PALAZZINA LAF
Caterino è un operaio del centro siderurgico di Taranto, che si presta a fare il delatore vivendo fra i dipendenti posti in quarantena nella Palazzina LAF: Il primo caso di mobbing in Italia. Su Prime Video
Taranto 1997. Caterino Lamanna è un operaio che lavora alle acciaierie ILVA di Taranto. Convive con Anna nella sua masseria vicina, troppo vicina, allo stabilimento e Anna fa pressione su di lui per poter vivere più comodamente in una casa in città. La comunità operaia è in subbuglio: è morto uno di loro, costretto a svolgere lavori straordinari e il sindacato organizza uno sciopero. Non tutti gli operai partecipano: prevale in loro l’atteggiamento fatalista di chi ritiene che tanto nulla cambierà. Il dottor Basile, dirigente dell’ILVA, ha un colloquio privato con Lamanna grazie a comune conoscenze. Lamanna accetta la proposta: dovrà riferire cosa dicono e cosa fanno i rappresentanti del sindacato e in cambio verrà nominato capo reparto e avrà in dotazione un’automobile della ditta…
Valori Educativi
Il film denuncia chiaramente gli effetti deleteri del mobbing sul posto di lavoro, una realtà che è emersa grazie alla tenacia e all’impegno di pochi
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Ottima costruzione dei principali protagonisti. David di Donatello 2024 per: miglior attore protagonista (Michele Riondino), miglior attore non protagonista (Elio Germano), miglior canzone originale (Diodato)
Cast & Crew
Regia
Michele Riondino
Our Review
Al centro siderurgico di Taranto il termine mobbing, alla conoscenza dei più, non viene solitamente associato. Siamo informati sulle vicissitudini dell’ILVA di Taranto, il più grande d’Europa, che dà lavoro a migliaia di operai e impiegati riguardo alla tematica dell’inquinamento. E’ del 2012 l’intervento della magistratura motivato dell’alto livello di inquinamento nell’area circostante l’Ilva ma la tensione fra le due pressioni contrapposte, quella di garantire la salute pubblica e l’altra di non far perdere il lavoro migliaia di dipendenti non ha ancora trovato una giusta composizione.
Michele Riondino (regista, sceneggiatore e protagonista) non affronta il problema dell’inquinamento della sua città (c’è solo un riferimento molto implicito quando Lamanna vede morire nella sua masseria una delle sue pecore). La vicenda narrata avviene molto prima: si colloca nel 1997. Racconta fatti realmente accaduti, meno noti ai più, ma che hanno portato solo nel 2006, come informa la didascalia a fine del film, alla condanna da parte della Corte di Cassazione del presidente dell’ILVA e di alcuni suoi collaboratori per violenza privata e frode processuale: il primo caso di condanna per mobbing avvenuto in Italia.
Come viene raccontata la storia? Riondino solletica il nostro spirito civile, i mostrandoci i buoni da una parte contro i cattivi dall’altra, sviluppa nel dettaglio le sedute del processo per mostrare come la vera verità sia venuta a galla? Niente di tutto questo. Riondino si pone ad “altezza d’uomo”
All’altezza di Lamanna, semplice e poco istruito, che non medita sui problemi sociali del suo tempo ma apprezza per sé i benefici ricevuti dalla ditta e può finalmente, se con la sua Anna cambiare casa. Attraverso il suo sguardo deformato la Palazzina Laf, dove vengono messi in quarantena i dipendenti ritenuti pericolosi dall’azienda e dove anche lui si inserisce come delatore, è la migliore occasione per sentirsi anche lui un impiegato in un ufficio sommerso di carte piuttosto che un operaio che rischia ogni giorno di intossicarsi per le esalazioni delle vernici. Riondino trasforma i fatti realmente accaduti in eventi surreali e quando vediamo gli abitanti della palazzina Laf che si accalcano nel corridoio, con i volti stralunati attenti a qualsiasi novità che possa interrompere la loro estenuante malinconia, ci sembra di assistere a una delle sequenze oniriche dei film di Fellini. La sua attenzione è rivolta piuttosto alla costruzione dei personaggi, impegno che gli è riuscito molto bene.
Lamanna (Michele Riondino) è espressione di una atteggiamento non certo ideale ma sicuramente reale in un territorio dove riuscire ad avere un posto di lavoro fisso costituisce una grande conquista. Il dott Basile (Elio Germano) è abile nel mescolare l’autorità alla lusinga perché è convinto di riuscire in questo modo a tenere in pugno un subalterno. Anna (Eva Cela) si mostra esuberante e apparentemente leggera ma spera che la sua relazione con Caterino si trasformi in qualcosa di definitivo. Non solo i singoli personaggi ma anche il contesto sociale degli operai della fabbrica ILVA esce con chiarezza: si parla spesso in dialetto tarantino, ci si prende liberamente in giro perché ci si conosce tutti e si condivide lo stesso lavoro. Alla fine gli aspetti negativi del mobbing risultano evidenti. Come spiega una psicologa nel film: “Il mobbing è una situazione in cui si subiscono violenze e abusi fisici e verbali sul posto di lavoro”. Ma ci sono voluti almeno 8 anni (la sentenza è del 2006) perché il fenomeno venisse compreso in tutta la sua gravità.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Tematiche (generale) | Lavoro e Societa' |
Tematiche-dettaglio | Gestione del Personale |
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