay e la presentazione dei protagonisti, il racconto avanza con una certa ripetitività e sembra di non trovare il suo centro di gravità
Cast & Crew
Charlie Hunnam
Alexander Siddig
Our Review
Il poderoso (900 pagine) romanzo Shantaram di Gregory David Roberts, venduto in sei milioni di copie è diventato ora un serial originale di Apple TV in dodici puntate e forse altre stagioni seguiranno.
È il racconto romanzato della vita dell’autore, realmente fuggito di prigione, realmente vissuto, fra molte avventure a Bombay per poi finire coinvolto nella guerra in Afghanistan
C’è un retrogusto classico in questo racconto di avventure esotiche, di europei nell’estremo oriente, che invita a rievocare tante pagine del colonialista Rudyard Kipling o di Joseph Conrad. Al Café Reynaldo, dove la polizia prezzolata evita prudentemente di entrare, si incontrano, oltre al protagonista, l’australiano Roberts, la svizzera Karla, l’italiano Maurizio, l’americana Lisa, il francese Didier. Ognuno di loro ha “affari” da sbrigare in Bombay, che vanno dal traffico di droga, alla gestione della prostituzione alla stampa di passaporti falsi.
L’autore è voluto ritornare a uno stile un po’ colonialista, in particolare inglese, secondo lo stile di Kipling? Si e no. In questo serial predomina l’ambientazione indiana, con i suoi antichi palazzi, i suoi mercati e i suoi slum. Se c’è un personaggio ben riuscito è proprio quello di Prabhu, l’amico indiano di Lin: onesto, sincero e di gran cuore. Ma alla fine, i bianchi hanno qualcosa di superiore da mostrare in questo contesto indiano: a Bombay ci sono le baraccopoli, non c’è assistenza sanitaria se non a pagamento e Lin, che nel suo paese ha potuto completare gli studi da paramedico, può aiutare tutta quella povera gente.
“Ci sono voluti anni e qualche dura prova per imparare cosa sono l’amore, il destino e la redenzione”. Così esordisce, nella prima puntata, il protagonista. Con un tono un po’ enfatico dichiara di aver scoperto, attraverso le sue vicissitudini, modestia a parte, tutto ciò che conta nella vita. E’ questa un’altra caratteristica di questo serial: i protagonisti non hanno un linguaggio diretto, neorealista, orientato a risolvere il problema del momento: ogni occasione è buona per sparare un po’ di pillole di aulica saggezza.
“Non avevo scelta, mi avrebbero ucciso”: è la frase che pronuncia Robert appena uscito di prigione di fronte al suo maestro e amico. “Le scelte sono tutto ciò che abbiamo”: è la risposta, e il maestro incalza: “non puoi scappare ma solo correre verso qualcosa, verso la persona che vuoi essere”.
Arrivato a Bombay, si incontra con Karla che ha da dire la sua: “la vita è una scialuppa di salvataggio troppo affollata: bisogna rinunciare all’orgoglio per restare a galla”.
L’apoteosi si raggiunge nel dialogo fra Lin e il boss-filosofo Khader Khan, seguace di un sincretismo un po’ allucinato: “Niente esiste come lo vediamo; i nostri occhi mentono. Tutto ciò che sembra reale è parte di un’illusione; il sano di mente è solo un uomo che mente meglio di un pazzo”. Per fortuna Lin gli risponde con realismo molto occidentale. “ Io so che cosa sono, che cosa ho fatto e cosa devo”.
Un altro aspetto che caratterizza questo lavoro è una neanche troppo nascosta tendenza al divismo: Lin (interpretato da Charlie Hunnman) è molto atletico e ogni occasione è buona per mostrarsi, a beneficio delle spettatrici, senza camicia; per il beneficio degli spettatori invece, ci sono le due belle Karla (Antonia Desplat) e Lisa (Elektra Kilbey). Quest’ultima, di mestiere escort, si mostra in alcune circostanze senza veli.
Una volta definiti i principali protagonisti, il serial avanza raccontando le loro peripezie che comportano restare in perenne conflitto esistenziale fra ciò che vorrebbero essere e la dura realtà del loro ambiente, che comporta necessariamente associarsi a uno o a un altro boss della zona.
In questo contesto riaffiora più volte la tematica del relativismo etico: se un affittuario è bistrattato dal padrone di casa e le forze dell’ordine non se ne curano, è lecito chiamare in causa il boss Khader Khan perché lo “renda più ragionevole?”. Se Lin si è assunto il compito di curare i malati dello slum ma non ci sono medicine, è lecito ricorrere ai contrabbandieri dei medicinali? “Chi sceglie quali leggi far rispettare e quali no?” è la domanda sibillina che formula Lin. La risposta di Khader Khan è alquanto metafisica: “Alla fine, indipendentemente dalle leggi e chi le sceglie, ogni persona, ogni atomo di ogni galassia, in ogni universo, si muove verso Dio”.
In conclusione questo serial è un racconto di avventure esotiche con caratterizzazioni molto particolari che possono piacere oppure no. Tutti i bravi gli interpreti indiani, in particolare Shubham Saraf che interpreta Prabhu, interessato solo a fare il bene degli abitanti della baraccopoli. Gli europei (non solo Lin ma anche Lisa e Karla) sono rappresentanti di un occidente decadente, sempre in cerca di se stessi senza mai riuscire a trovarlo.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | USA |
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Titolo Originale | Shantaram |
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