LONDON RIVER

7 Luglio 2005. è una giornata come le altre per Elisabeth Sommers, vedova di mezza età che fatica nella sua fattoria in un’isoletta la largo delle coste britanniche. Almeno finché i telegiornali danno notizia degli attentati kamikaze nella metropolitana e su un autobus a Londra. Non riuscendo a contattare la figlia Jane che vive a Londra, Elisabeth decide di andare in città. Qui inizia una lunga estenuante ricerca che la porterà a scoprire che Jane aveva fatto scelte e incontri di cui era totalmente all’oscuro. La sua storia si intreccia con quella del musulmano Ousmane, anche lui in cerca del figlio Alì, che non vede da quando aveva sei anni. I due ragazzi, infatti, si erano conosciuti e innamorati e così i genitori, superando le reciproche diffidenze, finiranno per condividere angosce e speranze della ricerca…

Valori Educativi



Legittimo e sacrosanto mostrare come alcuni sentimenti universali siano capaci di unire al di là delle differenze. L’obiettivo è stato però raggiunto edulcorando l’orizzonte in cui le storie dei singoli individui vivono, impedendo così anche al pubblico di affrontare fino in fondo snodi ormai ineludibili della nostra esistenza come il terrorismo

Pubblico

10+

Qualche scena di intensa emozione

Giudizio Artistico



Il punto di forza del film è nell’immedesimazione di interpreti e personaggi ma non è altrettanto abile nella costruzione della tensione

Cast & Crew

Our Review

Non è nuovo l’espediente narrativo di partire da un evento di cronaca per affrontare in modo trasversale, ma al tempo stesso intensamente emotivo, problematiche delicate e scottanti. Come in questo caso quella della convivenza tra culture e religioni diverse, più che il nodo del terrorismo di matrice islamica che ha contagiato giovani generazioni di inglesi di origine straniera.

In questo caso l’accostamento tra due genitori per ragioni diverse “lontani” dai propri figli è l’occasione per presentare un incontro non privo di diffidenze (a dire il vero soprattutto dal lato della madre inglese, come in una ormai un po’ scontata vulgata…) tra due mondi che non si scopriranno poi così lontani.

I due sono uniti dalla scoperta di un mondo, quello dei loro figli, in cui le categorie che distinguono culture, credenze e modi di vita finiscono per confondersi e i percorsi di giovani (e non) si intrecciano in modo imprevedibili.

Il racconto vive nella sospensione dell’attesa, dilatata con stratagemmi a volte un po’ stiracchiati, ma accettabili nella logica di un racconto che non ha certo il suo punto di forza nella costruzione della tensione, ma nell’immedesimazione di interpreti e personaggi. Attraverso gli occhi di una donna di campagna scopriamo un mondo in cui stupirsi per l’invasione straniera appare francamente ottuso (che senso ha imparare l’arabo? chiede incredula Elisabeth quando scopre delle strane frequentazioni della figlia).

Certo è che, al di là della prima minacciosa impressione, gli stranieri, prevalentemente musulmani (anche il poliziotto che si occupa delle ricerche), sono tutti presentati come cordiali e disponibili (dal negoziante padrone dell’appartamento di Jane all’Imam della moschea che la ragazza frequentava con il fidanzato di colore), senza un filo di quell’ostilità latente che avrebbe potuto rafforzare i pregiudizi della tenace Elisabeth.

È forse in questa scelta un po’ forzata di non prendere in considerazione l’aspetto meno aperto del mondo islamico inglese (lo stesso che ha consentito il maturare delle cellule terroriste che hanno dato vita agli attacchi del luglio 2005) che sta per certi versi il limite di una pellicola che riesce senza dubbio a dipingere due personaggi di grande intensità, chiamati a condividere attesa, speranza e dolore.

La sensazione che si respira a fine film è quella di una censura non necessaria rispetto ad alcune questioni che non riguardano solo il dibattito politico, ma sono ormai parte del tessuto della convivenza quotidiana anche da noi.

Mentre è legittimo e sacrosanto mostrare come alcuni sentimenti universali siano capaci di unire al di là delle differenze, dispiace che questa possibilità possa essere mostrata solo rimovendo una parte dell’orizzonte in cui le storie dei singoli individui vivono, impedendo così anche al pubblico di affrontare fino in fondo snodi ormai ineludibili della nostra vita di cittadini dell’Italia e dell’Europa.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale London River
Paese Francia/Gran Bretagna/Algeria
Etichetta
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