MIRACOLO A SANT’ANNA
Toscana 1944, Seconda guerra mondiale. Quattro soldati americani appartenenti alla 92esima Divisione “Buffalo Soldiers”, interamente composta da militari di colore (tranne gli ufficiali), rimangono bloccati in un piccolo paese al di là delle linee nemiche dopo che uno di loro ha rischiato la vita per trarre in salvo da un crollo un bambino italiano. Senza che i superiori riescano a soccorrerli e con i tedeschi che incombono, i soldati familiarizzano con gli abitanti del borgo toscano, si prendono cura del bambino e incrociano la loro strada con quella di un imprendibile leader partigiano. La crudeltà della guerra non tarda a fare le sue vittime e ad aprire conti che verranno ch
Roberto Cicutto
Luigi Musini per On my Own
Spike Lee per Buffalo Soldiers in Italy
Valori Educativi
Sul finale raffazzonato e sbrigativo, pende l’ambiguità morale della giustificazione di un omicidio: in nome di una giustizia che persegue i crimini di guerra si legittima anche lo spargimento del loro sangue e si nega dignità alla loro vita
Pubblico
18+Alcune scene di battaglia, pur nei limiti del genere, potenzialmente impressionanti per i più sensibili; due scene di nudo
Giudizio Artistico
Spike Lee in questo film tende a diventare pedante, retorico e didascalico, così che Miracolo a Sant’Anna riesce a non essere né un grandioso film di guerra, né un commovente film drammatico né un vibrante film di denuncia.
Cast & Crew
Produzione
Roberto Cicutto
Luigi Musini per On my Own
Spike Lee per Buffalo Soldiers in Italy
in collaborazione con Rai Cinema
Touchstone Picture
TF1 International
Regia
Spike Lee
Our Review
In un ufficio postale nella New York del 1983 un immigrato italiano si reca ad uno sportello per comprare dei francobolli. Il vecchio impiegato di colore che siede dall’altra parte non crede ai suoi occhi, riconosce nell’uomo qualcuno che non pensava avrebbe mai più rivisto e, senza esitare, estrae una pistola e lo fredda davanti a tutti. Perquisendo l’appartamento dell’impiegato, che rifiuta di collaborare e di difendersi dall’accusa di omicidio, la polizia recupera dal fondo di un armadio una scultura rinascimentale proveniente dai resti di un ponte fiorentino saltato in aria durante la seconda guerra mondiale. La notizia fa il giro del mondo e a Roma un ricco imprenditore sembra sconvolto leggendone sul giornale i particolari.
L’incipit di Miracolo a Sant’Annaprova ad essere il più accattivante possibile, semina indizi che attraversano tre epoche storiche e presenta un numero di personaggi buoni per almeno due film (infatti alcuni di essi spariscono nel nulla). Il tentativo, reso vano da una colpevole e micidiale indecisione stilistica (che effonde divagazioni ironiche in un contesto fortemente drammatico), è quello di avvolgere lo spettatore in un’atmosfera fatta di violenza e mistero, e di tenerlo sulla graticola fino allo scioglimento dell’intreccio. In mezzo, un lunghissimo flashback racconta alcuni episodi collegati alla strage di Sant’Anna di Stazzema, dove il 12 agosto 1944 i nazisti macchiarono le colline sopra Lucca con il sangue di 560 civili innocenti. A scatenare la rappresaglia – aggiunge prima il romanzo e poi la sceneggiatura di James McBride – sarebbero state le avventatezze di un gruppo di partigiani ed in particolare il tradimento di uno di loro. L’episodio, inventato ma – sia detto – tutt’altro che inverosimile, ha scatenato in Italia un vespaio di polemiche in cui politici e intellettuali ne hanno approfittato per contendersi o rinfacciarsi per l’ennesima volta “il sangue dei vinti”. Quello che interessa più di ogni altra cosa al regista, tuttavia, è dimostrare come sessanta anni fa la stessa America che accorreva in soccorso dell’Europa occupata doveva compiere ancora passi da gigante in patria per garantire ai propri figli di colore gli stessi diritti di tutti gli altri. Purtroppo quando Spike Lee sposa questa causa tende a diventare pedante, retorico e didascalico, così che Miracolo a Sant’Annariesce a non essere come potrebbe né un grandioso film di guerra, né un commovente film drammatico né un vibrante film di denuncia. Sul finale raffazzonato e sbrigativo, che riesce ad assumere anche toni trionfalistici e melensi del tutto fuori luogo, pende inoltre l’ambiguità morale della giustificazione di un omicidio: in nome di una giustizia che persegue i crimini di guerra e che punisce i traditori, si legittima anche lo spargimento del loro sangue e si nega dignità alla loro vita. Manca il perdono, la vera pietas, soprattutto perché nessuno dei personaggi viene davvero esplorato, di nessuno di loro si approfondisce la storia. Avremmo potuto commuoverci e trepidare come in Roma città apertae invece, anziché emozioni, dopo il sinistro crepitare delle pallottole restano solo tanti nomi dimenticati, sulle piastrine dei soldati o sulle croci di un cimitero.
Autore: Raffaele Chiarulli
Details of Movie
Titolo Originale | Miracle at St. Anna |
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Paese | USA /Italia |
Etichetta | Non classificato |
Alberto Tarquini
Purtroppo, non posso che concordare con quanto è stato scritto sopra. Una critica non ingenerosa ma seria e regionevolmente lucida. Una occasione persa per fare giustizia di una storia drammatica da raccontare come purtroppo si è veramente svolta per essere utile all’umanità tutta, non solo a qualche strano sognatore.
Purtroppo, non posso che concordare con quanto è stato scritto sopra. Una critica non ingenerosa ma seria e regionevolmente lucida. Una occasione persa per fare giustizia di una storia drammatica da raccontare come purtroppo si è veramente svolta per essere utile all’umanità tutta, non solo a qualche strano sognatore.