PIENA DI GRAZIA – LA STORIA DI MARIA LA MADRE DI GESU’
Sono passati dieci anni da quando Gesù è salito al cielo. Pietro è riunito assieme agli altri apostoli, perché debbono prendere importanti decisioni. I seguaci della nuova fede continuano a crescere ma occorre decidere se anche i fedeli di origine pagana debbono seguire la legge e le tradizioni del popolo ebraico o se si possono limitare al battesimo cristiano. C’è il rischio che nascano delle divisioni all’interno della comunità e Pietro è incerto, ha bisogno di riflettere. Nel frattempo arriva una messaggera: Maria chiede la presenza di Pietro perché sente che a fine è vicina. Pietro lascia l’assemblea e si avvia alla casa di Maria: lei saprà sicuramente consigliarlo e incoraggiarlo
Dieci anni dopo la resurrezione di Gesù, Maria sente che i suoi giorni stanno per finire e chiama a sé Pietro. Il film risalta molto bene la figura di Maria come madre della Chiesa nascente in una confezione essenziale, che punta tutto sui dialoghi
JUSTIN BELL PRODUCTIONS
IN COLLABORAZIONE CON OUTSIDE DA BOX
REKON PRODUCTIONS
Valori Educativi
Molto bella la figura di Maria, ora madre anche della chiesa nascente, in grado di incoraggiare e sostenere
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Un film essenziale, fatto di poche ambientazioni e pochi personaggi; ha vinto, come migliore sceneggiatura l’edizione 2016 di Mirabile Dictu, il film festival internazionale cattolico
Cast & Crew
Produzione
JUSTIN BELL PRODUCTIONS
IN COLLABORAZIONE CON OUTSIDE DA BOX
REKON PRODUCTIONS
Regia
Andrew Hyatt
Sceneggiatura
Andrew Hyatt
Our Review
“Vai a chiamare Pietro, è tempo”, dice Maria a Zara, alla ragazza che la sta accudendo nella vecchiaia. Come chiude l’esistenza terrena chi è la madre di Cristo, l’ha visto piccolo e fragile, lo ha contemplato nella sua missione pubblica, ha sofferto accanto a Lui nella sua morte in croce, fino alla definitiva conferma della sua speranza, quando ha avuto la notizia della Sua resurrezione gloriosa e ha partecipato alla nascita della Chiesa nel giorno di Pentecoste? E’ la sfida con cui si è misurato il regista e sceneggiatore Andrew Hyatt, con un film minino, basato su una scenografia scarna, tutto incentrato sul dialogo fra Maria e Pietro e alla fine con gli altri apostoli.
Eccola, quindi, Maria non più giovane, che passeggia lungo un sentiero pietroso, sostenendosi al braccio di Pietro: un’occasione propizia per rievocare insieme i momenti passati con Lui ma anche per parlare dello smarrimento che ha colpito Pietro, incerto su dove dirigere la Chiesa nascente.
Maria è madre e come tale si comporta anche adesso: non interviene nel merito delle discussioni all’interno di una Chiesa ancora fragile ma desidera che Pietro sia unita a lei nell’ascolto di Gesù: “Nel silenzio lui mi chiama ancora. Dove sei quando ti chiama? Lui ti cerca. Quando senti la sua voce?” “In mare, quando sono da solo a pescare” risponde Pietro, rivelando anche lui un atteggiamento contemplativo, convinto che le risposte alle sue domande non verranno da dentro di se ma fuori da se, da qualcun’ Altro. Ma lo scoramento di Pietro continua, non pensava che una volta rimasti senza di Lui, sarebbero arrivate così presto tante incomprensioni fra di loro: “vivevano con la verità nel cuore, ora invece cercano di vivere con la verità nella testa”. E’ Maria stessa che si impegna a riportarlo all’essenza del problema: “voi credete che i dubbi e le paure siano soltanto vostre? La domanda piuttosto è: chi ci aiuterà ad affrontare queste difficoltà? Niente è impossibile a Dio”. Verso la fine del film, quando tutti gli apostoli si sono riuniti intorno a Maria, sarà ancora lei a incoraggiarli e a promettere che sarà al loro fianco fino alla fine dei giorni.
Si può dire che il racconto non ha evoluzioni significative ma è tutto un colloquio o meglio si tratta di riflessioni intime condivise, in un’ambientazione “sospesa” fatta di primi piani, silenzi, sorrisi, con uno stile che si avvicina in qualche modo a Terrence Malick, anche se manca lo stesso gusto per la meraviglia e l’aprirsi ai grandi spazi. Andrew Hyatt punta piuttosto sull’austerità delle ambientazioni, concentrandosi sul sottotraccia di umori, di feeling, che si percepisce attraverso i dialoghi. La figura di Maria risalta molto bene, esprime la serenità di chi non ha nulla da temere, neanche la morte. Meno convincente quella di Pietro, nelle sue incertezze irrisolte a lungo, proprio da colui che sicuramente sapeva come e quando pregare nei momenti più difficili.
Il film, per il suo stile “alto, il suo simbolismo mistico, non ha delle caratteristiche che lo possano rendere apprezzabile da un vasto pubblico, né adatto a una catechesi per ragazzi.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Full of Grace |
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Paese | USA |
Etichetta | FamilyOro |
Daniela Lipparini
Essenziale, quasi scarno ma profondo. Più che un film, una meditazione, una catechesi (per adulti) consigliato ai credenti.
Può fare commuovere e anche piangere se poi ci si sofferma a riflettere sulle varie frasi e domande rapportandole alla propria storia ed esperienza di fede.
Essenziale, quasi scarno ma profondo. Più che un film, una meditazione, una catechesi (per adulti) consigliato ai credenti.
Può fare commuovere e anche piangere se poi ci si sofferma a riflettere sulle varie frasi e domande rapportandole alla propria storia ed esperienza di fede.