NOAH

2014138 min10+  

Dopo che Adamo ed Eva sono stati cacciati dal Paradiso e Caino ha commesso il primo omicidio uccidendo suo fratello, i suoi discendenti hanno costruito città e consumato le risorse del creato, ferendo la terra e mettendo in pericolo la sopravvivenza degli animali. Solo Noah, discendente di Seth, e la sua famiglia, continua a vivere in armonia con le leggi del Creatore. Un giorno Noah riceve una visione della punizione che il Creatore intende scatenare sugli uomini: il diluvio. Noah però avrà il compito di salvare gli animali innocenti costruendo un’arca. Si mette all’opera con l’aiuto dei Guardiani (angeli caduti sulla terra e puniti per amore degli uomini), ma Tubal-Cain, un violento discendente di Caino, ha deciso di mettersi in mezzo e anche nella sua famiglia qualcuno comincia a mettere in discussione l’interpretazione che Noah dà dei comandi di Dio

Noah ha ricevuto dal creatore il mandato di costruire l’arca ma deve fronteggiare i discendenti di Caino. Lui stesso cerca di comprendere il vero significato della missione ricevuta. Un’opera ardita ma imperfetta, che sarebbe però ingiusto ridurre a una favola ambientalista antiumanistica.


Valori Educativi



Pubblico

10+

Diverse scene di violenza, cannibalismo

Giudizio Artistico



Visivamente affascinante, ricco di idee e suggestioni. Aronofsky non ha la profondità filosofica di Malick e talora appare troppo infervorato per essere lucido, eppure di sicuro sarebbe un peccato che un’opera come questa, ardita, quanto imperfetta, venisse ridotta a una favola ambientalista antiumanistica.

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Visivamente affascinante (anche se forse il 3D non è un elemento essenziale), ricco di idee e suggestioni, l’ultimo film di Darren Aronofsky, ancor più di sue opere più di nicchia, è destinato a creare polemiche e controversie e non solo tra i credenti.

Fantasy catastrofista di impronta ambientalista, riflessione sulla natura violenta e omicida dell’umanità, parabola su giustizia e misericordia divina, Noah è tutte queste cose assieme e certamente si tratta di un’interpretazione molto personale della vicenda biblica raccontata in pochi scarni capitoli della Genesi. Chiunque si aspetti una puntuale rappresentazione del dettato biblico (del resto forse troppo esile per costituire da sola la base di un blockbuster da più di due ore) rimarrà deluso.

Sul dato biblico, infatti, Aronofsky e l’abituale collaboratore Ari Hendel ricamano un racconto molto ampio e articolato, certamente pescando tra le proprie personali ossessioni e nell’immaginario cinematografico fantasy recente, ma anche arricchendo il tessuto narrativo di personaggi e situazioni sia dell’Antico Testamento (Abramo e il suo sacrificio, Giona, gli angeli caduti, i Salmi) che del Vangelo.

Il Noah di Aronofsky è un uomo giusto, che vive nel rispetto delle leggi del Creatore, che nella visione del regista si traducono essenzialmente nel rifiuto di consumare carne (il che, implicando l’uccisone di altri esseri viventi, diviene quasi tout court l’espressione del peccato originale) e nell’uso non consumistico delle risorse naturali. Uno stile di vita in totale opposizione con quella dei discendenti di Caino, guidati dal violento Tubal-Cain, uomini che, con la loro brama distruttiva, rivolta oltre che sugli innocenti animali, anche verso i propri simili, nel volgere di dieci generazioni dalla caduta hanno trasformato la terra in un deserto.

Una contrapposizione, quella tra Noah e il resto dell’umanità, inizialmente un po’ manichea, una rappresentazione che in alcuni momenti rischia di generare un senso di ridicolo o di fastidio (il “vegano” Noah se la prende di più perché il figlio strappa un fiore che per aver ucciso, sebbene per difesa, tre uomini), ma che è destinata nello svolgersi della storia a sfumare e divenire assai più complessa.

La visione stessa di Noah, fedele servitore del Creatore, di cui si forza di comprendere i segnali e seguire la volontà, è destinata alla prova, sicché l’iniziale alternativa tra l’appartenenza obbediente al Creatore e la libertà umana totalmente autodeterminata si rivela inadeguata.

Col procedere della storia, infatti, Noah, si indurisce e trasforma la missione ricevuta da Dio in un’ossessione (e in questo si riconosce un tema ricorrente della filmografia di Aronofky). Finisce così, sull’onda del disgusto per una violenza che sente ormai anche come propria, per ergersi a sua volta a giudice più duro del Creatore stesso, ipotizzando un mondo puro e “libero” dall’errore umano. Significativo il modo in cui, mentre si trovano all’interno dell’Arca nel mondo ormai sommerso, il patriarca ri-racconta alla famiglia la storia della creazione, rappresentata con un montaggio suggestivo, che fonde con intelligenza creazionismo ed evoluzionismo, anche se non raggiunge le altezze sublimi dell’excursus cosmologico di The Tree of Life di Malick.

Il punto d’arrivo inaspettato di tutta la storia, tra colpi di scena di variabile efficacia e qualche scivolone di ridicolo involontario nella descrizione dei rapporti familiari, è la rivelazione del volto di Dio non solo come colui che giustamente castiga, ma che è anche capace di usare misericordia e parla all’uomo non solo attraverso i miracoli e le visioni apocalittiche, ma anche attraverso ciò che è inscritto nel suo cuore. Entrambi i “messaggi”, in ogni caso, interrogano sempre la libertà umana, non la sostituiscono.

Aronofsky non ha la profondità filosofica di Malick e talora appare troppo infervorato per essere lucido, eppure di sicuro sarebbe un peccato che un’opera come questa, ardita, quanto imperfetta, venisse ridotta a una favola ambientalista antiumanistica.

Gli spunti, in positivo e in negativo, sono moltissimi e pur se necessita una riflessione sui suoi aspetti più problematici, la pellicola vale lo sforzo di una visione.

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Noah
Paese USA
Etichetta
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