NON DICO ALTRO
Eva è una donna di mezza età, divorziata che di mestiere fa la massaggiatrice a domicilio. Una sera, a una festa, conosce Albert, anche lui divorziato e come lei afflitto per la prossima partenza per il college della figlia. Iniziano a frequentarsi, forse a innamorarsi, ma la ferita del precedente matrimonio mantiene come un velo di tristezza e di insicurezza sul loro rapporto che rischia di rompersi anche di fronte a piccoli malintesi …
L’amore di due divorziati di mezza età è caratterizzato da fragilità e insicurezza. Un’ottima sceneggiatura per l’ultimo film di James Gandolfini prima della morte
Valori Educativi
Due persone rimaste sole dopo il divorzio sentono tutta la responsabilità di una relazione fallita e cercano di rapportarsi agli altri con una attenzione e una sensibilità resa più acuta dall’esperienza passata.
Pubblico
14+Un uso frequente e sgradevole di un linguaggio sessualmente esplicito
Giudizio Artistico
Un’ottima sceneggiatura per una sensibile interpretazione (l’ultima) di James Gandolfini
Cast & Crew
Produzione
LIKELY STORY
Regia
Nicole Holofcener
Sceneggiatura
Nicole Holofcener
Our Review
Eva si reca da Marianne, una donna conosciuta a un party, per svolgere il suo lavoro di massaggiatrice a domicilio. Sta nascendo una amicizia fra le due donne, entrambe divorziate: il dialogo diventa più confidenziale e si chiedono a vicenda se hanno trovato un nuovo amore dopo aver lasciato il marito. Eva le confida di aver avuto un “buon primo appuntamento”con Albert, un uomo forse non bello ma molto alla mano. Marianne si complimenta con lei partecipando con entusiasmo ai suoi primi segni di interessamento.
Ci sono molti colloqui fra donne in questo film (Eva e Marianne, Eva con sua figlia o con l’amica Sarah) scritto e diretto da una donna: non viene detto mai niente di speciale ma il taglio della conversazione è diverso in funzione del contesto. Cortese e leggermente affettato con Marianne, con quel modo molto americano di partecipare alla gioia o tristezza dell’altro enfatizzando curiosità o apprensione, secco ed esplicito con l’amica di vecchia data o cauto e circostanziato con sua figlia, quando Eva deve avventurarsi nel mondo misterioso e protetto delle adolescenti.
La sceneggiatura è indubbiamente il pezzo forte di questo film. Non succede niente di non prevedibile fra queste donne e uomini divorziati, fra queste diciottenni pronte a lasciare la città natale in cerca del loro destino in una metropoli dell’East o West Coast, proprio perché all’autrice interessano soprattutto i lenti movimenti dell’animo.
Eva, Albert, Marianne hanno raggiunto la mezza età, hanno alle spalle un matrimonio fallito e ciò determina la loro sostanziale fragilità. Si avvicinano a un nuovo possibile amore con molta cautela, timorosi di innamorarsi per evitare di riaprire vecchie ferite. Nelle loro conversazioni riaffiora spesso la voglia di capire quali sono quei loro difetti che hanno determinato il fallimento del matrimonio.
Eva gestisce i rapporti con gli altri attraverso una maschera di simpatia con la quale raggiunge un doppio obiettivo: essere socialmente gradevole e nascondere al contempo i suoi veri sentimenti. Il lavoro, l’hobby (Eva ha imparato a lavorare a maglia) sono gli antidoti alla solitudine. Particolarmente struggente è il momento che Albert ed Eva stanno vivendo: le loro rispettive figlie stanno per partire e capiscono che la loro solitudine sta diventando più profonda.
Non dico altro è l’ultima interpretazione di James Gandolfini prima della sua morte e forse una delle più belle, una volta dismessi i panni del boss mafioso de I soprano. Questo gigante gentile, che si autodefinisce nel film una persona rozza, finisce per dimostrare tutta la sua sensibilità e integrità d’animo. Eva, pavidamente, non gli rivela di esser diventata amica della sua ex-moglie, dalla quale riceve solo giudizi negativi su di lui e così ha finito per vederlo attraverso questa ingiusta lente deformata. Albert se ne accorge ancor prima che la verità gli venga rivelata e dignitosamente prende le distanze. Lui è lontano da certe complicazioni, forse troppo femminili e una volta venuto a conoscenza della verità, il suo commento è lineare: “tu sapevi cosa dovevi fare e non lo hai fatto” .
Il critico del New York Times A.O. Scott ha definito il film come “una delle commedie meglio scritte degli ultimi anni” e non si può che essere d’accordo con lui.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Enough Said |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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