PARENTHOOD – Prima stagione

201054' a puntata 14+  

Il nonno Zerek Bravermann e la moglie Camille accolgono in casa la figlia Sarah, divorziata dal marito con i suoi due figli (Amber, una adolescente irrequieta e Dew, un ragazzo silenzioso e melanconico). Vicino a loro abita il figlio maggiore : Adam, che assieme alla moglie Kristina sono molto impegnati a seguire il loro piccolo Max, affetto da una forma di autismo mentre la figlia più grande Haddie, si sente trascurata dai genitori. Zerek e Camille hanno altri due figli: Julia, una avvocatessa in carriera (per questo il marito Joel fa il casalingo in modo da potersi prendere cura della loro piccola Sydney) e Crosby, un giovane che lavora nel campo musicale e che è allergico al matrimonio, salvo scoprire di avere ora un figlio di 5 anni avuto da una precedente relazione con la ballerina Jasmine…

Due nonni, quattro figli e cinque nipoti. Ritratto di una famiglia affiatata e solidale. Una certa disinvoltura nei comportamenti sessuali


Valori Educativi



Una famiglia di quattro figli ormai grandi sa essere sempre solidale con chi ha un problema. Un certa disinvoltura nei comportamenti sessuali

Pubblico

14+

Per alcune tematiche complesse come l’inseminazione artificiale

Giudizio Artistico



Gli attori sono simpatici ma la sceneggiatura sembra soprattutto preoccupata di riempire le puntate di eventi che possano mantenere impegnati tutti i protagonisti

Cast & Crew

Our Review

Ci siamo sempre interessati su Familycinematv dei serial Tv in formato  family drama e non potevamo quindi non recensire Parenthood, la serie ideata da Jason Katims e ispirata all'omonimo film del1989 diretto da Ron Howard.

La serie fu trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC nel  marzo 2010. In Italia, dopo aver esordito su Mediaset Premium   verrà  trasmessa  sul Canale Mya la quarta stagione  dal 23 settembre 2013 mentre nello stesso mese in U.S.A. inizierà la quinta stagione.

Una serie che ha successo quindi e come si può vedere già nella trama, si tratta di una grande famiglia: i due capostipiti hanno quattro figli e cinque nipoti. Qualcosa di simile si è visto in Brother & Sisters –  segreti di famiglia dove i figli erano cinque ma l’approccio alla famiglia era completamente diverso. Se in questo  serial di Jon Robin Baitz si è voluto costruire un campionario di “temi nuovi”, dai matrimoni gay  all’omogenitorialità, al l’inseminazione artificiale e alla maternità surrogata, al l’eutanasia e al fin di vita, Parenthood va più sul “classico”: tradimenti fra coniugi, “la prima volta” delle figlie adolescenti e uso di erba.

Parenthood dà inoltre molti punti a Brothers & Sisters in termini di solidarietà: di fronte ai maremoti, siano essi  di tipo affettivo, finanziario o educativo che sconvolgono ad ogni puntata uno o più dei componenti della famiglia, alla fine le onde tornano ad acquietarsi e tutto viene risolto grazie all’affetto e al sostegno che ognuno sa dare all’altro nel bisogno

In primo piano (in ciò bisogna dare atto dell’originalità della serie) ci sono i problemi educativi dei figli.  Adam e Kristina hanno un bambino che manifesta una forma di autismo; dopo un momento di scoraggiamento (“ti prego, non farmi affrontare questa cosa da solo”: chiede Kristine al marito) i padre e madre sono tutt’uno nell’affrontare questa nuova situazione. Anche mamma Sarah ha difficoltà nel gestire Dew  che soffre  per la separazione dei suoi genitori (“ti meriti un bravo padre e io non avrei dovuto sposarlo ma per quel che vale tu hai me…,io non vado da nessuna parte. E mi dispiace tanto ma ti dovrà bastare questo.”).

Anche Julia, la mamma manager deve conquistarsi l’affetto della figlia, che non la vede mai a casa ma dal marito avrà i giusti suggerimenti per il recupero delle sue attenzioni mentre Crosby che non pensa affatto a sposarsi, scopre di essere padre di un bimbo di 5 anni e saprà conquistarlo a poco a poco. In vari momenti si affaccia un conflitto famiglia-lavoro ma tutti i Bravermann hanno una sola risposta a questo problema: la priorità va alla famiglia. Non manca l’apprezzamento della virtù della fedeltà (nonno Zerek viene messo sotto accusa dai suoi stessi figli quando si scopre che non è stato fedele alla loro madre) e l’importanza, per le nipoti adolescenti, di ritardare il momento della “prima volta”.

Abbondanza di buoni sentimenti dunque, ma c’è qualcosa che non va nel racconto;  i protagonisti applicano una morale che potremmo chiamare una “morale sperimentale”. Loro agiscono sempre e comunque e da come si sentono “dopo” comprendono se hanno sbagliato o no: nel primo caso si pentono e molto urbanamente chiedono scusa. Succede alla divorziata Sarah che già al primo appuntamento con un suo ex di gioventù si unisce a lui salvo poi pentirsi dell’impossibilità di recuperare ciò che si è perso. Accade alla giovane Amber, che passa una notte con il ragazzo di sua cugina Haddie, salvo poi  pentirsi del terribile  tradimento. Perfino alla nonna Camille è sufficiente incontrare ad una mostra il suo vecchio insegnante di pittura per concedersi una vendetta nei confronti del marito.

Se i protagonisti manifestano buoni sentimenti, sembra quasi che ciò avvenga perché sono  dotati, quasi per  fortunata coincidenza, di un felice bagaglio di sentimenti, che come tali potrebbero anche non esserci e scomparire. Il giudizio etico non deriva da una motivazione convinta e razionale, che proprio perché basata sulla ragione, può essere condivisa da tutti, ma è condizionato dal proprio sentire che come tale è soggettivo e poco condivisibile.

Il serial beneficia di attori bravi e simpatici ma tutti insieme sembrano come tanta carne pronta per essere cotta: ciò che accade,  accade quasi per effetto di un certo horror vacui: appena viene risolto un problema bisogna star pur certi che ne sta per arrivare un altro, in modo che tutti i protagonisti a fine puntata possano timbrare il cartellino perché ognuno ha fatto il pieno di emozioni.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Parenthood
Paese USA
Etichetta
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