NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE
Alice, donna superficiale e un po’ classista, viene lasciata vedova e piena di debiti alla scomparsa improvvisa del ricco marito imprenditore di sanitari ed è costretta a trasferirsi con il figlioletto nel quartiere popolare del Quarticciolo dove la accoglie una comunità multietnica e calorosa. Ma i debiti premono e per non rischiare che i servizi sociali le portino via il figlio, Alice è costretta a reinventarsi escort con l’aiuto della simpatica Eva, da tempo nel ramo…Un rimedio estremo e temporaneo, che però rischia di pregiudicare il rapporto nascente tra Alice e Giulio, ruspante ma sincero gestore di un internet point della zona.
Alice, donna abituata da suo marito imprenditore a una vita agita, viene lasciata vedova e pieni di debiti ad accudire il suo figlioletto. Per risanare la situazione non le resta che avviarsi al mestiere di escort. Il film elimina troppo superficialmente qualsiasi giudizio etico, lasciando sottintendere che al giorno d’oggi il mestiere di escort è fra le opzioni possibili…
Valori Educativi
Il film finisce per trasmettere il messaggio che fare la escort è un problema sociale e politico, ma non psicologico e morale. Il vero problema è che avendo il mondo contemporaneo perso la capacità di perdonare (un po’ come Giulio), non è più in grado di giudicare nulla.
Pubblico
14+Diverse scene scabrose senza nudità, linguaggio volgare
Giudizio Artistico
Cast & Crew
Regia
Massimiliano Bruno
Sceneggiatura
Massimiliano Bruno
Edoardo Falcone
Fausto Brizzi
Our Review
Mentre stupisce piacevolmente la performance di Raul Bova, non è una sorpresa Rocco Papaleo (già divertentissimo nei panni del padre di Checco Zalone in Che bella giornata), qui portinaio un po’ razzista ma di buon cuore che si scaglia contro il buonismo pro-extracomunitari del nemico-amico Giulio, prendendosela con una mentalità “alla Nanni Moretti”, che quando si tratta di immigrazione in realtà anima un po’ tutto il cinema italiano, non esclusa questa pellicola. Basti pensare all’evitabile fallimento dell’attività di Giulio, che sorridendo non fa pagare gli immigrati che si servono da lui e dà lavoro a un amico depresso, salvo poi dover chiudere perché non riesce a pagare l’affitto del locale…
Attorno a loro un mondo fatto di gente cafona ma di buon cuore, si tratti di borgatari o di immigrati dalle più varie provenienze, di escort che rinverdiscono senza vergogna il cliché della “puttana di buon cuore” , o di servizievoli gay pronti a offrire istruzioni per la vita sentimentale contemporanea.
La storia, se non si presta troppa attenzione ai diversi buchi di sceneggiatura e a un set up colpevolmente assente, fila via piacevole tra situazioni esilaranti anche se spesso sopra le righe (i “clienti” di Alice sono tutti dei personaggi, dal maniaco dei fumetti a quello che vuole essere insultato) e una solidarietà di fondo che intenerisce anche quando non convince del tutto. Particolarmente riuscita la linea dedicata all’amico-dipendente di Giulio, che la ex fidanzata fedifraga cerca di riconquistare con ogni mezzo sotto gli occhi del disilluso Giulio, ferito dalla vita e poco incline al perdono.
Il film di Bruno, dal titolo, sottolinea che il comportamento della sua protagonista non può essere né giudicato né condannato, e in effetti Alice (sulla linea di tante eroine romantiche costrette ad un infame compromesso per amore) fa quello che fa per la più nobile e “perdonabile” delle ragioni, non perdere suo figlio. Non è però il caso della sua amica Eva, che di queste costrizioni non ne ha, ma di sicuro è affezionata al suo attico vista Colosseo e che considera gli uomini come dei bancomat il cui codice è contenuto nei loro ormoni. Anche lei non la possiamo giudicare, e infatti, Alice la fa riconciliare, senza grossi problemi e con un’ellissi quanto meno sospetta, con i genitori che a suo tempo non avevano condiviso la sua scelta “professionale”.
Il rischio, alla fine, è che si abdichi a qualunque tipo di giudizio, come se fare la escort potesse essere un problema sociale e politico, ma non psicologico e morale. Forse il problema invece è che avendo il mondo contemporaneo perso la capacità di perdonare (un po’ come Giulio), non è più in grado di giudicare nulla.
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | NESSUNO MI PUO' GIUDICARE |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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